Cronaca

Ponti ammalorati, la sinistra si ricompatta: no a nuove opere, sì a manutenzioni

Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista intervengono sulla disastrata situazione dei collegamenti sul fiume Po, tra Cremona e Casalmaggiore, dove tutte e quattro le infrastrutture mostrano i segni dell’età, con la chiusura a tempo indeterminato del ponte di Casalmaggiore, il traffico a singhiozzo del ponte Verdi, il cantiere sull’A21 e i problemi di carico del più vecchio tra tutti, il ponte in ferro tra il capoluogo e Castelvetro.

“Mentre i cittadini  – scrive Lapo Pasquetti di SI –  affrontano i disagi quotidiani per arrivare sul posto di lavoro, si continua ad incentivare il trasporto pesante su gomma, investendo sulla realizzazione di nuove e inutili autostrade, appesantendo fuori misura il traffico sulle arterie stradali secondarie.
La lezione del precoce cedimento del Ponte di Casalmaggiore, sia con riferimento alla scarsa qualità dei materiali usati, sia con riferimento ad un sistema di trasporto pesante su gomma ormai sorpassato e non più ecologicamente ed economicamente sostenibile, rimane non solo inascoltata ma addirittura distorta e strumentalizzata dai “politici degli affari” che colgono in questa disgrazia l’occasione per rilanciare il progetto già bocciato della TI-BRE autostradale.
In un modo semplicistico, si cerca di far rientrare dalla finestra quello che sembrava essere uscito dalla porta sfruttando un’emergenza, quale quella creata dalla chiusura del ponte sul Po, nel tentativo di riproporre un’opera autostradale inutile e dannosa per l’ambiente e assolutamente non in grado di risolvere i problemi della viabilità nel nostro territorio.
A nostro avviso va invece rilanciato il progetto del TI-BRE FERROVIARIO, ‘soluzione Piadena’, un’opera questa in grado di guardare al futuro di una mobilità moderna e sostenibile, capace di risolvere tantissimi problemi e che darebbe alla nostra zona più fiato sia ai trasporti che all’economia.  Come Sinistra Italiana del Casalasco sosteniamo le proposte portate avanti dal Coordinamento dei Comitati e delle associazioni ambientaliste del Piadenese.Casalasco-Viadanese e dal Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia, in tema di mobilità sostenibile legate all’emergenza ponte ed esplicitate recentemente con il documento: “Un ponte verso una mobilità sostenibile”.

La vicenda del ponte di Casalmaggiore è emblematica – afferma Francesca Berardi, Rifondazione Comunista – Abbiamo assistito al balletto delle responsabilità rispetto alla manutenzione e ai controlli sulla sicurezza del ponte, da settimane attendiamo di conoscere lo stato effettivo in cui si trova la struttura e non si sa ancora a quanto ammonteranno le spese per la ristrutturazione e come verranno ripartite. In questo quadro di incertezze e di disagio per gli utenti tornano ad aleggiare come possibili soluzioni i progetti di quelle grandi opere che finora sono rimaste sulla carta o si sono interrotte per mancanza di fondi, per le proteste dei cittadini o per la evidente scarsa utilità a fronte del pesante impatto ambientale e dei costi in continua lievitazione. Ci riferiamo ai progetti autostradali, parzialmente realizzati come la TI-BRE o a quelli, per ora ancora su carta, come la bretella autostradale del terzo ponte tra Cremona e Castelvetro Piacentino o l’autostrada Cremona-Mantova. La recente inaugurazione di un tronco della Gronda nord nel Viadanese è stata l’occasione per tornare a vagheggiare la realizzazione della sospirata tangenziale di Casalmaggiore, certamente infrastruttura utile ma prevista finora solo come opera di compensazione dell’incompiuta TI-BRE autostradale, dalla cui costruzione ricordiamo, dipende anche un tratto dell’inutile e devastante Cremona-Mantova. Insomma un’autostrada tira l’altra.
Se invece, per una volta, facessimo qualcosa di diverso? E se per una volta l’emergenza portasse a cambiare radicalmente il modo di risolvere i problemi affinché le presunte soluzioni di oggi non si trasformino in danni ingestibili per le generazioni future? Perché non tentare una seria pianificazione del servizio pubblico su rotaia, adeguandolo alle necessità dei cittadini, dei lavoratori, degli studenti e perfino delle merci? Si farebbe inoltre un bel servizio all’ambiente e alla nostra salute viste le condizioni dell’aria che siamo costretti a respirare ogni giorno. Perché non investiamo finalmente solo in opere utili alla collettività, e a basso impatto ambientale, garantendo poi la successiva e necessaria manutenzione? Le parole d’ordine contenute nel documento “Un ponte verso una mobilità sostenibile” a cura dei Comitati e delle associazioni ambientaliste del Casalasco e del Viadanese sono chiarissime e precise, sono una vera “cura del ferro”, riprendendo un’espressione (rimasta senza contenuti concreti) del Ministro delle infrastrutture Graziano Pinocchio Delrio: potenziamento della linea ferroviaria esistente Brescia-Parma oggi largamente sottoutilizzata, soluzioni di collegamenti agili e a basso impatto treno/bicicletta, treno/trasporto pubblico locale verso i luoghi di lavoro e di studio, TI-BRE ferroviario”.

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