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Indignazioni a senso unico

dede coreografia

Bandiere di Cuba, della Palestina, russe, di Rifondazione Comunista, lenzuolo bianco con su scritto “W Stalin”: ecco come appariva la curva dei tifosi livornesi all’Olimpico in una partita di qualche anno fa contro la Lazio. Non mancava la grande stella a cinque punte delle BR, colorata di giallo, che ricopriva quasi un quarto dello spicchio livornese. Nessuno ci trovò da ridire. Ed era solo una trasferta. In casa gli ultras del Livorno fanno tutto quello, sempre, e anche di più. Tappezzano l’intera curva con un’enorme bandiera sovietica con falce e martello, stella e scritta BAL, Brigate Autonome Livornesi, che già nel nome si ispirano alle trucemente note sigle del terrorismo rosso. Infatti Lucarelli, il capitano del Livorno, salutava sempre la curva col braccio alzato a pugno chiuso. Tutto quello si può. Quando invece Di Canio fece il saluto romano alla curva laziale fu squalificato per un turno e condannato a 10mila euro di multa, sia lui che la Lazio. Quello non si può. Anche nel derby milanese di domenica scorsa la curva nerazzurra ha ricordato Dede, il tifoso dell’Inter morto a dicembre negli scontri coi tifosi napoletani fuori dallo stadio. Ha messo il suo viso e lo stemma del club interista di estrema destra cui apparteneva, il “Blood & honour” di Varese. La coreografia, dopo un primo no della Prefettura, è stata autorizzata da Salvini. Ed è successo il putiferio. Polemiche sui giornali, proteste sui social, interrogazione parlamentare del deputato Pd Fiano “per sapere come è stato possibile autorizzare questa vergogna”. Giusto. E’ una colpa essere dichiaratamente di destra? Inneggiare spudoratamente al comunismo, no?

collino@cronacaqui.it

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