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Le vie della paura

arresto depositphotos

(depositphotos)

Non credo sia mai stata scritta una guida di Torino con le vie della paura. Un brutto biglietto da visita per una città che ha richiamato 15 milioni di visitatori e che vanta un turismo in continua crescita da dieci anni a questa parte. Eppure è la realtà che non può essere taciuta o, semplicemente relegata in qualche nota riservata del ministero degli Interni. Un corposo dossier dove gli analisti hanno sovrapposto a una dettagliata cartina toponomastica i dati relativi ai reati commessi. Ne è scaturita una mappa delle vie della paura e dei quartieri più a rischio. Con una sostanziale divisione della città in due settori, nord e sud, e il centro che stupisce per il numero dei reati predatori, soprattutto nelle ore serali e nei fine settimana. Va detto, per la cronaca, che questo dossier è stato particolarmente utile al questore Francesco Messina che ieri ha voluto tracciare un bilancio del suo intenso lavoro in città: 2.550 arresti con un 36 per cento in più rispetto all’anno precedente.

Scendendo nel particolare della ricerca, la via più a rischio, con 586 reati commessi in un anno, è corso Giulio Cesare, la seguono corso Regina Margherita (566), corso Vittorio Emanuele (555), via Nizza (479), corso Vercelli (336). Strade, ci dicono, dove maggiore è la concentrazione di stranieri che coincide con la scarsità di servizi da parte dell’amministrazione comunale. Perché, vi chiederete, è importante questa inedita mappa di Torino? Perché consente, al di là della necessaria prevenzione dei reati, di mettere in atto dei progetti politici e sociali per la riqualificazione del territorio. Non bastano 20 volanti in servizio 24 ore su 24, né la collaborazione stretta tra polizia e carabinieri. Occorre un piano di interventi mirati contro il disagio, l’accattonaggio, lo spaccio della droga e la prostituzione. Noi, nel semplice ruolo di cronisti, disegneremo - a partire da oggi - questa mappatura della Torino che vorremmo vedere. Un quadro che non deve essere visto come una cartina degli orrori, ma come stimolo a cambiare il volto della città.

fossati@cronacaqui.it

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