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Nessuna mimosa per Samira

mimose

Questa è la storia mai scritta di Samira, una donna nata in Marocco, sposata a un italiano convertito all’Islam. Una storia che comincia e finisce in una cucina di Settimo Torinese, 17 anni fa. Perché quel giorno la donna, che allora aveva 32 anni, è svanita nel nulla. L’assurdo è che fino a oggi nessuno ne ha reclamato la presenza. Hanno taciuto tutti: il marito, che tuttavia si è preoccupato di ottenere il divorzio, la sua famiglia di origine, eccezion fatta per la madre che tuttavia si rivolse alla polizia marocchina nel 2004. Denuncia mai trasmessa in Italia. O almeno così c’è scritto nel faldone aperto negli uffici della Procura di Ivrea che tuttavia non svela il mistero. Non ci sono indagati, e come si potrebbe, 17 anni dopo? E non ci sono, per ora, elementi su cui lavorare. Niente telefoni, niente telecamere. E - pare - nessun pentito. Un caso all’antica per quanto riguarda gli investigatori. In realtà, anche se non ci saranno colpevoli acclarati, si capisce bene che Samira non può essersi volatilizzata nel nulla, né regge la fuga d’amore che per quanto avvincente non distrugge i legami con la famiglia. Se poi si raccolgono, come hanno fatto i cronisti, le testimonianze dei vicini che ancora la ricordano, il ritratto di Samira è quello di una reclusa in casa. Tanto che nessuno sa descrivere il suo volto. Sempre più fantasma, povera Samira, che si svela solo con una vecchia fotografia ormai ingiallita. Temiamo ancora una volta che il tempo abbia seppellito ogni traccia. E reso evanescenti anche i colpevoli. Non è un bell’approccio alla festa delle donne. Ma è la realtà. Con tante mimose, e altrettanti drammi.

fossati@cronacaqui.it

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