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Mancinelli al Pd:
«Si vince facendo scelte,
l’immigrazione è problema vero»

CASO ANCONA – Il sindaco invitato all'assemblea nazionale del partito, chiamata per dare il suo 'contributo' come uno degli amministratori vincenti. “Non perdiamo tempo nel rimettere insieme i cocci della sinistra, a cui non frega niente a nessuno, lo dico io che vengo dal Pci, impegniamoci nel trovare soluzioni ai problemi reali dei cittadini. Bisogna scommettere sui risultati e sul dire la verità” (Video)
L'intervento del sindaco Mancinelli all'assemblea nazionale Pd

Il sindaco Mancinelli interviene dal podio dell’assemblea Pd

Dieci minuti a braccio, senza dare uno sguardo all’appunto che tiene in mano, la voce incrinata dall’emozione, strappa l’applauso convinto dell’assemblea nazionale dei democrat e incassa ampi cenni di assenso da parte dell’ex premier Matteo Renzi seduto in prima fila. Il sindaco Valeria Mancinelli interviene a Roma alla riunione nazionale del partito che ha decretato l’elezione del reggente Maurizio Martina come segretario al posto del dimissionario Renzi, invitata proprio perché riconosciuta come uno degli “amministratori vincenti” del Pd nelle ultime tornate elettorali, chiamata a dire la sua per una ricostruzione del centrosinistra italiano. E Mancinelli lo fa, dice la sua, con il solito piglio come se fosse alla Casa del Popolo della Palombella. Subito il saluto, Mancinelli è all’assemblea per dimostrare “che si può anche vincere”. “Le esperienze di governo, anche quando sono locali, insegnano qualcosa” premette Mancinelli, e nel caso Ancona l’insegnamento sarebbe che “si vince quando la politica non pensa a se stessa, quando è percepita dai cittadini come strumento utile e no come ceto parassitario”. Quindi, il sindaco ripete il messaggio lanciato anche la notte dello scrutinio del 24 giugno: “non c’è più il voto di appartenenza, tanto meno le roccaforti rosse”. A riprova del suo pensiero, Mancinelli cita Chiaravalle, dove il sindaco Costantini è stato confermato con il 71%, il Pd relegato all’opposizione con un misero 7%, ad appena 15 chilometri dal capoluogo “rosso”. “Per la nomenclatura vuota, quello di Chiaravalle sarebbe un sindaco di sinistra-sinistra ed è stato votato dal 90% degli elettori del Pd, perché la città ha riconosciuto che la sua è stata una buona amministrazione”. Perciò ecco la conclusione di Mancinelli. “Non ci sono più rendite di posizione, bisogna rischiare facendo scelte che in prima battuta possono anche sembrare rischiose, bisogna scommettere sui risultati e sulla verità. Dire la verità ai cittadini, ottenere risultati, fare scelte che rompono equilibri ma che possono costruirne degli altri. Guadagnare la fiducia e la credibilità con la capacità di governare” aggiunge il sindaco. Immancabile perciò l’affondo sul tema al numero uno in agenda del governo M5S-Lega, l’immigrazione. “Vedo davanti a me Minniti – dichiara Mancinelli -. E’ vero, c’è una campagna di destra, c’è una strumentalizzazione, ma non è solo quello. In Ancona la Lega è passata dallo 0,4% al 14% non solo per la strumentalizzazione, ma per problemi veri che noi non abbiamo affrontato. La svolta Minniti doveva arrivare prima e andare più in profondità, e su questo dovremo ancora lavorare molto. Su questo tema, dove abbiamo perso consensi e li abbiamo persi negli strati sociali più deboli e fragili, perché è lì che si sente di più il problema, c’è e c’è stata una insuficcienza da parte nostra, una debolezza nella proposta e nell’azione di governo nazionale e locale. Non è stata l’unica causa della sconfitta, è uno dei temi centrali – continua Mancinelli -. Se devo provare a recuperare quel 14% di miei concittadini che ha votato Lega, immagino che devo continuare una battaglia culturale e politica strenua contro ogni forma di razzismo, ma contemporaneamente devo capire che c’è un problema reale e devo provare ad affrontarlo. Non è facile – ha concluso Mancinelli -, ma per fare questo è condizione essenziale prevalente concentrarci non sul rimettere insieme i cocci della sinistra, a cui del mondo reale non gliene frega niente nessuno, ma impiegare le risorse per trovare risposte a quel 14% di persone che ha votato Lega. Non in infinite riunioni per rimettere insieme cose che non ci stanno più, e soprattutto pezzi di centro politico che non rappresentano più nemmeno se stessi. Perché agli elettori e anche ai vecchi compagni, e io vengo dal Pci, parli se dai quelle risposte, noi in Ancona abbiamo vinto anche perché l’elettorato ha riconosciuto una politica di sinistra nelle cose che facevamo, con qualche coerenza tra il dire e il fare. Concentriamoci sui problemi veri”.

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