Camorra, il ras picchiò un ragazzo che aveva ‘osato’ passare di notte sotto il suo balcone nonostante il divieto. IL RACCONTO DEL PENTITO

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Marano. Non era solo uno degli esattori del racket del clan Orlando e gestore della piazza di spaccio a Quarto per conto della cosca dei Carrisi ma era anche un personaggio irascibile e violento. Antonio Agrillo, arrestato il mese scorso insieme con Celestino De Fenza per una tangente dalla ditta che stava ristrutturando il parco Amelia a Marano. A delinearne  la sua figura di camorrista sono stati i pentiti ma più di tutti uno degli ultimi in ordine di tempo della cosca, ovvero Giacomo Di Pierno che in un recentissimo verbale datato 16 giugno del 2018 spiega: “… il 31 dicembre del 2016 si è sposato un membro importante degli Orlando e Agrillo Antonio, benchè agli arresti domiciliari andò al matrimonio ed infatti lo incontrai fuori dalla mamma al suo rientro, presso la casa ove ero andato a cercarlo. Preciso che il predetto Agrillo fu arrestato solo quando, violando dagli arresti domiciliari, scese giù il portone e picchiò un ragazzo, lui ed altre due persone. La vittima, dopo aver denunciato, andò poi a ritrattare in caserma per paura. Agrillo mi raccontò che per un dissidio avuto con il ragazzo o con il padre, aveva impedito ai predetti di passare per il “suo” quartiere, quella sera la vittima pensando che alle tre di notte Agrillo dormisse, passò sotto al suo palazzo, il predetto scese ed insieme ad altri due soggetti di cui non ricordo il nome, con le mazze da baseball picchiarono ferocemente il ragazzo per oltre 15 minuti, come mi raccontò Agrillo, vantandosi di tale azione. La vittima dopo disse che i suoi aggressori erano incappucciati, cosa non vera…”. Sulla figura di Agrillo trafficante di droga, il pentito Di Pierno ha spiegato nello stesso verbale: “… fino al giorno prima del mio arresto ho continuato ad acquistare per lo più cocaina sempre dal gruppo di …..omissis…, Agrillo e …..omissis…, i quantitativi, però cercai di ridurli, non più 100 grammi ma 50 grammi. …..omissis… Agrillo e …..omissis…, si fanno aiutare da Tonio o’ Ciacio che è il cognato di Agrillo e da tale Carletto che sposta la droga nella gestione della piazza di spaccio di Quarto, il venditore è tale Giovanni che abita e vende di fronte la mia abitazione al civico 23 ed è, oggi, agli arresti domiciliari. Tutti i predetti gestiscono la piazza di droga, di hashish e marijuana – la cocaina non la vendono a Quarto per scelta criminale come poi vi dirò – che fa capo alla famiglia Orlando/Nuvoletta ai quali ogni mese portano dalla piazza di Quarto 6000,00 euro. Vi spiegherò in dettaglio che per lungo tempo a Marano la cocaina non ne era permessa la vendita, nel corso di un incontro che ho avuto a casa della mamma di Antonio Agrillo ove il predetto era agli arresti domiciliari, era febbraio o marzo 2017, Lubrano Armando ed altre persone del clan che poi vi dirò, mi disse che avevano scelto di reintrodurre la cocaina perchè con il “passaggio di testimone” tra i Polverino e gli Orlando/Nuvoletta, quest’ultimo gruppo in quanto egemone si era dovuto accollare le spese per il mantenimento di tutti i carcerati…”.

 Rosaria Federico

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