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Buondonno e la sinistra che (per ora) non c’è:
“Rimaniamo alternativi al Pd”

POLITICA - L'analisi del voto del segretario regionale di Sinistra Italiana. Nelle Marche la lista Liberi e Uguali ha fatto registrare numeri inferiori a quelli nazionali, già molto al dì sotto delle aspettative

di Andrea Braconi

A guardare il sito di Liberi e Uguali, drammaticamente fermo al 2 marzo e senza neanche un accenno di analisi del voto o di elenco degli eletti alla Camera e al Senato, ci sarebbe da chiudere subito il taccuino, anzi, lo schermo e passare a ben altre conversazioni.

Però Giuseppe Buondonno, segretario regionale di Sinistra Italiana e candidato alla carica di senatore per Leu, non ci sta ad evitare domande sui perché della sconfitta, su cosa non ha funzionato e su come tentare di ricostruire una sinistra che, numeri alla mano, si è come liquefatta. Pessimi i dati nelle Marche, addirittura inferiori a quelli registrati nel Paese: 2,9% alla Camera (rispetto al 3,4% nazionale) e 2,8% al Senato (rispetto al 3,3%).

Buondonno, inutile negarselo: il risultato di Liberi e Uguali è molto al dì sotto delle aspettative.

“Negarlo, oltre che intellettualmente disonesto, sarebbe stupido; gli elettori non hanno votato a sinistra, quelli in fuga dal Pd hanno, in larga parte, votato 5 Stelle. La misura di questa sconfitta non era ipotizzabile; d’altra parte, però, occorre dire che non lo era neanche pensare di recuperare in pochi mesi una credibilità ed un radicamento sociale e organizzativo che la sinistra ha perso da tempo, così come il profilo di critica ad una società che produce ingiustizie e ad una politica ad essa subalterna. Serve una battaglia, politica e culturale, di lungo periodo e contenuti concreti e radicali come sono i problemi delle persone.”

Quale futuro per il vostro progetto politico?

“Ricostruire una sinistra popolare e radicalmente alternativa all’egoismo e alla fabbrica delle ingiustizie; era una necessità ed ora è un’urgenza. Liberi e Uguali è nato per questo e spero che diventi una forza politica più nuova e più radicata in ogni angolo del Paese. Per farlo occorre, prima di tutto, una discussione franca, aperta e inclusiva su errori del passato e del presente (da cui nessuno è esente), e, soprattutto per capire a fondo (pur non condividendole) le ragioni, le motivazioni di chi, in particolare, ha votato 5 Stelle. Gli anatemi non servono, sono un atto di presunzione inaccettabile.”

Che scenari possibili vedete per la legislatura che si appresta a partire?

“Su un piano morale, oltre che di rispetto della democrazia, ne vedo solo uno accettabile. Il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica del Paese e credo debba avere l’incarico di proporre un governo ed un programma essenziale e chiaro al Parlamento; così come di avanzare le proposte per la Presidenza delle due Camere (figure di garanzia, hanno già detto, e spero che lo siano). Quelle proposte saranno già un elemento di chiarezza sull’identità e sul futuro di questo movimento. O questo o una discussione rapida per cambiare la legge elettorale e ridare la parola agli elettori (è amaro dirlo, visto che in 5 anni hanno prodotto questa schifezza). Qualunque altro scenario sarebbe un inciucio, perché la destra non ha i numeri per governare e, nonostante quello che penso del Pd, non arrivo a immaginare che possa fare un governo con Salvini.”

Ieri dal nostro sito il segretario provinciale del Pd ha lanciato un appello a confrontarsi tra forze di sinistra. Ritenete possano esserci, almeno a livello locale, le condizioni per tornare a lavorare insieme?

“La sinistra deve essere alternativa al Pd e alle sue politiche, ad ogni livello. Non so cosa succederà in quel partito (in queste ore le acque mi sembrano comprensibilmente agitate), ma il problema sono le politiche, non gli agnelli sacrificali. Noi ci confrontiamo già con le forze di sinistra, anche a Porto Sant’Elpidio, per un’alternativa al Pd che da tempo non lo è più. Se e quando tornerà ad esserlo ne riparleremo”.


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