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Tosoni: “Basta odio politico,
intitolate una via a Sergio Ramelli”

PORTO SANT'ELPIDIO - Dopo il rifiuto da Cgil e Cisl di invitare il candidato di Casapound al confronto tra aspiranti sindaci, l'ex consigliere comunale invita i futuri amministratori "ad affermare il concetto che le discriminazioni politiche non troveranno mai spazio in città, intitolino una via a Ramelli, un martire della stupidità"

“A Porto Sant’Elpidio non c’è posto per l’odio politico”. E’ la convinzione di Mauro Tosoni, figura di lungo corso della politica locale, che torna sul caso del mancato invito al candidato sindaco di Casapound da parte di Cgil e Cisl al confronto programmato per il 6 giugno.
Tosoni, una vita a destra, già consigliere comunale, candidato sindaco nel 2008, sottolinea che in città “rossi e neri, su tutti io e l’amico e compagno Remo Tomassini, nonostante divergenze e discussioni, anche animate, hanno sempre potuto coltivare rapporti umani e talvolta persino scelte politiche locali condivise, non ultima Piazza Pulita, in cui io della Destra e Federico Costantini di Sel, scendemmo in piazza insieme”. Fatte queste premesse, “mai avremmo pensato che nel 2018, in questa città un candidato sindaco dovesse subire una esclusione da un confronto pubblico. Mai avremmo immaginato, dopo tanti anni dalla fine degli anni di piombo, di dover rivivere prevaricazioni e prepotenze di questo tipo. Esclusione di un gruppo di ragazzi, tra l’altro, il cui comportamento democratico e pacato in questa campagna elettorale è stato riconosciuto da tutti. Ed è stato bello, quasi commovente, vedere tante persone, di ogni opinione politica, mostrare indignazione all’indomani di un simile fatto. Un gesto, che a ben vedere, si configura come l’esatto perpetuarsi di un rancore, di quell’odio acuminato e profondo che nel 1975 induceva, nel consiglio comunale di Milano ad applaudire e festeggiare all’arrivo della notizia della morte, dopo 47 giorni di agonia, di un ragazzo, Sergio Ramelli, colpevole di essere un militante del Fronte della Gioventù. Sergio aveva 17 anni quando fu aggredito da balordi coperti da fazzoletti rossi, che con le chiavi inglesi gli fracassarono il cranio, sotto casa al ritorno da scuola. Erano gli anni in cui dal ‘con i fascisti non parliamo’, frase utilizzata in questi giorni si passò brevemente al ‘uccidere un fascista non è reato’. Ecco perché tutto questo è raggelante. Sergio, un martire simbolo della stupidità che si trasforma in assassina”.

Tosoni ricorda come il sogno di chi ha vissuto quella stagione fosse “la promessa a noi stessi che i nostri figli non avrebbero dovuto conoscere quei torti. Ecco perché ha fatto male assistere a questa prevaricazione. Ecco perché siamo stati felici di ascoltare la condanna da parte di tutti i candidati sindaci, due dei quali sembrano poi aver deciso di non disertare il confronto. Poco importa. Possiamo comprendere e rispettare la loro scelta se la condanna è sincera e sentita”. Da qui l’appello finale: “I candidati sindaci si impegnino ad affermare per sempre un concetto: l’odio e le discriminazioni politiche non troveranno mai spazio a Porto Sant’Elpidio. Questa città è pronta a intitolare una via a Sergio Ramelli, come a Milano, Verona, Chieti, Brescia, Como, Arezzo, Rovigo, Sanremo, Crotone, Ragusa, Perugia, Modena e molte altre. I più giovani non dimentichino il sacrificio di questo ragazzo, vittima insieme a molti altri di un odio politico che vorremmo sia cancellato per sempre”.


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