L’arte divina della calligrafia araba: intervista ad Amjed Rifaie

scrittura araba

Noi di CulturaMente siamo fermamente convinti del potere salvifico della cultura ed io sono andata ad apprendere i segreti della calligrafia araba nello studio di Amjed Rifaie, sorseggiando un caffè al cardamomo.

Amjed Rifaie, calligrafo arabo, abita a Roma e vive i suoi giorni orgoglioso di essere un piccolo pezzo del mosaico romano, così ricco di cultura e arte.

Iracheno di Bagdad, coltiva il tesoro di un’arte tramandata dalla sua famiglia, di origini Sufi. Stiamo parlando dell’antica arte della calligrafia araba, la scrittura che attraverso veri e propri tratti artistici ricrea su carta parole e frasi – anche sotto le spoglie di forme antropomorfe – dei caratteri dell’alfabeto arabo.

Amjed tiene corsi e workshop di calligrafia araba in tutta Italia ed è seguito sui social da diversi allievi ed appassionati di questa magnifica arte. Tra i suoi lavori più importanti c’è la decorazione della Iraq Room presso la sede della FAO a Roma. La calligrafia araba è una delle forme artistiche più belle fatte dalla mano dell’uomo. Questa arte è stata utilizzata molto dagli arabi per abbellire, adornare e impreziosire le opere architettoniche. Esistono diversi tipi di calligrafia e ognuna deve rispettare delle regole ben precise.

Qual è la differenza tra calligrafia e scrittura nella civiltà araba?

La scrittura è prendere una penna in mano e scrivere, senza rispettare particolari regole o stili. La calligrafia araba è proprio una forma di arte molto antica che risale al settimo secolo. Abbiamo sette stili fondamentali, principali e da questi sette stili ne derivano ancora degli altri. Praticamente in ogni stile principale ci sono almeno una decina di altri. Le differenze sono a livello estetico ma anche nelle misure. Ogni lettera in stile ha la sua misura in altezza, per questo l’arte calligrafica viene chiamata geometria spirituale. Per produrre una lettera ci vuole molto tempo e ognuna differisce dall’altra, c’è una grande differenza tra la scrittura semplice e la calligrafia. Oggi pochissimi sanno fare la calligrafia araba e chi lo fa è un artista che si dedica ad essa.

Quali sono gli strumenti del calligrafo?

Lo strumento principale è il pennino, il calamo, un pennino fatto con le canne di bambù. Uso anche i pennini europei ma taglio la punta in modo obliquo. Gli inchiostri sono di diverso tipo, ci sono inchiostri persiani, arabi, di molti tipi.

Esiste un rapporto tra la calligrafia e la religione?

All’inizio la calligrafia aveva un forte legame con la religione. L’Islam infatti evita la raffigurazione umana e animale e per questo motivo gli artisti musulmani, alla nascita dell’Islam, si sono focalizzati sulla bellezza della lettera come rappresentazione della divinità. Ovviamente ci sono molti artisti laici che non seguono oggi le regole religiose e sono usciti da questi limiti. C’è oggi chi raffigura esseri umani ed animali usando la calligrafia araba. Chiaramente il legame è forte perché il Corano è scritto in calligrafia e la maggior parte delle moschee nel mondo sono decorate in questa maniera. Vedo un grande interesso verso la calligrafia araba quando tengo i miei workshop in Italia che sono pieni di artisti e gente comune. Mi dicono che li rilassa, come fosse una meditazione.

Qual è lo stile che preferisci e usi nella tua arte?

Sono diverse scuole di pensiero: esiste la scuola turca, la scuola irachena, la scuola egiziana che sono le principali poi esistono anche altre scuole in Iran, in Arabia Saudita. Il mio stile preferito però è il diwani.

scrittura arabaSono affascinata da questa arte meravigliosa, pensi che ci sia una corrispondenza tra la nostra arte e quella del mondo arabo?

In Italia l’arte si trova nel DNA degli italiani. Secondo me qualsiasi italiano ha un’arte dentro di sé…sicuramente ci sono tracce del mondo arabo anche qui. La calligrafia è presente in Italia da centinaia di anni, ne abbiamo traccia con gli arabi in Sicilia anche a livello linguistico. Ci sono tante affinità tra le nostre culture.

L’arte è la forma più spontanea, naturale ed efficace di conoscersi ed apprezzarsi.

Ognuno ha la sua arma per combattere l’intolleranza e trasmettere pacificamente le proprie idee. Io lo faccio con la calligrafia che mi mette in comunicazione con il mondo. Quando tre anni fa ho iniziato a insegnare calligrafia nelle Università si sono avvicinati moltissimi artisti e studenti. Alcuni studiavano la nostra cultura, la nostra lingua, altri per motivi spirituali, estetici.

Una spiritualità non legata necessariamente alla religione?

Sì, perché c’è un forte legame tra la calligrafia araba e la spiritualità che molti non riescono a trovare più nel frenetico mondo occidentale ma ormai anche nella società araba. La vita è fatta di scadenze, di corse e la calligrafia è un esercizio di tranquillità, un momento di pace. Ci si può staccare dal mondo materiale immergendosi nella disciplina calligrafica fatta di altezze e lunghezze, di applicazione per produrre una lettera; ci vuole pazienza e concentrazione, anche un mese per poter crearla in modo perfetto.

Da quanto tempo vivi in Italia?

Sono più di 10 anni ma, come dicevo prima, ho iniziato ad insegnare solo da tre. All’inizio ero contrario perché la consideravo una cosa mia intima per trovare pace, tranquillità e serenità e scaricare tutto lo stress.

Una profondità che non immaginavo. Mi viene in mente la saggezza Sufi.

Esatto, i Sufi lo usano come strumento per avvicinarsi verso Dio, per cercare la verità divina. Ogni lettera dell’alfabeto arabo è considerata una preghiera perché l’alfabeto è stato usato per scrivere il Corano. Per loro ogni lettera è una preghiera assoluta. Poi c’è il discorso dell’esercizio della perfezione interiore, impossibile per gli esseri umani, ricordiamo la figura del Derviscio in Turchia, per esempio. Si crede anche che esista un’energia positiva che si trasmette dai calligrammi nel momento in cui si legge con un po’ di attenzione; ci si rilassa. Molto mi dicono che provano emozione quando vedono scrivere i loro nomi..

Esistono delle mistiche e calligrafe nel mondo arabo?

Pensa che la prima mistica sufi era una donna, Rabia Al Basri. A livello di calligrafia c’erano e ci sono tantissime donne che fanno le calligrafe, anche in Italia.

La conoscenza è il più grande strumento di pace e di armonia e ti ringrazio veramente di cuore, Amjed. A prestissimo, ti seguiremo nella tua Arte.

Email: alrifaie.amjed@gmail.com
Sito web: www.amjedrifaie.com
Facebook: Amjed Rifaie

Antonella Rizzo

Antonella Rizzo
Poetessa, scrittrice, performer, giornalista. Collaboratrice di Culturamente dal 2015.

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