Nel Museo oltre duemila reperti raccontano la vita quotidiana delle persone dalle origini alla piena età romana. Il percorso espositivo accompagna lungo la linea del tempo e via via svela come vivevano, dove abitavano, cosa scrivevano, come onoravano gli dei e i defunti, prima gli altinati veneti e poi gli altinati divenuti romani. All’ultimo piano, non ancora allestito, scritte e disegni dei lavoratori della Risiera (dal 1880) e dei soldati della Grande Guerra raccontano la storia recente dell’edificio. La mostra Antenati Altinati dà la parola ai personaggi immortalati nelle sculture, che decoravano i monumenti funerari nella necropoli romana, affastellati lungo le strade extraurbane. Dalla torre belvedere si domina il paesaggio di terra e d’acqua circostante, che spiega bene la ragione della scelta insediativa antica.
L’area archeologica della porta-approdo conserva le fondamenta del monumentale ingresso settentrionale accessibile solo via acqua (I a.C.), e tracce di una strada urbana (cardine). Nell’area archeologica del quartiere residenziale augusteo, lungo la strada perfettamente conservata (decumano, fine I a.C. – inizi I d.C.) si allineano resti di case fra le quali la domus con il mosaico della Pantera (II d.C.). Una balaustra affaccia su un tratto di canale con approdo (I a.C.) precedente la strada.
La storia di Altino inizia nell’VIII a.C., quando un gruppo di Veneti sceglie di stabilirsi in questo luogo, più rilevato dei dintorni, asciutto, protetto da fiumi, circondato da una campagna fertile e salubre. La città dei Veneti fiorisce nel VI a.C. E’ un emporio, dove si incrociano popoli e si scambiano merci, collegato via terra e via acqua alla penisola italica, all’Oltralpe, al Mediterraneo. Qui si venera il dio Altino, il cui santuario sorge dove oggi c’è il Museo, e si allevano i famosi cavalli veneti. Dal II a.C. gli altinati assumono progressivamente il modo di vivere, il gusto, le forme amministrative dei Romani. La città si trasforma nell’assetto urbanistico e monumentale; tra I e II d.C. rafforza il ruolo di crocevia di terra e d’acqua, la sua vocazione mercantile. Ancora densamente abitata nel pieno IV d.C. quando si insedia Eliodoro, il primo vescovo, la città si avvia a un lento declino, che si compirà solo dopo il VII d.C. Altino oggi è una straordinaria riserva archeologica, una città millenaria sepolta sotto i campi coltivati.
Sede del museo dal 1960 al 2015, AltinoLab è oggi uno spazio creativo aperto in occasioni straordinarie.
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