recipiente in pietra ollare

Descrizione

Fondo di bicchiere o di recipente cilindrico con probabile funzione potoria in pietra ollare, frammentario. Il fondo all'interno non è spianato e si notano i segni dello stacco del moccio a scalpello. Presenta netti e fitti i segni del tornio all'interno, anche distinguibili al tatto. L'esterno è lisciato. Il fondo all'esterno è leggermente convesso e lisciato. Le pochissime tracce di bruciature e annerimenti da fuoco, che sembrerebbero essere legati a fenomeni post-deposizionali, confermerebbero il "non utilizzo" del recipiente per la cottura dei cibi. Elementi caratteristici sono lo spessore (2 -2,5 cm) del fondo e la convessità del fondo stesso.

Dettagli

Tipologia

Beni Archeologici

Collocazione specifica

Museo Archeologico Nazionale di Altino

Localizzazione geografico-amministrativa attuale

QUARTO D'ALTINO (VENEZIA)

Materia tecnica

Pietra ollare scavata al tornio

Misure

cm x 4 x 7,8

Definizione culturale

Ambito culturale altomedievale

Link scheda estesa

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MUSEO NAZIONALE E AREA ARCHEOLOGICA DI ALTINO

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Nel Museo oltre duemila reperti raccontano la vita quotidiana delle persone dalle origini alla piena età romana. Il percorso espositivo accompagna lungo la linea del tempo e via via svela come vivevano, dove abitavano, cosa scrivevano, come onoravano gli dei e i defunti, prima gli altinati veneti e poi gli altinati divenuti romani. All’ultimo piano, non ancora allestito, scritte e disegni dei lavoratori della Risiera (dal 1880) e dei soldati della Grande Guerra raccontano la storia recente dell’edificio. La mostra Antenati Altinati dà la parola ai personaggi immortalati nelle sculture, che decoravano i monumenti funerari nella necropoli romana, affastellati lungo le strade extraurbane. Dalla torre belvedere si domina il paesaggio di terra e d’acqua circostante, che spiega bene la ragione della scelta insediativa antica. L’area archeologica della porta-approdo conserva le fondamenta del monumentale ingresso settentrionale accessibile solo via acqua (I a.C.), e tracce di una strada urbana (cardine). Nell’area archeologica del quartiere residenziale augusteo, lungo la strada perfettamente conservata (decumano, fine I a.C. – inizi I d.C.) si allineano resti di case fra le quali la domus con il mosaico della Pantera (II d.C.). Una balaustra affaccia su un tratto di canale con approdo (I a.C.) precedente la strada. La storia di Altino inizia nell’VIII a.C., quando un gruppo di Veneti sceglie di stabilirsi in questo luogo, più rilevato dei dintorni, asciutto, protetto da fiumi, circondato da una campagna fertile e salubre. La città dei Veneti fiorisce nel VI a.C. E’ un emporio, dove si incrociano popoli e si scambiano merci, collegato via terra e via acqua alla penisola italica, all’Oltralpe, al Mediterraneo. Qui si venera il dio Altino, il cui santuario sorge dove oggi c’è il Museo, e si allevano i famosi cavalli veneti. Dal II a.C. gli altinati assumono progressivamente il modo di vivere, il gusto, le forme amministrative dei Romani. La città si trasforma nell’assetto urbanistico e monumentale; tra I e II d.C. rafforza il ruolo di crocevia di terra e d’acqua, la sua vocazione mercantile. Ancora densamente abitata nel pieno IV d.C. quando si insedia Eliodoro, il primo vescovo, la città si avvia a un lento declino, che si compirà solo dopo il VII d.C. Altino oggi è una straordinaria riserva archeologica, una città millenaria sepolta sotto i campi coltivati. Sede del museo dal 1960 al 2015, AltinoLab è oggi uno spazio creativo aperto in occasioni straordinarie. (...)