Kavos, il discreto erotismo di Cuneo

28 aprile 2019 | 17:34
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Kavos, il discreto erotismo di Cuneo
Kavos, il discreto erotismo di Cuneo
Kavos, il discreto erotismo di Cuneo

«Kavos è il nome di un’isola greca dell’arcipelago delle Cicladi, ma anche di un bar di Mykonos in cui eravamo entrati per caso e che ci era piaciuto molto»

Cuneo. E’ uno di quei posti in cui quando entri ti sembra di essere osservato da tutti, anche se per strada non vedi nessuno. E di cui si parla poco, sempre con ostentato distacco, talora con maldestra ironia. Ma che solletica le curiosità di un istinto tra i più potenti del genere umano: quello di conservazione.

Siamo accolti da Cesare, il compagno del titolare, anch’egli giornalista, in un clima di cordiale confidenza. «Kavos non è altro che il nome di un’isola greca dell’arcipelago delle Cicladi – ci svela – ma anche di un bar di Mykonos in cui eravamo entrati per caso e che ci era piaciuto molto. Per questo lo abbiamo battezzato così. La nostra volontà era quella di creare un locale nuovo e alternativo che non fosse ancora presente a Cuneo».

«Sex shop significa letteralmente “negozio del sesso” – azzardiamo – cosa offrite ai vostri clienti? ». Cesare sorride e precisa: «La tipologia delle vendite è molto cambiata negli anni. Se una volta la parte predominante erano i films, con l’avvento di internet è l’oggettistica che prevale: i sex toys. Vi è anche una discreta richiesta nel settore dell’abbigliamento e dei gadgets scherzosi, magari per i matrimoni».

Se non è necessaria una particolare autorizzazione per l’apertura e la gestione di questi negozi (per via della liberalizzazione delle licenze voluta dalla “legge Bersani”, ci viene precisato), occorre invece mettere in campo « riservatezza e psicologia » a livello personale. «Come uno psicologo, devo rispettare il diritto alla segretezza del cliente ed evitare di salutarlo per primo in strada, per esempio; ma anche capire che tipo persona mi trovo davanti, per meglio rispondere alle esigenze che taluni possono avere difficoltà ad esprimere» afferma il contitolare di Kavos.

Quest’anno il locale compie 20 anni. Nato nel 1999, ha assistito all’evolversi di costumi e società cuneese passando da una clientela prevalentemente – ma non esclusivamente – maschile a una percentuale di 60% di uomini e 40% di donne, con una discreta rappresentanza di coppie. E una notevole presenza di clientela fidelizzata da città e valli.

«In un’epoca in cui possiamo trovare su internet tutto ciò che può soddisfare le nostre curiosità erotiche, la vostra attività non vi pare desueta o superata? – chiediamo inclementi». «Non direi desueta o superata. Certamente si tratta di una grossa sfida, soprattutto per via delle vendite online. Per fronteggiarla dobbiamo specializzarci, cosa che abbiamo già fatto ai tempi in cui imperavano i film. La fidelizzazione della clientela è certamente la strada da privilegiare. Non dimentichiamoci che noi forniamo anche assistenza al cliente; se – come accade – si trova con un oggetto difettoso, lo può tranquillamente cambiare ».

Galeotto il locale che ci invita alla complicità, riflettiamo sulle vendite dei sex toys (in progresso anche all’estero), la loro evoluzione in termini di materiali, forme e performances. Cesare mi assicura che molte donne (e uomini!) acquistano questi generi di giocattolini… «Chissà cosa potremmo trovare nelle borsette di certe signore!» ridiamo maligni.