La settimana scorsa è toccato a TIM, Wind Tre e Fastweb finire nel registro dei cattivi dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM) per lo stesso motivo. Ora tocca a Vodafone che, ancora una volta, viene richiamata per la mancanza di chiarezza nei messaggi che riguardano le offerte fibra dell’operatore.

Per aver omesso o non adeguatamente evidenziato informazioni su: caratteristiche dell’offerta di connettività a internet in fibra ottica; esistenza di limitazioni dei servizi in fibra ottica; differenze di servizi disponibili e di performance in funzione dell’infrastruttura utilizzata per offrire il collegamento in fibra” scrive l’AGCM nel suo bollettino dell’11 marzo. Aggiungendo che, anche per Vodafone, viene usato il termine omnicomprensivo “fibra” e nomi volti a enfatizzare le massime prestazioni in termini di velocità e affidabilità di navigazione, come “IperFibra” e “Iperfibra 1Gigabit”.

Nel dettaglio, secondo il Garante, Vodafone non avrebbe fatto nulla per correggere il tiro rispetto all’aprile 2018, quando era stata già sanzionata per 4,6 milioni di euro e sempre per le campagne pubblicitarie legate alla fibra.

 

In cosa si manifesta la pratica commerciale scorretta

Nell’ultimo provvedimento dell’AGCM fa riferimento alla cartellonistica usata da Vodafone fino ad almeno tutto ottobre 2018, nella quale i chiarimenti riguardanti la raggiungibilità e le zone del servizio “IperFibra fino a 1 Gigabit/sec.” sono affidati a caratteri minuscoli.

La ramanzina tocca anche al sito web e sempre per i caratteri minuscoli legati alla campagna commerciale “Giga Network”, “Internet Unlimited” e “Vodafone One” che istruivano i possibili clienti sulla disponibilità del servizio attraverso il rimando di un link, mentre i nomi principali enfatizzavano il concetto di “senza limiti e alla massima velocità”.

Inoltre, come per TIM, anche Vodafone non ha chiarito in modo adeguato che l’”opzione velocità” avrebbe aumentato il proprio costo di 5 euro dopo 12 mesi.

Nelle conclusioni, il Garante fa sapere che a causa della nuova diffusione della pratica commerciale ritenuta scorretta, Vodafone rischia una sanzione che va da 10mila a 5 milioni di euro.