30 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Elezioni politiche 2018

Emiliano sfida il Niet di Renzi ai Cinque Stelle: «Hanno diritto di governare, togliamoli alle destre»

Michele Emiliano in un'intervista al Fatto conferma la propria apertura ai Cinque Stelle. Che Renzi aveva escluso

Michele Emiliano ai seggi.
Michele Emiliano ai seggi. Foto: ANSA/ROBERTO BUONAVOGLIA ANSA

ROMA - «Renzi rischia di provocare una catastrofe democratica all'Italia e di far esplodere il Pd. Vuole impedire che il partito sostenga i 5Stelle, perché per sopravvivere a se stesso è disposto anche a provocare lo stallo del sistema politico». A parlare, in un'intervista al Fatto Quotidiano, è Michele Emiliano, uno dei leader della minoranza Pd più intransigenti verso il segretario (in teoria) dimissionario Matteo Renzi, che già prima delle elezioni aveva aperto a un accordo con i Cinque Stelle. Un governo Di Maio-Pd, ha detto Emiliano, è «l'unica strada per ripartire. Dobbiamo dare l'appoggio esterno a un governo dei 5Stelle, che con questa vittoria hanno diritto di governare. E dobbiamo esercitare la funzione di controllo sul programma. Altrimenti si salderanno alle destre. Proposi la stessa cosa nel 2013. Ma a quei tempi il M5S non era maturo».

Renzi? Non lo convinci nemmeno se lo fai parlare con Mosè
Un approccio totalmente contrario alla strada tracciata da Matteo Renzi nel suo discorso di ieri, in cui escludeva qualsiasi «inciucio" di appoggio con gli «estremisti». Per il governatore della Puglia Michele Emiliano (Pd), invece, si tratta di una necessità: «Renzi offende 11 milioni di cittadini, molti dei quali prima votavano per il Pd. E mentalmente non è affatto dimissionario. La sua tesi è che nelle urne è stato un disastro solo perché gli italiani non lo hanno capito, non per i suoi errori. E uno così non lo convinci neppure se lo fai parlare con Mosè».

Verso la catastrofe
Renzi, ha aggiunto, ha una struttura mentale di «un giovane che ha provocato alla sinistra il più grave danno dopo l'Aventino. Con il suo no al cambiamento democratico può portare il Paese alla catastrofe».