1 maggio 2024
Aggiornato 00:30
Governo

Conte sarebbe il sesto premier tecnico: ma non dicevano basta con i professori?

C'era una volta il tempo in cui i grillo-leghisti dicevano: "Basta con i professori"... E invece, eccoci qua

Romano Prodi con Mario Monti, entrambi diventati premier senza essere eletti
Romano Prodi con Mario Monti, entrambi diventati premier senza essere eletti Foto: ANSA / CAMPANINI / BARACCHI ANSA

ROMA - C'era una volta il tempo in cui i grillo-leghisti dicevano: "Basta con i professori"... E invece, eccoci qua. Posto che resta quantomeno plausibile che il presidente Mattarella, come peraltro annunciato, scelga di rivendicare a sé le prerogative di capo dello Stato, e quindi non prenda come oro colato l'accordo M5s-Lega, potremmo comunque tornare ad avere un premier tecnico, e sarebbe la sesta volta nella storia repubblicana. Giuseppe Conte, professore di Diritto, era sconosciuto ai più fino al giorno in cui Di Maio l'ha presentato come ministro della Pubblica Amministrazione di un possibile governo 5S. Un rapporto così stretto, quello tra Conte e Di Maio, che ha portato il prof. di Diritto a scrivere il programma del Movimento sulla giustizia.

Il primo fu Ciampi
Il primo a essere presidente del Consiglio, e poi Capo dello Stato, senza il titolo di onorevole fu, nell'aprile del 1993, l'ex-governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi: nominato dal presidente della Repubblica, così come prevede la Costituzione, in un periodo di delegittimazione della politica a seguito degli scandali di Tangentopoli, rimase in carica fino al 1994 quando si andò a elezioni e a Palazzo Chigi arrivò per la prima volta Silvio Berlusconi (1994). Non bisogna attendere però molto per avere di nuovo un tecnico alla guida del Paese: questa volta siamo nel 1995, tocca a Lamberto Dini. Anche il nuovo inquilino di Palazzo Chigi ha un passato in Bankitalia e nel primo governo del Cavaliere è stato ministro del Tesoro. Incaricato dal presidente Scalfaro, diede vita ad un esecutivo composto esclusivamente da ministri e sottosegretari tecnici e non parlamentari.

Da Prodi e Renzi, fino a Gentiloni
Con le elezioni del 1996 a Palazzo Chigi si insediò invece Romano Prodi, poi arrivò Massimo D'Alema, seguito da Giuliano Amato, che restò a capo del governo dall'aprile del 2000 al giugno del 2001. Per quest'ultimo fu la seconda volta da premier e in quella legislatura, a differenza della prima esperienza, non fu né deputato né senatore. Passarono dieci anni e l'Italia si trovò nel mezzo della crisi economica e finanziaria: il capo dello Stato Giorgio Napolitano affidò quindi l'incarico di presidente del Consiglio a Mario Monti. Tecnicamente fu parlamentare, perché tre giorni prima del suo incarico fu nominato, sempre dal Colle, senatore a vita. Ma non era un eletto. Infine, nella scorsa legislatura, toccò a Matteo Renzi: segretario del Pd, ma non eletto in Parlamento, è succedo a Enrico Letta ed è rimasto a Palazzo Chigi dal 2014 al 2016, quando, a causa della sconfitta al referendum sulle riforme, si è dimesso, passando il testimone a Paolo Gentiloni.