29 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Sicurezza

Salvini chiude la polemica con Saviano: «Gli raddoppio la scorta»

Il ministro degli Interni non intende togliere la protezione allo scrittore, anzi: «Se poi lo toccano è colpa mia». L'epilogo di una lunga guerra a colpi di social

Il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini al Tempio di Adriano durante la presentazione del libro di Lilli Gruber
Il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini al Tempio di Adriano durante la presentazione del libro di Lilli Gruber Foto: Giuseppe Lami ANSA

ROMA – Ci pensa il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, a chiarire le sorti di Roberto Saviano. Per decidere le scorte «ci saranno criteri oggettivi, io non voglio sapere né nome né cognome» ma «voglio raddoppiare la scorta a Saviano, perché se poi gli toccano un'unghia la colpa è mia». Una risposta indubbiamente sarcastica, ma anche pragmatica e istituzionale, quella che il titolare del Viminale ha dato intervenendo alla presentazione dell'ultimo libro di Lilli Gruber, al tempio di Adriano. E che mette assennatamente la parola fine su una querelle che si stava trascinando ormai da mesi, tanto da trasformarsi in una vera e propria polemica politica.

Volano gli insulti
Nel giugno scorso, appena assunto il suo nuovo incarico, infatti, lo stesso Salvini aveva aperto la questione, annunciando: «Saranno le istituzioni competenti a valutare se Saviano corra qualche rischio, anche perché mi pare che passi molto tempo all'estero». L'autore di Gomorra gli aveva risposto con un video sui social network, definendolo senza mezzi termini «ministro della malavita». Un mese fa, poi, era trapelata l'indiscrezione (smentita ufficialmente) che il Viminale intendesse togliergli la scorta sostituendola con una semplice vigilanza saltuaria. E, di nuovo, lo scrittore gli aveva risposto con livore con un post velenoso su Facebook: «L'impressione è che, da fastidioso parassita, tu valga poco, molto poco». Il tutto condito da critiche continue contro le politiche del leader della Lega sull'immigrazione.

Il tema delle tutele
Alla luce delle ultime parole di Salvini, il piano del ministero dell'Interno appare ora più chiaro. Non si tratta di un intervento ad personam contro Saviano, bensì di una volontà complessiva di razionalizzare i dispositivi di protezione: che ad oggi sono ben 585, e occupano 2072 agenti delle forze dell'ordine. Probabilmente troppe, anche perché non sempre corrispondono ad un rischio effettivo, concreto ed imminente. Insomma, il vicepremier sembra voler rimettere al centro del dibattito la questione squisitamente amministrativa, e concludere invece questa lunga e stucchevole guerra proseguita a colpi di social. Come risponderà adesso il giornalista?