29 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Manovra

Brunetta contro Salvini e Di Maio: «Abolito il lavoro, non la povertà»

Il Deputato di Forza Italia in un editoriale su «Il Foglio» si scaglia contro l'ultimo provvedimento del Governo: «Un decreto caos irresponsabile e clientelare, produttore di assistenzialismo e lavoro nero»

Il Deputato di Forza Italia, Renato Brunetta
Il Deputato di Forza Italia, Renato Brunetta Foto: ANSA

ROMA - «I centri per l'impiego non funzionano e, verosimilmente, non funzioneranno mai; le imprese non forniscono e non forniranno mai ai centri per l'impiego i fabbisogni per coprire i loro posti di lavoro vacanti; in compenso tutti riceveranno il RdC, essendo illusoria qualsiasi possibilità di verifica. Il migliore dei mondi possibili per l'italico opportunismo socio-politico». Lo scrivono in un editoriale sul «Il Foglio» Renato Brunetta e Giuliano Cazzola, dal titolo «Abolito il lavoro, non la povertà».

Mostro giuridico ingestibile

«Un decreto caos irresponsabile e clientelare, produttore di assistenzialismo, lavoro nero, che avvelena i pozzi tanto del buon funzionamento del mercato del lavoro, quanto dell'equità del welfare pensionistico - aggiungono -. Un mostro giuridico ingestibile, per di più approvato per decreto, soggetto ai cambiamenti e alle forche caudine del passaggio parlamentare. Un sarchiapone che produrrà iniquità, opportunismi, conflitti sociali e distributivi a non finire, che premierà l'evasione, in un'Italia in recessione e disperata. Speriamo almeno un po' disillusa».

Salvini e Di Maio contro il lavoro

«Grazie Salvini, grazie Di Maio. Abbiamo capito la vostra filosofia: siete contro il lavoro. Lo ritenete un male da cui fuggire il più presto possibile nel buen retiro della pensione. Meglio ancora se lo si può evitare, campando a spese dello Stato, grazie al reddito e alla pensione di cittadinanza», concludono Cazzola e Brunetta.

Crollo economia e fuga investitori da titoli italiani

«E' quasi impossibile che l'economia italiana possa crescere al tasso del +1,0% nel 2019 previsto dal Governo e accettato dalla Commissione Europea. È ormai chiaro che quel dato è ampiamente sorpassato e che, realisticamente, la crescita non sarà superiore al +0,5%, se va bene». Lo afferma in una nota Renato Brunetta ricordando le recenti previsioni di istituti internazionali quali Goldman Sachs, Oxford Economics e PIMCO, tutte lontane dall'1%.

Manovra correttiva in primavera

«Le conseguenze saranno ovviamente quelle di dover rivedere al rialzo i due principali indicatori di finanza pubblica, deficit/Pil e debito/Pil, che non rispetteranno, quindi, gli obiettivi concordati con Bruxelles. Per questo motivo - sostiene Brunetta - la Commissione chiederà al Governo una manovra correttiva già questa primavera».

La spesa per interessi

Brunetta, citando ancora le valutazioni di PIMCO, che è anche un investitore in titoli di Stato italiani, dice che «la società ha reso noto che sul nostro debito rimarrà 'leggermente sottopeso', un modo per dire che se ne starà possibilmente alla larga dai nostri BTP in attesa di monitorare i possibili sviluppi dell'economia». Inoltre «altri investitori internazionali hanno deciso di fare la stessa cosa. La conseguenza - conclude l'economista di Foza Italia - è che, con una riduzione della domanda, il Tesoro dovrà offrire i titoli nelle prossime aste con rendimenti ancora elevati, contribuendo così ad aumentare ancora di più il peso della spesa per interessi sul debito sulle spalle degli italiani».