Il primo Martedì di S. Antonio

 Iniziata nella Parrocchia di S. Antonio di Padova in Cassino, la pia pratica dei Tredici Martedì di S. Antonio

A Cassino ha preso il via, martedì 5 marzo, il primo dei Tredici Martedì Maggiori di S. Antonio da Padova, nella Parrocchia intitolata al Santo. Per una coincidenza del calendario, era proprio il martedì grasso, ultimo giorno di carnevale, eppure la folla dei fedeli non ha fatto una piega ed ha riempito la chiesa per partecipare con fede e devozione a questa pia pratica che andrà, di martedì in martedì, fino al 28 maggio, per permettere poi di celebrare la “Tredicina” in preparazione alla festa del Santo, che sarà il 13 giugno.

Si è iniziato alle 18,15, davanti alla cappella laterale del Santo, con il Rosario Antoniano, che con la preghiera invita a meditare sulla vita e la santità di Antonio, che viene proposto come modello, esaminando di volta in volta un aspetto. Il primo motivo di imitazione è stato la fede, base di tutto. In seguito si mediterà sulla speranza, l’amore a Dio e al prossimo, l’umiltà, l’obbedienza, la povertà, la purezza, la penitenza, la preghiera, l’amore alla Vergine Maria, la morte e la gloria. L’animazione della preghiera è affidata ogni volta ad un gruppo diverso e ad inaugurare il primo Martedì è stato il gruppo della Caritas parrocchiale.

Poi nella cappella del Santo c’è stata la Celebrazione Eucaristica presieduta dal Parroco Don Benedetto Minchella che, per stimolare i fedeli ad una fede più matura sull’esempio di S. Antonio, nell’omelia ha commentato la parola del Vangelo di Marco (10, 28-31) “Riceverete in questo tempo cento volte tanto insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà”, facendo osservare che la fede non è un chiedere e ricevere, un do ut des, e Dio non risponde ad ogni nostro”capriccio” o ad ogni nostra domanda, come quando, connessi su internet, otteniamo immediatamente tutto quello che chiediamo digitando una sola parola. A volte ci sembra che Dio non ascolti le nostre preghiere e richieste, per quanto giuste, o che non ci venga nessun vantaggio dal seguirlo, proprio come Pietro fa notare a Gesù nel vangelo odierno. Ma se ci affidiamo a Lui e lo facciamo entrare davvero nella nostra vita, ci conduce attraverso un graduale processo di purificazione. Il Signore accetta le nostre recriminazioni e pian piano le purifica. Se ancora non ci viene dato quello che abbiamo chiesto, è perché non abbiamo ancora messo Dio al primo posto. S. Antonio diceva: “Mio Dio e mio tutto”, così noi dobbiamo far entrare Dio in ogni ambito e piega della nostra vita, dovunque e comunque, farlo diventare il nostro “tutto”. Domani, ha concluso, è l’inizio della Quaresima, che è il ritorno del Signore: facciamoci ultimi tra gli ultimi, come S. Antonio.

Al termine della Messa, preghiere e canti antoniani, tra cui il Si Quaeris, poi la benedizione del pane di S. Antonio e la Benedizione con la Reliquia del Santo. Quindi i fedeli hanno sfilato per dare un bacio o un segno di devozione alla Reliquia e ricevere il pane benedetto. I prossimi 12 Martedì di S. Antonio avranno lo stesso andamento e saranno certamente efficaci affinché la devozione al Santo Taumaturgo, tanto diffusa tra il popolo, non sfoci mai in una sorta di superstizione cieca e acritica, ma venga educata via via verso una vita cristiana sempre più consapevole ed autentica.

Adriana Letta

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