Povertà, pensioni, Flat tax, Iva: ecco cosa prevede la manovra 2019

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Il reddito di cittadinanza verrà avviato già da marzo-aprile del prossimo anno. Lo schema del M5S prevede l’erogazione di un sussidio di 780 euro mensili a coloro che sono disoccupati o si trovano comunque al di sotto di questo livello di reddito, purché accettino di essere inseriti in un percorso di formazione e di ricerca del lavoro. La misura dovrebbe riguardare circa 6,5 milioni di persone, con un costo di 10 miliardi di euro. Il primo passo è la riforma dei centri per l’impiego. Nel reddito verranno assorbiti gli attuali strumenti di assistenza.

Assegno a 780 euro ma non a tutti, vale il reddito familiare.

Accanto al reddito è prevista una sorta di pensione di cittadinanza per le persone che sono già uscite dal mondo del lavoro. In pratica si tratta di portare allo stesso importo di 780 euro mensili il livello degli attuali trattamenti pensionistici più bassi, da quelli “minimi” di tipo previdenziali fino all’assegno sociale.

Restano in bilico le pensioni degli invalidi civili, ma per limitare il costo della misura saranno comunque applicati limiti di reddito non solo personale ma anche familiare. L’aumento in arrivo assorbirà gli altri benefici e maggiorazioni già esistenti. Il costo può arrivare a 4 miliardi.

Quota 100: sono 400mila i lavoratori che usciranno.

La maggioranza giallo-verde è riuscita nel suo obiettivo di depotenziare la riforma previdenziale firmata da Elsa Fornero e dal governo Monti nel 2011. A questa operazione è destinato a regime un importo finanziario pari a circa 8 miliardi, che dovrebbe spalancare le porte della pensione a circa 400mila persone.

La formula è quella di “quota 100” (somma tra requisito di età e contributivo)ma con valori minimi fissati a 62 anni e a 36 anni di contributi. Ad esempio sarà possibile lasciare il lavoro a 62 anni con 38 di contributi, oppure a 64 se i contributi sono almeno 36 anni.

In attesa di una revisione dell’Irpef, che dovrebbe partire il prossimo anno, la strategia fiscale del governo si concentra sulla cosiddetta “flat tax” per le partite Iva, in pratica l’estensione del regime forfettario per le piccole imprese con ricavi fino a 65 mila euro. Una misura il cui costo viene stimato in 1,5 miliardi, che dovrebbe ammettere al beneficio circa 500 mila soggetti, in aggiunta al milione che già ne gode.

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