A pochi chilometri dal confine tra Emilia-Romagna e Toscana, distante circa 2 ore di macchina sia da Firenze che da Bologna, si trovano le Cascate del Dardagna, uno spettacolo naturale immerso nei colori e nella natura dell’appennino bolognese. Il posto ideale dove passare una giornata all’insegna della natura incontaminata, ammirando il foliage autunnale, tra salti d’acqua e antiche foreste di faggi.

Cascate del Dardagna, dove si trovano e perché visitarle

Le cascate del Dardagna sono immerse nello spettacolare Parco regionale del Corno delle scale, un piccolo angolo di paradiso dove il tempo sembra essersi fermato: qui, circondati da uno scenario fiabesco di boschi secolari, tra scrosci d’acqua e il silenzio rotto solo dal cinguettio degli animali, si trova un percorso di trekking che conduce alle Cascate, ideale da percorrere da soli o con tutta la famiglia. In questa zona poca conosciuta dell'Emilia Romagna, si trova infatti il torrente Dardagna che, lungo il suo corso, che dal Corno conduce fino al Santuario dell’Acero, crea ben sette cascate di diversa altezza, che possono essere ammirate in successione, grazie a un percorso escursionistico che attraversa il parco.

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Pietro Costanzo / 500px//Getty Images
Cascate del Dardagna

Cascate del Dardagna come arrivare

Il sentiero che porta alle cascate del Dardagna parte dal santuario di Madonna dell’Acero, situato in Lizzano Belvedere, in provincia di Bologna. Qui si trova l’acero secolare che fa da sfondo a un’intrigante leggenda del luogo. Si narra infatti che un giorno, due pastori, di cui uno sordomuto, vennero improvvisamente colti da una tempesta, che li spinse a cercare riparo sotto un acero. Qui, secondo la leggenda, apparve loro la Madonna che donò parola e udito al pastorello. Cadeva il giorno 5 di agosto che da allora venne dedicato a celebrare l'apparizione della Madonna dell’Acero. Venne costruito un piccolo tempio in pietra per proteggere l’acero, che oggi però non esiste più, e al suo posto venne eretto un santuario montano, al cui interno, sotto l’altare maggiore, è possibile ancora ammirare i resti di quel leggendario acero.

Il percorso escursionistico delle Cascate del Dardagna

Una volta giunti al Santuario della Madonna dell’Acero, per raggiungere le cascate è possibile seguire il sentiero delle Sette cascate che si divide in due tronchi principali: il primo che parte dalla Madonna dell’Acero e arriva fino all’ultima cascata che è considerato particolarmente facile, mentre il secondo, che conduce dall'ultima cascata al lago di Covone è considerato di media difficoltà. Il tratto di percorso per arrivare alle cascate non è particolarmente impegnativo: sono circa 4 km di sentiero segnato, con una leggera pendenza.

Proprio alle spalle del Santuario della Madonna dell’Acero inizia il sentiero, segnalato come CAI 331: è un tratto di strada piuttosto largo e facile, non presenta infatti dislivelli importanti, che conduce alla prima cascata. Il percorso segue il torrente Dardagna, attraversando la foresta di faggi, dove, se si è fortunati, si possono osservare alcune rare specie autoctone, come la rana temporaria e la salamandra pezzata, che vive solo nell’acqua limpida.

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Apostoli Rossella//Getty Images
Cascate del Dardagna

Il sentiero permette di osservare da vicino tutte e sette le cascate, arrivando fino all’ultima, la più spettacolare. A questo punto, una volta ammirata anche l’ultima cascata, ci sono due strade a disposizione. Si può tornare indietro al Santuario, rifacendo lo stesso percorso, oppure si può seguire un sentiero che conduce al lago Covone. La seconda opzione aggiunge circa mezz’ora di cammino ma è particolarmente consigliata in quanto, oltre a offrire la possibilità di ammirare la bellezza di questo laghetto montano, permette di ritornare al Santuario, con un percorso ad anello, seguendo una strada asfaltata, invece che percorrere lo stesso sentiero in discesa, che potrebbe rivelarsi a tratti, molto scivoloso.

Questa seconda parte di sentiero, benché non molto lunga, sono necessari infatti circa 30 minuti di cammino, è considerata di media difficoltà, motivo per cui è importante affrontarla con il giusto equipaggiamento, indossando delle scarpe da trekking adeguate. Per arrivare al lago Covone, una volta raggiunta l’ultima cascata è necessario girare a sinistra, e percorrere il sentiero CAI 337. Una volta iniziato il percorso, in soli 30 minuti si arriverà al punto più alto di tutto il sentiero, ovvero il laghetto del Cavone: un suggestivo specchio d’acqua, in realtà un lago artificiale, nato nel luogo dove un tempo si trovava il rio Piano, situato a 1421 metri di altezza.

Il lago Covone, oltre ad ospitare la rana temporaria, una specie di rana caratterizzata dalla pelle rossastra, che vive solo sopra i mille metri, è il luogo perfetto da cui partono i tanti percorsi escursionistici che si addentrano nel cuore degli Appennini. Presso il lago di Covone è possibile anche godere di una sosta rifocillante, grazie alla presenza del Rifugio Cavone, il luogo ideale dove gustare le prelibatezze locali circondati dai colori della natura. Una volta raggiunto il lago, è possibile ritornare alla Madonna dell’Acero, o imboccando la strada asfaltata, o percorrere a ritroso il percorso delle sette cascate.

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