Riesci a immaginarti come potresti reagire davanti a una lettera di un padre che ti dice, così in maniera diretta, che sua figlia di 14 anni è morta, anche se indirettamente, per colpa tua? Difficile rimanere impassibili. Anche se sei a capo di un colosso come Instagram, forse ancora di più se sei a capo di un colosso come Instagram. È una cosa che ti "colpisce al cuore" e non fatichiamo a crederlo. Questa è la storia di Molly Russell la 14enne che si è tolta la vita nel 2017. Questa è la storia della famiglia di Molly Russell che ha scoperto che loro figlia si è suicidata dopo aver visto immagini di autolesionismo su Instagram. Questa è la storia di Adam Mosseri, capo di Instagram, a cui è stata consegnata nero su bianco questa storia, e oggi ha la possibilità di fare davvero la differenza. Come? Facendo in modo che il social network cambi il suo algoritmo rimuovendo in maniera scientifica immagini violente e inopportune e proteggere così i giovani, e non solo, dalle fragilità loro e altrui.

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Patrick Schöpflin / Unsplash.com

"Instagram ha contribuito a uccidere mia figlia" ha scritto il padre di Molly Russell nella lettera rivolta al social network facendo riferimento proprio alle immagini di autolesionismo che la ragazza avrebbe cercato, e trovato, su Instagram prima di compiere il tragico gesto di togliersi la vita. Inaccettabile per un genitore, intollerabile per ogni essere umano. In una lunga intervista rilasciata al telegraph.co.uk, Moser ha spiegato quanto questa faccenda glia abbia aperto gli occhi su un tema caldissimo. "Sono questioni che ho sempre preso molto sul serio, ma tutto diventa molto più reale quando ci si trova davanti alla storia di un individuo, soprattutto se è successo qualcosa di tragico". Posto che ha assicurato che le immagini trovate dalla famiglia di Russell saranno rimosse il prima possibile, ha dichiarato anche di essere al lavoro con il team di implementazione per studiare un algoritmo capace di rimuovere tutte le immagini di autolesionismo, in maniera rigorosa. Al momento infatti il social network fa affidamento sulle segnalazioni degli utenti ma è tempo di trovare una tecnologia che possa risolvere il problema più efficacemente. Nel frattempo, saranno vietate tutte le immagini di autolesionismo e sarà resa molto più difficile la ricerca di materiale di questo tipo. "Sono entrato in azienda più di 10 anni fa e ci siamo concentrati principalmente su tutto il bene che il connettere le persone poteva generare, sul dare voce alle persone, aiutarle a entrare in contatto con i propri cari - ha detto Moser "Ma se devo essere onesto non ci siamo mai focalizzati sui rischi che il mettere in contatto così tante persone avrebbero potuto generare. Questa è una lezione che abbiamo imparato negli ultimi anni. E ha cambiato radicalmente il modo in cui costruiamo, come progettiamo, come facciamo ciò che facciamo".

Instagram e autolesionismo: un algoritmo cancellerà tutte le immaginipinterest
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Molly Russell è una degli ormai tanti, anzi troppi, under 20 ad essersi tolti la vita negli ultimi anni portando il tasso di suicidio tra i giovanissimi ai massimi storici, oltre che la principale causa di morte per i giovani sotto i 20. A dirlo Matt Hancock Segretario di Stato alla salute del Regno Unito che proprio a Facebook, società che possiede Instagram, ha recentemente fatto un richiamo. Un rapporto compilato dall'Office for National Statistics, l'agenzia governativa britannica che raccoglie, analizza e pubblica le informazioni statistiche sull'economia, la popolazione e la società nel paese, infatti ha rilevato che il tasso di suicidi tra gli adolescenti britannici è quasi raddoppiato negli ultimi 8 anni, e i social media sono una delle cause primarie legate a questo (triste) dato in aumento. Temi come il cyberbullismo sono all'ordine del giorno ormai da diverso tempo, così come l'uso improprio dei social, abusi sessuali, molestie, pedofilia e una moltitudine di altri problemi e non è più tollerabile che per cavilli burocratici e scappatoie non vengano affrontati seriamente. Scientificamente. La giustizia, intesa come giustezza, non può essere nelle mani della coscienza altrui. Non più. Instagram sta finalmente cambiando il suo algoritmo, e la morte di Molly Russell non sarà stata invano. Amara consolazione.