Alle volte basta solo guardare meglio l'umanità per amarla. Basterebbe educare lo sguardo a vedere da prospettive differenti, per riuscire a sentire anche quello che non si vede: la sacralità della vita e dell'esistenza. Quasi istintiva per una donna e la sua spiritualità, capace di elevarsi dal dedalo di scismi e religioni che governano la ragione degli uomini e la secolare sottomissione di genere. La sua prodigiosa capacità di dare vita e amore incondizionato al prossimo (anche chi non la ama e rispetta), potrebbe rinnovare tradizioni incapaci di nutrire la fede nel quotidiano e il dialogo con il contemporaneo. Molti proclami di libertà e uguaglianza sono confutati dalle azioni e troppe cose restano proibite alle donne in questo nostro mondo. Una è seguire il richiamo di Dio, assecondando la vocazione al sacerdozio. Proibita alle donne nella Chiesa cattolica romana (ma non solo), nonostante le aperture di Papa Francesco, o quelle alla parità di genere di molte altre confessioni. Nel mondo però c'è chi lotta per cambiare le cose e chi contribuisce a condividerne la conoscenza. Perché riusciamo a vedere solo quello che conosciamo. Per questo la fotografa documentarista Nausicaa Giulia Bianchi da anni documenta la scelta disobbediente e coraggiosa delle donne prete con l'ampio progetto Women Priests Project, pronto a dare anche alla Vergine un Cuore Nuovo (You Gave The Virgin a New Heartt).

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Sembra non manchino prove di diaconesse nelle sacre scritture, attive in Italia dal 2° al 6 ° secolo d.C. Questo però nell'ultimo secolo non ha scoraggiato la lotta contro l’ordinazione delle donne, nella Chiesa Cattolica romana e la sua Santa Sede. Uno degli ultimi governi al mondo a essere governato esclusivamente da persone di sesso maschile, insieme a Haiti, Qatar e Yemen. Le suore sono laiche a servizio della Chiesa, senza nessuna autorevolezza spirituale, la possibilità di predicare e consacrare l’Eucaristia. L’articolo 1024 del codice di diritto canonico prevede che solo un uomo battezzato possa accedere al sacerdozio. Nel 2002 però un gruppo di credenti ha deciso di sfidare questa norma, ordinando sette donne su una nave lungo il fiume Danubio, nei pressi della tedesca Passau.

Il 29 giugno 2002, Pia Brunner, Ida Raming, Iris Müller, Christine Mayr-Lumetzberger, Adeline Theresia Roitinger, Gisela Forster e una donna sotto il falso nome di Angela White, sono stati ordinati sacerdoti cattolici dai vescovi Ferdinand Regelsberger e Rómulo Antonio Braschi. In seguito altre tre sono state ordinate vescovi. L'associazione Roman Catholic Womenpriests ha continuato a portare avanti quella che ritiene essere la sua missione di rinnovamento della Chiesa Cattolica Romana, con oltre 200 donne sacerdote e dieci vescovi in varie regioni del Mondo. Tutti sono stati scomunicati. Nel 2010 Giovanni Paolo II ha rincarato anche la dose, non riconoscendo alla Chiesa l'autorità di ordinare le donne, con un documento papale decisivo e irriformabile. Per la Chiesa il sacerdozio femminile è un crimine grave, quanto l’abuso sessuale nei confronti dei minori.

Nel 2012 la fotografa documentarista ligure, sensibile all'esplorazione di memoria, religione e femminismo, continuando ad usare la fotografia come esplorazione spirituale, ha iniziato a interessarsi alla vita e la fede delle donne prete romano cattoliche. Sacerdoti femminili scomunicati dal Vaticano, per aver disobbedito alla legge canonica che gli vieta di essere ordinate.


Superato l'iniziale stupore scatenato dalla scoperta di una donna prete che celebra un battesimo, la fotografa cresciuta con tutte le contraddizioni del cattolicesimo, ha iniziato a riflettere sul perché non lo avesse mai ritenuto possibile. Maturando il desiderio d'intraprendere un viaggio nel sacro che offre sentieri inconsueti e imprevedibili, le sue ricerche l'hanno condotta tra le braccia amorevoli di Diane Dougherty.

Come lei stessa ha modo di precisare nella documentazione che condivide "nel febbraio del 2013, sono stata invitata da Diane Dougherty, una donna irlandese-americana di 70 anni, a visitare la sua comunità di "cattolici erranti". Si definisce un "prete" cattolico, anche se il Vaticano afferma che questo è teologicamente impossibile. Mi ha detto che stava lavorando con i giovani LGBT."

L'incontro con l'autorità spirituale di questa donna è potente e commovente. Al punto da aiutare la fotografa a guarire il "bambino cattolico dentro di sé", spingendola a continuare il viaggio, incontrando, fotografando e intervistando più di settanta donne che hanno abbracciato il sacerdozio. Donne prete che sono anche madri, sposate con altre donne, che credono nell'aborto, nell'uguaglianza e nell'inclusione. Che non lottano per un nuovo culto ma per trasformarlo, nonostante scomunica e minacce di morte.

(Bridget Mary Meehan nella sua casa in Sarasota Florida, 2015). Bridget Mary è vescovo dal 2009. Per venti anni era stata suora, una Sister for Christian Community, oggi serve le comunità cattoliche Maria Madre di Gesù in Florida e in Virginia. Lei presiede liturgie, officia a matrimoni e offre ministero sacramentale in molte le comunità. Bridget Mary è autore di venti libri sulla religione cattolica ed è una delle donne che più hanno parlato con giornali e TV per chiedere il sacerdozio femminile.

La vedo sempre avvolta di grazia e gentilezza, con l'innocenza e la gioia di una bambina, ma quando parla del sacerdozio femminile si sente il fuoco della passione che la anima: "Vogliono portare via la nostra fede? La mia fede è nel mio DNA. Sono una donna cattolica irlandese e io sono appassionata della mia fede cattolica. Sono tanto cattolica quanto lo è il papa". A lei sono riuscita a chiedere le cose più intime, per esempio cosa è la verginità per i religiosi e perché è importante."

Da anni Nausicaa Giulia Bianchi, racconta le loro storie, fotografandone il quotidiano che mangia, lavora, prega, ma soprattutto sfida norme e pregiudizi, con un modo diverso di vivere con fede il cattolicesimo. "Ispirati da profeti e mistici, contro il clericalismo e il potere, le donne sacerdote aprono le loro comunità a divorziati, gay e tutti coloro che la Chiesa non invita alla loro tavola eucaristica. Mi è stato mostrato un modello di mondo in cui, se non c'è giustizia per il più piccolo e il più debole, allora non c'è alcuna giustizia. Per me quelle donne sono un simbolo. Ci stanno mostrando il primato della coscienza e come rinnovare la nostra tradizione".

(Foto della mamma di Janice Sevre-Duszynska durante la sua prima comunione, Lexington Kentucky Stati Uniti. 2013). Janice viene da una famiglia polacca con forti radici romano cattoliche. Ella è membro della Women's Ordination Conference, l'organizzazione più antica e più grande che lavora per un rinnovato ministero sacerdotale nella Chiesa cattolica. È stata ordinata donna prete nel 2008, scomunicata e poi arrestata dalla polizia italiana in Vaticano nel 2013.

In un primo momento, quando Papa Francesco è stato eletto sperava che stesse arrivando il tempo del cambiamento, ma oggi non ci crede più. Molte donne mi hanno detto: "Stiamo facendo questo per il futuro, non vedremo il cambiamento durante la nostra vita".

Pur riconoscendo il documento papale, non condividendone la discriminazione di genere, nel 2016 Papa Francesco ha nominato varie religiose e laiche in posti chiave del Vaticano. Ha creato anche una commissione per valutare la possibilità di aprire alle donne il diaconato. Un passetto verso il primo grado dell'ordine sacro, seguito dal sacerdozio e dall'episcopato. I diaconi possono amministrare alcuni sacramenti, come il battesimo e il matrimonio, oltre a guidare comunità parrocchiali in alcuni paesi. Questa apertura avvicinerebbe la Chiesa Cattolica a quella anglicana che ordina da tempo donne preti e vescovi.



In quell'occasione, la fotografa, con la complicità de La Casa Internazionale Della Donna di Roma e del suo governo locale, ha anche declinato il suo progetto in poster. Affissi intorno al Vaticano e il centro storico di Roma, con le donne che disubbidiscono nella provocatoria campagna femminista contro il divieto. Donne che rivendicano la sacralità dell'esistenza con gesti semplici e dirompenti di coraggiosa disobbedienza.

Alta Jacko è nata Venerdì Santo 6 aprile 1928 a Chicago Illinois, Stati Uniti. E' vedova con otto figli, quattro ragazze e quattro ragazzi, sedici nipoti e quattro bis-nipoti. E' anche una sacerdotessa romano cattolica dal 2009. Ex insegnante di arte e musica, ha guadagnato un master in studi pastorali da Loyola University, una scuola cattolica gesuita. Mi ha invitata a casa sua e mi ha offerto biscotti e tè caldo. Alta ha 85 anni, bella, forte e davvero possente. Mi ha detto che essere prete è quello che è stata chiamata a fare da Dio. Alta ha detto: "Lo Spirito Santo sta chiamando le donne. Non è che una mattina ti svegli e ti fai ordinare prete, no! Tutta la tua vita è una preparazione alla ordinazione, e al di là di essa. Quindi, con quella forza, quel coraggio che non mi danno scelta come donna afro-americana, devo andare avanti e seguire lo Spirito Santo."

Durante l'intervista che è durata sei ore, Alta è stata così forte, così dura: "Mi è stato detto che ho ricevuto il dono di vedere. Non è solo vedere, vedere, come vediamo con i nostri occhi, con i nostri occhiali, è un vedere più in profondità. Un vedere all'interno. Sto insegnando alle persone a cambiare e a riconoscere il cambiamento. Non è la legge. Non è la legge. Non è ... sei tu! E' tutto su di te e la tua fede. I segni dei tempi sono già tutti intorno a noi".

Il suo progetto di respiro femminista lungo le strade del sacro è arrivato lontano. Ha stretto molti legami e svegliato coscienze. Mostrato quello che in tanti non credevano possibile. L'incontro con oltre 35 comunità negli Stati Uniti, in Canada e Sud America, è pronto a estendersi a Europa e Sud Africa (ogni contributo offerto al progetto ne garantisce la crescita).

Nausicaa Giulia Bianchi continua a lavorare per diffondere la conoscenza di questa realtà. La realizzazione di podcast (50 interviste), un libro e un documentario web (www.donneprete.org), arricchiranno presto presentazioni ed esposizioni che toccano da tempo diversi eventi e festival internazionali. Anche l'Organ Vida International Photography Festival, con la selezione di scatti di Ordination, selezionati per arricchire lo sguardo collettivo femminile di Engaged, Active, Aware — Women’s Perspectives Now.

Il sinodo dei giovani su Gioventù, Fede e Discernimento Professionale inizia tra qualche giorno ma le donne comprenderanno solo il 10% degli invitati e saranno considerate osservatrici o collaboratori. Il viaggio contro pregiudizi di genere e discriminazione è ancora lungo, ma il progresso dell'uguaglianza all'interno della chiesa potrebbe avere un effetto dirompente non solo sulla trasformazione di ogni istituzione legata alla chiesa, incluse migliaia di scuole riservate all'educazione delle donne e degli uomini del futuro.

Continuando a precorrere le vie complesse intraprese da memoria, religione e femminismo, la sensibilità di Nausicaa Giulia Bianchi resta aperta a diversi progetti, mentre l'esplorazione della spiritualità si estende ad una serie di lezioni di fotografia, serate dedicate (la prossima il 22 novembre 2018 alla New Old Camera SRL di Milano) e workshop (il 13 e 14 ottobre allo Spazio Mimesi si Rimini). In occasione del centenario della prima guerra mondiale, il suo progetto "Theatre of War", realizzato per Fuji Film e Trentino Marketing, arriva anche in mostra al Festival di Internazionale di Ferrara (5, 6, 7 ottobre 2018).

How to: Ordination, parte della collettiva Engaged, Active, Aware — Women’s Perspectives Now, al Museum of Contemporary Art di Zagabria (fino al 30 settembre 2018) parte dell'Organ Vida Festival.