"Sono nata libera, vissi libera, morirò liberata!" (Cristina di Svezia, 1626-1689)
Il motto rivoluzionario di una donna e regina anticonformista come Cristina di Svezia, aleggia nella sua Stanza dell’Alcova del Palazzo Riario, divenuto sede della Galleria Corsini di Roma. Trionfa sul dialogo tra antico e contemporaneo, ingaggiato dal suo percorso espositivo con L’obiettivo sensibile di Robert Mapplethorpe e il provocatorio manifesto di liberazione della sua opera, ben sintetizzato da una delle fotografie scattate a Lisa Lyon (esposto non a caso vicino al motto). La scultorea pioniera del body building, modella e tra le muse predilette del fotografo, tra i più provocatori e sovversivi del XX secolo. Un Michelangelo della fotografia che ha scolpito la sua poderosa, complessa e dirompente visione femminile da ogni prospettiva possibile, insieme a quella di donne, uomini e personaggi destinati a infrangerne cliché, tabù e assuefazioni dell'immaginario.
È il corpo sublime della sua opera, spintosi ben oltre il confine tra arte e pornografia, a nutrire parecchi spunti di riflessione (in mostra, in libreria e al cinema). A trenta anni dalla sua scomparsa, Mapplethorpe continua a disturbare e sedurre con il talento provocatorio che ha sostenuto prima di altri la poesia rock di Patti Smith (è suo anche il ritratto sulla copertina del celebre Horses), il temperamento punk di Deborah Harry, o le provocazioni eroticamente femministe di Louise Bourgeois. I concetti di sesso, genere, razza e morale, scardinati dai personaggi della scena underground newyorchese, artistica, omosessuale, S&M, vissuta e goduta fino all'ultimo respiro, il 9 marzo del 1989.
[editoriallinksid='b9645119-fc70-4e99-991c-15cf3b78287a'][/editoriallinks]
La mostra inaugurata a Roma, contemporaneamente al progetto espositivo Sheathed della Baldwin Gallery di Aspen, arricchisce di prospettive inusuali la tensione vitale e sensuale dell'opera di Mapplethorpe, capacissima di dialogare con quella che anima diverse opere della galleria romana, del calibro del San Giovanni Battista di Caravaggio o della Venere e Adone di Jusepe de Ribera.
Qualcosa di analogo fa il Museo Madre di Napoli con la sua Coreografia per una mostra, rileggendo la pratica performativa di ogni fotografia di Mapplethorpe con quella di veri corpi di ballo. Lasciandoci danzare con il corpo della sua opera, offre nuove prospettive anche all'evoluzione di nuove forme che anticipa.
Ogni progetto espositivo, cinematografico ed editoriale in circolazione, approfitta di selezioni diversissime delle sue opere, per rileggerne il contributo decisamente moderno, facendo tesoro dello stesso approccio riservato da Mapplethorpe a tutto. La vita e l'arte, il sesso e l'amore, l'organo riproduttivo di un uomo (compreso il suo) e di un fiore, nature morte e vivissime. Anche la scena S&M protagonista del controverso Portfolio X, tra fruste, falli e feticci, perfetti per riflettere su falsi pudori e vere ipocrisie.
Per questa ragione la mostra ospitata alla Galleria Franco Noero di Torino, non replica quella allestita alla Olga Korper Gallery di Toronto, pur condividendone il titolo, ridotto al solo nome del fotografo. Coordinate biografiche imprescindibili da quelle artistiche, esplorate anche dalla quinta arte con Mapplethorpe, il nuovo biopic diretto da Ondi Timoner, nelle sale americane dal prossimo aprile, con il protagonista interpretato da Matt Smith e Marianne Rendón a vestire i panni della sua giovane amica, amante e confidente, Patti Smith.
La sua eredità è talmente complessa da esplorare che il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, custode di uno dei più completi archivi pubblici del suo lavoro, ha deciso di dedicargli il progetto espositivo di un anno con Implicit Tensions: Mapplethorpe Now, esposta in due parti alla Mapplethorpe Gallery, Tower Level 4. Quello che assicurano tutti è un bel viaggio nella dimensione più intima e inconfessabile di istinti, pudori e liberazioni, con la complicità dell'arte di
How to: Implicit Tensions: Mapplethorpe Now, Guggenheim di New York (fino 5 gennaio 2020); Robert Mapplethorpe. Coreografia per una mostra / Choreography for anExhibition, Museo Madre di Napoli (fino 8 aprile 2019); Robert Mapplethorpe, Galleria Franco Noero di Torino (fino 20 aprile 2019); L’obiettivo sensibile, Galleria Corsini di Roma (15 marzo - 30 giugno 2019, prorogata fino al 6 ottobre 2019); Robert Mapplethorpe. Sheathed, Baldwin Gallery di Aspen ( 15 marzo - 15 aprile 2019); Robert Mapplethorpe, Olga Korper Gallery a Toronto (2 maggio – 1 giugno 2019).