Gli hanno sempre dato il ruolo del bravo ragazzo: quello schivo, un po' timido, che patisce il male del mondo ma conserva un cuore d'oro. Poi però è arrivata a Netflix con la fiction Baby, ispirata al caso delle prostitute minorenni di Parioli, e la carriera di Brando Pacitto ha preso una svolta dark. Lui esulta, i fan anche, e in fondo è giusto che sia così: l'attore è, per definizione, votato al trasformismo. Senza contare che, in buonismo, Pacitto ha già dato parecchio. Eppure vedere l'attore, con la sua aria fragile e lo sguardo incerto, catapultato nel girone infernale della disperazione adolescenziale, procura inevitabilmente una stretta al cuore. Branco Pacitto incarna perfettamente il disorientamento dell'adolescente medio, inerme davanti al male del mondo.

Chi è Brando Pacitto l'attore di Braccialetti rossi

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Ernesto Ruscio//Getty Images

Un cambio di registro notevole rispetto alla serie che lo ha reso famoso, ossia Braccialetti rossi...

Sto cercando di aprirmi a personaggi sempre più complessi, per evolvere e crescere come attore. L'ho fatto con il film L'estate addosso, con la serie I medici e ora con Baby dove interpreto Fabio, il figlio del preside: un ragazzo timido, sensibile e schivo ma la figata è che stavolta l'apparenza un po' inganna. Fabio ha più di un segreto ma non posso svelare altro...

La serie racconta di una gioventù letteralmente allo sbando: anche lei percepisce uno smarrimento così forte tra i suoi coetanei?

Più che smarriti, noi giovani siamo alla ricerca di una identità. Forse, a differenza del passato, oggi la cerchiamo sperimentando, aprendoci anche alle esperienze più impensabili.

Prostituzione compresa?

E' chiaro che è una scelta sbagliata, da condannare. Se però dovessi cercare una ragione che ha spinto quelle ragazze a una decisione così grossa, beh, credo che sia in parte legata al ceto sociale di provenienza. La prostituzione ha dato loro un senso di libertà che altrimenti non avevano. Ripeto: non sto giustificando il fenomeno, cerco solo di comprenderlo. Non a caso il vero tema della serie non sono i rapporti sessuali ma il disperato bisogno di amore e di comprensione di queste ragazze.

Anche lei si sente, a volte, poco amato?

Ho avuto la fortuna di crescere circondato da persone che, come me, facevano quello che avevano sempre sognato di fare. Persone appassionate alla vita e continuamente alla ricerca di qualcosa. Questo vivace clima di fermento ha fatto sì che mi sentissi parte di qualcosa. Più c'è condivisione e più si sta bene.

Pacitto in L'estate addossopinterest
Courtesy Photo

Lei ha iniziato a recitare quando aveva nove anni. Spesso chi inizia così presto sente di essersi perso qualcosa della vita: la spensieratezza dei primi amori, la routine della scuola, le uscite con gli amici. Anche per lei è così?

Ho avuto solo una battuta di arresto: a 18 anni. Ero reduce da mesi e mesi di set, davanti a me avevo la scelta degli studi e mi sono sentito disorientato. Ho persino messo in discussione la mia passione per la recitazione. D'altronde quando lavori già a 15 anni, lo fai volentieri e ti piace ma è difficile capire se stai andando avanti anche per inerzia. Così, mi sono preso una pausa e ho viaggiato. Sono stato a lungo alle Canarie.

E' servito?

Assolutamente! Mi sono innamorato di nuovo del mio lavoro quando ho sentito una profonda, viscerale, nostalgia per il palco.

Tra le opzioni possibili, c'era anche quella di dedicarsi al surf?

All'inizio sì: surfavo con l'idea di trasformare la mia passione in un lavoro. Il teatro era un hobby. Poi crescendo ho invertito le due cose: ho trasformato l'interesse per il cinema in un mestiere, e il surf in una passione amatoriale.

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Francesco Berardinelli/Netflix

Chi vorrebbe emulare, come attore?

La lista è lunga! (ride, ndr) Se però riuscissi a essere bravo come Luca Marinelli... sarebbe un sogno! E' il più grande attore italiano in circolazione.

Una controindicazione della fama è il gossip: si vocifera di un suo legame con Sonia Viscardi. Quanto la infastidiscono questo genere di indiscrezioni?

In realtà non mi interessano. Fintanto che le chiacchiere non sono lesive, quello che viene detto o scritto non mi tange: mi faccio gli affari miei. Tra l'altro non sono nemmeno particolarmente amante dei social: quando ero andato in crisi, avevo addirittura chiuso i miei account. Poi li ho riattivati, ma cerco di usarli con discrezione e dignità: per esempio, parlo poco di me e molto delle mie passioni.

Dopo Baby, quali sono i suoi prossimi progetti?

Vorrei andare a Londra per lavorare di più su me stesso e sul mio stile di recitazione. Le esperienze internazionali sul set de I Medici e L'estate addosso mi sono piaciute molto. Dato che parlo l'inglese fluentemente, vorrei provare a investire maggiormente su di me.