Che la cosa piaccia o meno, la vera consacrazione oltreoceano arriva quando l'entertainment si accorge della tua potenzialità on screen. E così con ben due biopic usciti nel giro di pochi mesi, Ruth Bader Ginsburg, 85 anni, da 25 anni giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti (nominata dal Presidente Bill Clinton il 5 agosto 1993, ndr) seconda donna della storia a ricoprire quel ruolo, la prima di religione ebraica, e una marea di battaglie per i diritti delle donne è diventata una vera star (e aver definito pubblicamente Trump "un impostore" ha contribuito) e la si trova stilizzata su borse, spille, tazzine e t-shirt (griffate). Il suo volto è uno dei tatuaggi più richiesti dagli studenti di diritto di Washington e Gloria Steinem la descrive come "la cosa più vicina a un supereroe che conosco". Wow.

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Hollywood ha fiutato il business decidendo di dare una chance alla sua (straordinaria) vita e farne un biopic starring Felicty Jones (il film intitolato On the Basis of Sex uscirà a Natale nelle sale americane mentre in Italia verrà distribuito da Videa, ndr). Da pioniera delle femministe e della giustizia tout court a icona pop il passo è stato quindi quasi obbligato. In arrivo anche un documentario sulla sua vita intitolato Alla corte di Ruth - RBG, presentato al Sundance Film Festival e nominato agli Oscar 2019 come miglior documentario (oggi nelle sale distribuito da Wanted Cinema e Feltrinelli Real Cinema, e da cui è tratta la clip in esclusiva per Elle.it che vedete in apertura, ndr), che parte dai racconti della sua infanzia da tomboy a Brooklyn fino al suo impegno fondamentale nella vita pubblica degli Stati Uniti, passando per Harvard, l'amore per il marito Marty (scomparso nel 2005) e i due figli.

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Ruth nasce a Brooklyn nel 1933 da una famiglia di immigrati ebrei e, rimasta improvvisamente figlia unica (la sorella muore a sei anni di meningite), decide di dedicarsi allo studio, prima iscrivendosi alla Cornell University, dove la media era di quattro ragazzi per ogni studentessa, per poi trasferirsi ad Harvard dove era una delle nove donne in una classe di 500 uomini, e infine alla Columbia University per seguire il marito a New York. Nonostante sia la prima donna a fare parte della Law Review di due delle migliori scuole del Paese, dopo la laurea, Ruth non riesce a trovare lavoro proprio per il sessismo imperante di quegli anni. Alla fine, ottiene un lavoro come professore alla scuola di legge Rutgers nel 1963 (con uno stipendio molto più basso rispetto ai suoi colleghi maschi), dove da tutta se stessa per la lotta contro la discriminazione di genere e per smantellare metodicamente il sessismo legalizzato.

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Negli Anni 70 Ruth inizia a combattere contro le migliaia di leggi federali e statali che discriminavano le donne, proprio come il movimento per i diritti civili aveva già iniziato a prendere di mira le leggi che discriminavano sulla base della razza. Ma negli ultimi anni, a 85 anni, ha senza dubbio raggiunto una popolarità tutta nuova e ancora più powerfull tra una nuova generazione di giovani femministe, stimolata dal suo crescente ruolo di dissenziente con garbo e intelletto. "Per quanto pensassi di conoscerla, davvero non sapevo tutto quello che aveva fatto, specialmente come avvocato", ha detto Mimi Leder, regista di On the Basis of Sex al The Guardian, "e penso che sia quello che la gente sta scoprendo ora". #metoo.

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