La vita di Rossella Falk è come un romanzo. Una donna sofisticata, dal fascino magnetico per uomini e donne, dallo stile inarrivabile (ma tanto imitato), dalle origini aristocratiche e l’animo popolano. Un mix originale e senza tempo, una specie di eroina sempre all’avanguardia. Oggi sarebbe stata amatissima dalle nuove generazioni. Negli anni in cui era all’apice della carriera, invece, non furono in pochi a gridare allo scandalo per alcune sue azioni. Basti pensare che portò in scena il nudo in un periodo in cui nessuno si azzardava a farlo. E poi ci sono i suoi amori, passionali e tormentati, quasi sempre finiti in nome di una passione molto, molto più grande, quella per il teatro.

A descriverla bene è una frase di Oriana Fallaci, che su di lei ha scritto: “Porta un gioiello come se fosse una spilla da balia e una spilla da balia come si fosse un gioiello”. E non a caso Rossella Falk è stata anche eletta donna più elegante d’Italia nel 1971. Il suo caschetto, il suo profilo particolare, il suo make-up tanto copiato dalle ragazze, che provavano anche a vestirsi come lei, sebbene la sua eleganza non fosse solo una questione di abbigliamento, ma soprattutto di portamento e personalità. Insomma, una vera e propria icona di stile oltre che la regina indiscussa del teatro italiano.

Rossella Falk, biografia di una diva

Il vero nome di Rossella Falk è Rosa Antonia Falzacappa, ma sceglie questo nome d’arte, semplice da ricordare, anche su consiglio di suo padre, che le suggerisce di non contrariare i loro parenti aristocratici. Nasce a Roma il 10 novembre 1926 ed entra nel mondo del teatro a 19 anni. Viene ammessa all’Accademia nazionale d’arte drammatica di Silvio D’Amico e qui si diploma nella seconda metà degli anni 40. Già nel 1948 viene premiata a Praga come migliore attrice al World Youth Festival e per questo motivo rischia l’espulsione dall’Accademia, anche se viene riammessa soprattutto grazie all’interessamento dell’insegnante Wanda Capodoglio.

rossella falk maritopinterest
Mondadori Portfolio//Getty Images
Falk con Alain Delon e Luchino Visconti in un ristorante a Cannes

Debutta alla Fenice di Venezia in Sei personaggi in cerca d’autore, nel ruolo della Figliastra, e Luigi Pirandello sarà un autore a cui resterà legata per tutta la sua carriera, pur sperimentando praticamente di tutto. Luchino Visconti la chiama a recitare nella compagnia di Paolo Stoppa e Rina Morelli al Teatro Eliseo di Roma, che poi diventerà la sua casa. Recita in spettacoli importantissimi come Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams, Il seduttore di Diego Fabbri, La Locandiera di Carlo Goldoni, Le tre sorelle di Čechov. Proprio durante le prove della Locandiera inizia a litigare con Visconti che le assegna la parte di Ortensia e che la rimprovera aspramente. Rita Morelli le suggerisce di non ribellarsi al Conte, ma lei si ribella di nuovo quando sulla locandina della Medea vede che le è stato assegnato il ruolo della Corifea.

Falk dalla Compagnia dei Giovani alle altre collaborazioni

Falk allora abbandona la compagnia Stoppa-Morelli e va a Milano a recitare al Piccolo Teatro diretta da Giorgio Strehler, che nel 1954 sta mettendo in scena La mascherata di Alberto Moravia. Nella stessa opera recita anche Romolo Valli con il quale la chimica sul palco è immediata. I due, insieme a Giorgio De Lullo, Anna Maria Guarnieri e Tino Buazzelli, fondano la Compagnia dei Giovani, finanziata da Remigio Paone. Dopo l’abbandono di Buazzelli e Guarnieri, arrivano Elsa Albani, Ferruccio De Ceresa e Carlo Giuffré.

rossella falk compagnia dei giovanipinterest
Mondadori Portfolio//Getty Images
Falk con Romolo Valli, Anna Maria Guarnieri e Giorgio De Lullo

Questa compagnia resta attiva fino agli anni 70 ed è una pagina importantissima del teatro italiano, un sodalizio artistico che non ha eguali e che porta modernità e originalità sul palco. Portano in scena ovviamente Pirandello, ma anche Giuseppe Patroni Griffi, che appositamente per la Compagnia dei Giovani scrive D’amore si muore e Metti una sera a cena. Recitano anche Gigi di Colette, La calunnia di Lillian Hellman, La bugiarda di Diego Fabbri.

Negli anni 70 la Compagnia dei Giovani si scioglie, ma Falk continua a trovare collaborazioni interessanti che attirano tanta gente in teatro. Lavora, per esempio, con Valentina Cortese in Maria Stuarda di Schiller, con Umberto Orsini diretti da Gabriele Lavia in L’aquila a due teste, con Monica Vitti in una bellissima versione tutta al femminile de La strana coppia di Neil Simon. Tra gli altri suoi lavori più importanti ricordiamo Sinfonia d’autunno di Ingmar Bergman ed Est Ovest di Cristina Comencini. Inoltre dal 1981 al 1997 dirige artisticamente il Teatro Eliseo di Roma con Giuseppe Battista e Umberto Orsini.

I lavori al cinema, in radio e in tv di Rossella Falk

In teatro Falk viene diretta dai più grandi registi, oltre ai già citati Visconti e De Lullo, anche Franco Zeffirelli, Giancarlo Corbelli, Orazio Costa e Giuseppe Patroni Griffi, ma pure il cinema si accorge di lei, che è richiesta inoltre per dei lavori in radio e in tv. Sul grande schermo, in particolare, esordisce già nel 1948 in Guarany, un film girato in Portogallo, poi nel 1953 ha una piccola parte in Donne proibite, diretto da Peppino Amato, un film molto particolare che nel cast ha anche Linda Darnell, Valentina Cortese, Giulietta Masina e Lea Padovani, tutte le ruolo di prostitute. Arrivano però anche i capolavori. In particolare Federico Fellini la vuole in a interpretare il personaggio-coscienza che porta il suo stesso nome.

youtubeView full post on Youtube

Recita anche in una parte dell’episodio amatissimo La famiglia del film Made in Italy di Nanni Loy, quello in cui lei è Erminia, moglie di Silvio, un "mantenuto", interpretato da Alberto Sordi, e coglie il marito in flagrante durante un tradimento nella loro camera da letto. Il personaggio interpretato da un magistrale Sordi riesce a capovolgere completamente la situazione tanto da concludere lo sketch dicendo “No Erminia, non temere, ritorno a cena, io so perdonare!”.

Al cinema la vediamo anche in Modesty Blaise - La bellissima che uccide di Joseph Losey (1966), Più tardi Claire, più tardi… di Brunello Rondi (1968), nell’hollywoodiano Quando muore una stella di Robert Aldrich (1968), in Alba pagana di Ugo Liberatore nel 1970, poi anche in alcuni horror come La tarantola dal ventre nero di Paolo Cavara (1971), Sette orchidee macchiate di rosso di Umberto Lenzi (1972) fino a Non ho sonno di Dario Argento, suo ultimo film nel 2001. Per la tv gira sceneggiati come Fine d’anno sulle scale e Il segno del comando, diretti da Daniele D’Anza, e trasposizioni televisive di numerose commedie, così come anche in radio recita in varie opere tra cui Giorni felici di André Puget per la regia di Marco Visconti, Gigi di Colette e Anita Loos diretta da Giorgio De Lullo ed Elettra di Hugo von Hofmannsthal per la regia di Mario Ferrero. Prende parte anche al varietà musicale Scampoli con Enrico Viarisio nel 1955.

L’amicizia tra Rossella Falk e Maria Callas

Falk ha molte amicizia nel mondo dell’arte, da Jean Cocteau a Dirk Bogarde, ma soprattutto Maria Callas, di cui dice “ci svestivamo nella stessa sartoria, dalla Biki”. E conosce anche Aristotele Onassis, che definisce “un affascinante mascalzone”. Proprio a Callas, Falk dedica un recital che prende il titolo da alcuni versi della Tosca, Vissi d’arte, vissi d’amore, che è basato su scritti, interviste e ricordi della grande cantante e attrice di origine greca. Questo spettacolo viene portato in giro con una tournée internazionale tra il 2004 e il 2006.

Rossella Falk, due mariti e tanti corteggiatori

Falk è molto corteggiata e si sposa due volte: la prima con l’ingegnere Nicola Tafuri, che la lascia presto vedova; il secondo marito è l’industriale Rino Giori, che quando la incontra ha già tre divorzi alle spalle e con Rossella va incontro al quarto, visto che il matrimonio dura pochi anni anche a causa dei tradimenti e del fatto che lui non voleva che lei recitasse a teatro.

Dopo la rottura con Giori, Rossella torna a lavoro e prova a convincere i suoi colleghi a portare in scena Applause, ma Giorgio De Lullo rifiuta e fa una vera e propria scenata contro di lei, ritenendo che l’opera sia troppo volgare. Falk a questo punto si separa da Valli e De Lullo, che vanno poi incontro a un destino crudele. Romolo Valli muore nel 1980 in un incidente stradale, De Lullo lo segue dopo un anno e mezzo di disperazione e di abbandono all’alcol, sconvolto proprio dalla morte dell’amico e ucciso dalla cirrosi epatica.

Falk, invece, che ha sempre amato scoprire copioni nuovi e originali all'estero traducendoli lei stessa (conosce inglese, francese e russo), a dicembre del 1980 debutta a Verona proprio con Applause, diretta da Antonello Falqui, ed è un grande un successo. Con lei sul palco c’è Gianfranco Iannuzzo, che è il suo nuovo amante dopo altri colleghi caduti ai suoi piedi come Renato Salvatori, Umberto Orsini e Carlo Giuffré. Del resto Rossella, alta, slanciata e bellissima, è sempre stata molto corteggiata e continuava a esserlo anche quando aveva la fede al dito.

Rossella Falk e Umberto Orsini, storia di un amore folle

Umberto Orsini, oltre che un grande attore, è stato anche un grande latin lover e ha avuto molte donne, ma la storia più burrascosa l’ha avuta proprio con la sua collega Falk, della quale ha detto che era “impossibile non perdere la testa per lei”. Proprio Orsini ha raccontato di quando lui, Rossella e Renato Salvatori sono finiti sui giornali. Una sera, infatti, mentre Orsini e Falk stavano andando a cena a casa di lui, Salvatori li raggiunse e diede un pugno alla bella collega mentre Orsini era già sulle scale e lei stava chiudendo a chiave l’auto. Quando Orsini raggiunse Rossella lei era per terra e perdeva sangue dal naso.

Un brutto episodio con gli uomini che forse ha contribuito a far sì che Rossella negli ultimi anni si dedicasse prevalentemente al suo lavoro. È morta a Roma il 5 maggio 2013 e in suo nome è stato creato un Fondo, grazie alla intermediazione della sua amica e collaboratrice Elsa Bartolini. La causa delle morte è stata una breve malattia. Nel 2010 invece, dopo un’ischemia cerebrale, era riuscita a riprendersi grazie a cinque mesi di riabilitazione presso il centro Santa Lucia di Roma, per il quale Rossella Falk ha speso parole importanti quando, nel 2011, rischiava di essere chiuso.