Lunghi caftani coloratissimi, colbacchi di pelo viola, ventagli, scialli di velluto e tanti, tantissimi gioielli. Ripescare le vecchie foto di Marta Marzotto è una gioia per gli occhi a testimoniare uno stile personale e unico che, in quanto tale, non ha tempo né scadenza. Icona di stile e regina dei salotti italiani degli Anni 70, la contessa ha avuto una vita piena a cui solo un romanzo potrebbe rendere giustizia. Tra tutto, emerge il suo senso di libertà, il suo spirito indomabile che l'ha trasformata da mondina a indossatrice e poi stilista e socialite che amava circondarsi di personalità interessanti: artisti, politici, intellettuali da Alberto Moravia a Quasimodo a Leonardo Sciascia. Oggi Marta Marzotto avrebbe 90 anni e di lei rimane un'eredità fatta di feste scintillanti, ricevimenti sfarzosi, amori passionali e tanta, tanta eleganza che è senza dubbio rimasta in famiglia. La prova? Sua nipote Beatrice Borromeo.

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Vita e amori di Marta Marzotto, nonna di Beatrice Borromeo

"Io ero una ragazza povera, poverissima. Ed ero tesa a conquistare il mio posto al sole" racconta a La Verità parlando del suo passato. Sua madre è una mondina e suo padre un casellante delle ferrovie, Marta nata Vacondio cresce a Mortara e, appena cresciuta inizia a lavorare nelle risaie tra "enormi bisce nere che sentivo sgusciarmi attorno alle caviglie". Ma quella vita non fa per lei che invece sogna in grande e ha uno spirito indomito. Si trasferisce a Milano e inizia a lavorare come indossatrice, posa per Marie Claire e soprattutto conosce il conte Umberto Marzotto. "Io, a quindici anni, già facevo sfilate ed ero molto corteggiata. Allora non si parlava di top model, ci chiamavano mannequin volanti", racconta, "Umberto arrivò come l’angelo salvatore: aveva tutto quello che una ragazza può sognare, biondo, occhi azzurri, intelligente, colto, sportivo. Un nobile. L’uomo dei sogni". Si sposano e hanno 5 figli: Paola (madre di Beatrice e Carlo Borromeo), Annalisa (morta a soli 32 anni, per fibrosi cistica), Vittorio Emanuele, Maria Diamante e Matteo. Eppure nella sontuosa villa da 7 mila metri quadrati di Portogruaro Marta si sente stretta. Ama il marito, ne sopporta i tradimenti, ma per lei cerca qualcosa di più, fuori dalle mura domestiche.

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Vittorio Zunino Celotto//Getty Images


Il grande amore, il pittore Renato Guttuso

A Roma in vacanza ritrova la voglia di vivere: siamo alla fine degli Anni 60 e incontra di nuovo il grande amore, il pittore Renato Guttuso. "Era un uomo da corteggiamento all’antica. Mi scrisse subito decine di lettere fermo posta, a Orbetello. Con frasi irresistibili. Negli anni, poi, mi scrisse migliaia di lettere". Lui la ritrae nei suoi quadri pieni di desiderio e le presenta gli intellettuali del tempo, lei si fa trascinare da questo amore folle e totalizzante ma senza mai lasciare il marito ("Si può amare contemporaneamente, a patto di essere fedelissimi nei sentimenti"). Così Marzotto sboccia: frequenta l'élite di Roma e Milano, si dedica alla moda come stilista lanciando due linee di abbigliamento e poi creando gioielli, è ospite di salotti casalinghi e televisivi. Conosce anche il terzo uomo della sua vita, il politico Lucio Magri, l'unico di cui negli anni successivi parlerà con un filo di rancore: "Bello, intelligentissimo e infelice. Voleva un figlio da me. Ma non potevo accontentarlo. Lui in fondo amava solo sé stesso, il resto era tutta una posa plastica".

Come donna di mondo Marzotto non è certo immune agli scandali e, quando Guttuso muore e alcune sue lettere finiscono su un rotocalco di gossip, scoppia il putiferio. È il 1987 e il marito chiede il divorzio, lo otterrà ma Marta terrà il cognome del conte con cui ormai è conosciuta da tutti. Magri invece le propone di vedersi di nascosto, dopo 10 anni di relazione, lei rifiuta. Comunque la contessa si riprende e va avanti, senza darsi per vinta spinta sempre da un'energia incontenibile che non l'abbandona mai. "È alla guerra e alle bombe che devo la mia sete di vita e di allegria", racconta, "il mio coraggio, la voglia di realizzare i miei sogni, di cercarli ovunque, di inseguirli anche lontano, viaggiare per il mondo, possederlo".

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