"Dio è morto, Marx pure, e io non mi sento troppo bene", recita l’aforisma di Eugene Ionesco poi ripreso da Woody Allen. Ricerche e sondaggi ipotizzano che mai nella storia dell’uomo ci sia stata una percentuale così alta di persone nel mondo che si dichiarano atee. Uno studio di Gallup realizzato in 57 nazioni differenti indica che tra il 2005 e il 2011 la percentuale di credenti è scesa dal 77 al 68 per cento.

Losing our religion, dunque? Sarà, ma conservare una certa dose di scetticismo a riguardo sembra più che lecito. Il campo dove si scontrano il pensiero scientifico-razionale e quello che guarda alla trascendenza non è di quelli dove prevedere risultati a senso unico. I ribaltamenti di fronte sono repentini. Basta considerare un elemento: con una velocità per certi versi sorprendente, nuove religioni sorgono affiancandosi a quelle tradizionali, disegnando cosmogonie di ogni sorta.

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courtesy Quodlibet

Nel Catalogo delle religioni nuovissime (Quodlibet), Graziano Graziani ne ha raccolte diverse, affiancando al gusto per la ricerca quello per la fascinazione letteraria; inevitabilmente, verrebbe da dire, considerando che ogni religione ha bisogno di un racconto – e si dà il caso che i più grandi bestseller nella storia dell’editoria hanno come oggetto proprio le religioni. Nel Catalogo, dunque, ecco 42 micro-narrazioni per disegnare altrettante credenze, dalle più note – il culto dei raeliani, per citarne uno – a quelle cresciute sulla scorta del paradosso filosofico-scientifico, fino alle più bizzarre o paradossali, sul filo dell’ironia o della contestazione.

A quest’ultimo genere appartiene di sicuro il Pastafarianesimo, il culto del Prodigioso Spaghetto Volante riconosciuto legalmente in alcuni Stati. Bobby Henderson, studente di fisica nell’università dell’Oregon, inventò questa religione per contestare l’insegnamento del Creazionismo in alternativa alla teoria dell’Evoluzione nei corsi di scienze. Di lettera in lettera e passando tra blog e siti internet, il Prodigioso Spaghetto Volante e gli otto condimenti – e certo, non sono comandamenti, ma condimenti – da osservare hanno contagiato diverse aree. Roba seria: nel 2011 un seguace del culto ha ottenuto dall’ufficio dei trasporti di Vienna il via libera per poter indossare nella fotografia per la patente di guida il copricapo simbolo della sua religione. Uno scolapasta.

Altre nuovissime religioni affondano le loro radici nei culti più tradizionali. Nel 2005 una signora ligure passeggiava nel Giardino esotico del Principato di Monaco, quando intravide in un turista tedesco la reincarnazione dell’Arcangelo Michele. Sulla scorta di questa apparizione, la donna, ribattezzatasi Alba Giordana Lancaster, ha costruito una teologia autonoma, con l’Arcangelo Michele che dovrebbe guidare l’umanità fuori dalla selva oscura dove si è impantanata.

"Gli Invisibili Unicorni Rosa sono esseri dotati di grande forza spirituale: sono capaci di essere invisibili e rosa allo stesso tempo

Se adorare un angelo può sembrare tutto sommato tradizionale, i più curiosi saranno serviti con un paio di varianti sul tema. Ecco il culto della Teiera Gigante, nato da un seguace dell’Islam folgorato, pure lui, da un’apparizione, stavolta in Malaysia. Una teiera alta due piani, color crema – "simbolo dell’amore versato dal cielo" – è stata edificata negli anni Novanta nel villaggio di Batu 13, circondata da palazzi altrettanto strambi; un miscuglio, nota Graziani, metà disneyano e metà sincretico, che tiene assieme Gesù, Buddha, Shiva e Maometto.

Spostandoci in Europa, il 2011 segna l’avvento dell’Invisibile Unicorno Rosa, apparizione verificata nientemeno che in Vaticano. "Gli Invisibili Unicorni Rosa sono esseri dotati di grande forza spirituale. Sappiamo ciò perché sono capaci di essere invisibili e rosa allo stesso tempo. Come per tutte le religioni, la fede negli Invisibili Unicorni Rosa si basa contemporaneamente sia sulla logica che sulla fede. Crediamo per fede che siano rosa; per logica sappiamo che sono invisibili, perché non possiamo vederli".

Forse è perché nonostante tutto capire il mondo diventa sempre più difficile. Forse. Fatto sta che il racconto di Graziani, tenendosi sul piano del paradosso e dell’ironia, non scivola mai su quello del facile sarcasmo. Il Catalogo è un’indagine culturale e una piccola storia di quello che siamo: la rassegna si sposta verso lo Jedismo, la Chiesa Maradoniana e il Googleismo – religioni "pop", per come le raggruppa Graziani – e poi ancora il Culto di Putin e le religioni neopagane e psichedeliche o scientiste; e sembra davvero che la smania di un dio a propria immagine sia insaziabile, e finisca con il contemplare divinità da venerare in terra e in cielo più di quante possa immaginarne ogni filosofia.