Ci sono libri che quando escono fanno meno rumore, che sembra quasi che in libreria si nascondano, che affidino il loro destino a un lettore qualunque che non ha un’idea ben precisa di quello che vuole, e li scopre per caso. Al di là delle classifiche, dei premi, delle tivù, delle radio, mi sembrava giusto fare un piccolo elenco dei dieci migliori libri indie (pubblicati da editori indipendenti) usciti nel 2018, che sono sopravvissuti, secondo me, ai botti di capodanno, e potranno aprirci sempre qualche finestra luminosa per il futuro.
Irmgard Keun, Una bambina da non frequentare (L’Orma)
Uscito nel 1936, questo piccolo grande romanzo Keun l’ha scritto quand’era in esilio, durante il periodo nazista. Si diceva che Keun fosse l’erede di Mark Twain, però la sua voce è unica, riesce a esprimersi come lo farebbe una bambina piena di sogni puliti che sta diventando grande, anche se poi diventare grandi non è che sia questa gran cosa, visto che i grandi spesso dicono bugie, fanno la guerra e a volte, come diceva Aldo Nove, sembrano proprio dei bambini andati a male.
Jacques Bens, Novelle disincantate (Racconti)
Questi tredici racconti li ha scritti il fondatore dell’Oulipo, il gruppo francese di cui facevano parte personaggi come Perec, Queneau, Calvino. Da un violoncellista innamorato a un mago scettico, da una veglia funebre quasi comica a una tentata evasione, racconti strambi, grotteschi, profondamente umani, che ricordano il miglior Boris Vian.
Andres Neuman, Vite istantanee (SUR)
Pieni di fantasmi, di padri che incontrano i futuri figli e di coppie che si mandano lettere tristi, questi racconti illuminano le nostre debolezze, la nostra quotidianità affollata di ricordi, la nostra vita passata a sognare l’appuntamento giusto, a esserne felici, anche se magari non arriverà mai.
Raffaello Baldini, Piccola antologia in lingua italiana (Quodlibet)
“Ci dev’essere un posto / dove va a finire tutto il rumore del mondo”, “domando perdono / prego, ma come faccio / a pentirmi, che sono ancora innamorato?”. Un poeta fantastico, che andrebbe letto dappertutto, nelle scuole, per strada, a voce alta, mentre si viaggia. Come si fa a raccontare il quotidiano? Che rumore fa la vita? Leggete le poesie di Baldini e lo scoprirete.
Mark Cousins, Storia dello sguardo (Il Saggiatore)
Forse è davvero l’unica cosa che conta, saper guardare, perché significa saper stare al mondo, in mezzo agli altri, trovare la giusta distanza dalle cose. Il libro di Cousins è un viaggio incredibile dal primo sguardo della Storia, quello dell’Homo sapiens, a quello delle guerre medievali, della scienza, dei musei, del cinema, fino ad arrivare a quello di oggi, il nostro, lo sguardo di chi in fondo sa di essere guardato.
Marc Augé, Nonluoghi (Elèuthera)
Ok, è una ristampa, ma questo piccolo libro non finirà mai di sorprendere. Anche perché la nostra vita è fatta di passaggi, di cose che lasciamo in sospeso, di nonluoghi, che comprendono due realtà “complementari ma distinte”: i luoghi di transito (stazioni, aeroporti, autostrade) e il rapporto che noi abbiamo con essi.
Giulia Cavaliere, Romantic Italia (Minimum Fax)
Un romanzo generazionale e anche di più, la storia d’Italia vista, anzi sentita, attraverso le canzoni d’amore che l’hanno raccontata, da Un’avventura di Battisti a Lasciarsi un giorno a Roma di Niccolò Fabi, da E ti vengo a cercare di Battiato a Baby dei Baustelle. Di cosa parliamo quando impariamo a memoria una canzone d’amore?
Paolo Nori, La grande Russia portatile (Salani)
“Una cosa singolare, andare in Russia, che scopri che le montagne russe, in Russia, le chiamano montagne americane”. Un diario di viaggio? Un album di ricordi? Una guida alternativa? Forse è tutte queste cose insieme, pur essendo un libro unico nel suo genere. La Russia raccontata da chi l’ha sempre amata, tradotta, viaggiata, scoperta e riscoperta nel tempo.
Ulf Stark, Il bambino dei baci (Iperborea)
Una storia per bambini, per adolescenti, per adulti, per tutti. Un piccolo racconto di formazione, dolce come un gelato alla fragola, in cui la crescita passa dal primo amore, dal primo bacio, nell’età dei gelati, dei nascondini, delle prime notti in bianco.
Guido Pistorio, Ogni mare è ramingo (Il Palindromo)
“Attici di città”, “Era Marta a tramare”, “Tra pop e pop-art”. 484 palindromi, cioè frasi che anche se lette in senso inverso conservano lo stesso significato, per allenare un po’ la fantasia e ricordarci che i nostri discorsi sono pieni di giochi di parole.