Lo si sente dire dappertutto: leggere fa bene, leggere migliora la memoria, leggere ci rende cittadini migliori… ma è davvero così? A volte sì, ma no, non è sempre così. Il punto è che ci sono molti modi di leggere. C’è chi legge per confermare ciò che sa e perfezionare i dettagli degli argomenti che già sostiene, quindi legge in sostanza per rimanere saldamente certo di ciò che già pensa (fascisti che leggono libri che sostengono il fascismo, per esempio). C’è chi legge per inerzia e per imitazione, senza nessuno spirito critico e col solo obiettivo di scimmiottare il proprio pensatore di riferimento. Leggere per ripetere ciò che pensano altri è utile? Insomma, a volte no.

E allora come si legge? Qual è il modo davvero utile di leggere? Ce ne sono vari, e ovviamente ha una sua utilità tutt'altro che irrilevante anche l’intrattenimento - i romanzi, così come la poesia, non insegnano necessariamente qualcosa e va benissimo così -, ma il modo più utile di leggere è farlo per cambiare sé stessi, per imparare, per mettersi alla prova e migliorare. In una parola sola, studiare.

Di metodi di lettura ha parlato in modo approfondito Shane Parrish sul suo sito Farnam Street, con cui è diventato enormemente famoso soprattutto nel mondo anglosassone. Spesso Parrish si limita a divulgare metodi di lettura efficace, come per esempio trovare un modo per leggere senza annoiarsi, o per leggere e ricordare a lungo ciò che si è letto. Leggere infatti ha molto a che fare con la memoria, capita a moltissimi di leggere un romanzo e dimenticarlo completamente nel giro di qualche mese, e si prova una certa frustrazione quando, dopo aver passato decine di ore a leggere dettagli minuziosi e ben descritti, la trama ci sfugge di mente in poche settimane, o addirittura non riusciamo a ricordare neppure titolo o nome dell’autore.

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Parrish è un lettore forte, nel senso che legge tanto e per farlo ha un metodo di lettura piuttosto rigoroso attraverso cui, in buona sostanza, rispolvera i classici metodi di studio, quelli che tutti noi abbiamo utilizzato a scuola e all’università, come prendere appunti, ripetere, leggere con attenzione, focalizzarsi sulle parole chiave e sugli aspetti salienti del discorso e così via. In questo modo legge circa ottanta libri l’anno, e ne ricorda una buona percentuale.

L’aspetto fondamentale della lettura, dice lo stesso Parrish, è innanzitutto “fuori” dalla lettura stessa, cioè non riguarda il come si legge, e nemmeno le tecniche usate per studiare le informazioni, semmai la motivazione personale, il perché si sta leggendo ciò che si sta leggendo. Bisogna chiedersi questo, prima di tutto: questo testo ci interessa? Ci serve? Stiamo comprando questo o quel romanzo perché ne abbiamo sentito parlare da una pubblicità o è davvero qualcosa che contiene informazioni a cui miriamo (non importa se per svago, piacere, curiosità, studio, formazione o lavoro? Nella motivazione c’è tutto il potenziale della nostra memoria. Può sembrare un discorso puramente funzionalista, che esclude cioè il piacere di fare le cose in maniera rilassata, senza spirito di competizione, per il semplice piacere di farle, ma effettivamente sembra anche essere un modo efficace di organizzare la propria ricerca di informazioni. Questo vale soprattutto oggi che di informazioni siamo tartassati da ogni media, il saper setacciare e selezionare cosa leggere e come farlo assume sempre più importanza, quindi forse sì, vale la pena iniziare a farlo.