Nato a Rakovnik, il 26 dicembre del 1909, Oldrich Nejedly è stato uno dei calciatori più forti nella storia della Cecoslovacchia, un predestinato che ha saputo scavalcare i confini delle definizioni dei ruoli, divenendo bomber prolifico e conquistando la classifica marcatori del Mondiale di calcio del 1934, nonostante sulla carte non fosse esattamente un attaccante.

In che ruolo giocava Nejedly?

Nejedly era un interno di centrocampo che svariava moltissimo, trovandosi spesso a giocare da ala sinistra nel modulo conosciuto come Sistema o WM, senza dubbio il più utilizzato negli Anni 20 e 30. Difficile definirlo rigidamente un centrocampista, impossibile chiamarlo attaccante, è stato capace di segnare 161 reti in 187 partite disputate con la maglia dello Sparta Praga, l'unica squadra di club professionistica per cui abbia mai giocato e altre 29 in 44 presenze con la nazionale.

Nejedly e lo Sparta Praga

Proveniente dallo Zebrak, fu acquistato dallo Sparta Praga nel 1931, per 20 mila corone. Aveva 22 anni e pochissima esperienza, e il suo compagno di squadra più forte, il belga Raymond Braine, arrivato dall'Anversa, nutriva non poche perplessità su di lui. Perplessità che furono cancellate alla prima partita, quando Nejedly riuscì a segnare 5 gol cancellando tutti i dubbi sul suo valore e dando il via a una lunga fase di successi del club segnata dal trio da lui composto con Josef Silny e lo stesso Braine. Quell'annata si sarebbe concluso col primo di quattro campionati conquistati da Nejedly in otto stagioni di maglia Sparta, impreziosita dalla Mitropa Cup vinta nel 1935 battendo in finale gli ungheresi del Ferencvaros e dal primo posto nella classifica marcatori con 21 reti nel campionato 1938-39, l'ultimo da lui vinto con lo Sparta, prima di tornare a giocare nella squadra della propria cittadina natale appena 32enne, nel 1941.

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Nejedly a Italia 1934

Nejedly è però passato alla storia soprattutto per quello che è stato in grado di fare con la maglia della nazionale della Cecoslovacchia, nella quale esordì nel 1931 e con la quale fu protagonista di una straordinaria cavalcata al Mondiale di calcio di Italia 1934. Se quell'edizione della competizione viene giustamente ricordata per la prima coppa alzata al cielo dall'Italia, è impossibile dimenticarsi della Cecoslovacchia di Antonin Puc, Jiri Sobotka, Frantisek Svoboda, Frantisek Junek e Oldrich Nejedly, che di quel Mondiale fu capocannoniere con 5 gol, uno in più di Schiavio. I cechi superarono 2-1 la Romania agli ottavi, 3-2 la Svizzera ai quarti, 3-1 la Germania in semifinale. Nejedly fu fondamentale in tutti e tre i match, segnando le reti decisive con Romania e Svizzera e superandosi con una tripletta contro la Germania. Nella finale con l'Italia, però, rimase all'asciutto. Fu infatti Puc a portare avanti i cecoslovacchi prima del pareggio di Orsi all'85' e del gol vittoria di Schiavio nei tempi supplementari.

L'ultimo Mondiale di Nejedly

Nejeldy e compagni ebbero una seconda occasione quattro anni dopo, a Francia 1938. Anche lì si presentarono tra i favoriti e partirono subito col piede giusto, superando 3-0 l'Olanda con Nejeldy autore del secondo gol. Poi ai quarti trovarono il Brasile di Leonidas, considerato il più grande fuoriclasse dell'epoca. La Seleção si portò in vantaggio proprio con un gol di Leonidas, ma Nejeldy pareggiò su rigore. Si andò così al replay che con sorpresa di tutti Nejeldy non giocò. Il motivo fu chiarito qualche tempo dopo: nella prima partita i difensori brasiliani l'avevano riempito di calci fino al punto di impedirgli di giocare la seconda gara. Il Brasile, naturalmente, vinse, e Nejeldy chiuse la sua avventura in nazionale con 7 gol complessivi ai Mondiali, un bottino che ancora oggi rappresenta un record imbattuto da altri calciatori cechi o slovacchi.