Politica
3 Dicembre 2017
Nuovo contestato post su Facebook del consigliere comunale del Movimento 5 Stelle dopo il blitz di Veneto Fronte Skinhead a Como

Fochi (M5S) assolve il blitz Skinhead a Como: «Strumentale parlare di fascismo»

di Daniele Oppo | 5 min

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«Non confondiamo i fasci con i nazi, mi raccomando» diceva ironicamente il personaggio immaginario inventato dal grande Altan nella vignetta pubblicata venerdì sul quotidiano La Repubblica. Ma a Ferrara un personaggio reale che siede fisicamente sui banchi del Consiglio comunale si raccomanda di fare ben di più: considerare “fasci e nazi” semplici protestatori democratici in maglietta nera, perché i veri fascisti, a quanto pare, sono altri.

Probabilmente, dopo l’equivalenza musulmani-terroristi, l’etichetta “provocazione” non tarderà ad arrivare anche in questo caso per giustificare l’ultima elucubrazione storico-filosofica che il consigliere comunale del M5S Claudio Fochi consegna agli utenti su Facebook. Per il momento il consigliere spiega invece di mal sopportare l’etichetta “fascista” verso chi «attua azioni di protesta violente o aggressive», skinhead compresi. Mancano i caratteri fondamentali del fascismo: non c’è più il Duce, l’olio di ricino è stato abbandonato da tempo come arma di persuasione e punizione.

«Ultimamente si parla troppo a sproposito e in maniera estremamente strumentale di fascismo – scrive Fochi -. Viene il sospetto che a volte tale etichetta venga affibbiata semplicemente a chi attua azioni di protesta violente o aggressive». Il consigliere ci spiega che è tutto profondamente sbagliato con due semplici motivazioni: «Primo: Il fascismo non c’è più. Viviamo in un sistema democratico dove chiunque può esprimere la propria opinione senza essere imprigionato o costretto a bere olio di ricino. Non viviamo in un sistema dittatoriale. Secondo – specifica Fochi, anche se sembra in contrasto con la premessa generale -: perché definire fascisti chi protesta in modo violento con una maglietta nera e glissare su chi protesta in modo violento con una maglietta rossa?».

Chiaro il riferimento all’ultimo episodio accaduto a Como, dove il gruppo Veneto Fronte Skinhead ha fatto irruzione nell’assemblea della rete di associazioni “Como senza frontiere” per legge un comunicato contro “l’invasione” dell’Italia da parte dei migranti. Ancor più chiaro che per Fochi non basta neppure essere dichiaratamente ‘neri’ per essere considerati tali, basta non usare l’olio di ricino e non spaccare qualche testa. E allora «basta con le vetero accuse di fascismo e le nuove accuse di populismo, puri strumenti di manipolazione» che sono «i nuovi mantra di una sinistra che ha calpestato la propria identità e ne cerca una accusando altri di fascismo».

E poi chi può decidere se «è più fascista chi spacca vetrine e incendia macchine professano di sinistra – continua Fochi – o chi legge un comunicato, pur senza essere stato invitato, senza distruggere nulla o fare del male a nessuno?».

Nell’attesa che venga messo a punto il fascistometro per dirimere l’importante controversia, Fochi, nonostante abbia appena detto che viviamo in uno stato democratico e non in un sistema dittatoriale, ci indica prontamente – senza nominarlo, per carità, ci si arriva per deduzione – dove sarebbe più corretto appiccicare la targhetta “fascista”: sul Partito Democratico.

«Per me – spiega Fochi, che promette di tornare sull’argomento portando pareri autorevoli in merito – è più fascista un partito che dice di essere di sinistra ma fa una legge che toglie diritti ai lavoratori. È più fascista una maggioranza che lascia finire sul lastrico centinaia di migliaia di risparmiatori e protegge i banchieri che li hanno rovinato. È più fascista una pseudo maggioranza che fa una legge elettorale che ha l’unico scopo di marginalizzare il primo partito d’Italia, allineandosi anche con quelle forze politiche diametralmente opposte. Fascista è l’inciuccio elettorale e il tentativo, fallito, di manipolare la costituzione».

Insomma, i fascisti prosperano oggi a Palazzo Chigi e tra i banchi della maggioranza a Montecitorio e Palazzo Madama, il loro olio di ricino sono gli strumenti democratici di governo, il loro manganello è la normale – anche quando aspra – dialettica politica. Altro che i blitz degli skinhead, loro, per dirla a la Salvini, sono solo «quattro ragazzini».

Ma neppure questa volta Fochi trova consenso. I commenti sotto al suo post sono, almeno fino al momento in cui scriviamo, tutti di forte critica.

«Usare le tematiche forti dei 5 Stelle di dura opposizione al Sistema in maniera strumentale, per poter minimizzare e sdoganare l’episodio dell’incursione razzista e delirante dei naziskin di Como nel centro per migranti, anche questo è violenza, subdola e pericolosa – scrive Maria Teresa Pistocchi -. Violenza perché quel pezzo di storia a cui le teste rasate si ispirano è di fatto il simbolo del più alto livello di disumanità e il mai più che è rimbalzato sul Pianeta dopo la fine di quell’orrore non ammette sconti o eccezioni. Il Consigliere Fochi non perde occasione per fare danni d’immagine a milioni di attivisti e votanti che affrontano ogni giorno, da anni, tutte le battaglie citate contro un Sistema corrotto e socialmente sempre più pericoloso, ma che considerano altrettanto pericoloso il ripetersi di episodi che ci riportano ai tempi più bui della nostra storia. I 5 stelle sono l’argine proprio a questo schifo, il Consigliere Fochi lo dimentica ormai troppo spesso, quindi lo invito a risparmiarci i suoi prossimi interventi con “pareri autorevoli”».

Interviene anche l’ex consigliere comunale Sergio Simeone, andato via anche a causa della fondamentale differenza di vedute con Fochi: «Confondere la libertà di espressione con la facoltà di esercitare violenza (fisica o verbale, fa lo stesso) rischia di alimentare nuova violenza e ancora più aggressività. Io credo che i violenti e i politici mediocri siano due facce della stessa medaglia. Fare il gioco del “più fascista” è proprio ciò di cui il sistema ha bisogno per conservarsi».

E c’è chi, come Paola Marzola, invita Fochi a fare outing politico: «Prima o poi troverai il coraggio di fare outing, trovare la tua strada e passare con la lega, ti farà bene».

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