Cronaca
6 Dicembre 2017
Intervento dei giudici dopo il provvedimento dell'Antitrust contro gli spot del Ghost

Il tribunale blocca la pubblicità dell’amplificatore acustico

di Redazione | 3 min

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Dopo l’Antitrust interviene anche il tribunale di Ferrara a porre un freno alla pubblicizzazione dell’amplificatore acustico Ghost, per la cui commercializzazione si era prestato – ovviamente in buona fede – il noto conduttore televisivo Davide Mengacci.

Il tribunale civile ha infatti ordinato l’immediata cessazione dell’attività promozionale su Ghost portata avanti tramite “forme di pubblicità ingannevole”. Pubblicità ingannevole già rilevata dall’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, che aveva sanzionato Shoplandia e V.V., i due soggetti coinvolti nella commercializzazione e promozione del prodotto.

“Siamo soddisfatti del provvedimento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e della decisione del Tribunale di Ferrara di accogliere positivamente l’istanza cautelare che abbiamo portato avanti insieme con l’Associazione Nazionale Audioprotesisti”, afferma Gianni Gruppioni, presidente di Anap, Associazione Nazionale Audioprotesisti Professionali commentando i recenti sviluppi della vicenda.

Ghost è un amplificatore acustico pubblicizzato e venduto come soluzione acustica senza averne le caratteristiche previste per legge. La vicenda ha inizio nel 2015 quando in televisione, sui social network e tramite un’attività di vendita porta a porta, Shoplandia e V.V. cominciano a pubblicizzare Ghost presentandolo però come apparecchio acustico in grado di risolvere i problemi uditivi. Nei giorni scorsi l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha definito le modalità di vendita di Ghost “una pratica commerciale scorretta” nei confronti dei consumatori italiani. A questo provvedimento si è aggiunto quello del Tribunale di Ferrara, che ha ordinato l’immediata cessazione della pubblicità.

La vicenda giudiziaria ha accertato che Shoplandia e V.V. giocavano sulla confusione tra “amplificatore acustico” e “apparecchio acustico” che sono invece dispositivi molto diversi. Gli amplificatori acustici possono essere paragonati a una lente di ingrandimento: amplificano infatti nella stessa misura tutti i suoni e sono usati occasionalmente nelle situazioni in cui è necessario un aiuto per favorire le normali capacità uditive, ma non rappresentano una soluzione per chi ha problemi di udito. Gli apparecchi acustici sono invece dei dispositivi medici registrati presso il Ministero della Salute in classe II^, la cui necessità è certificata dalla prescrizione di un medico, scelti e adattati alle esigenze della singola persona da un audioprotesista qualificato dopo un accurato esame dell’udito. Si tratta quindi di dispositivi altamente tecnologici, che possono essere personalizzati sulla base delle esigenze individuali e delle abitudini di vita.

“Ci siamo impegnati per fare chiarezza su Shoplandia e V.V., perché l’attività che stavano portando avanti con Ghost era pericolosa per la salute degli italiani. Gli amplificatori – commenta Gianni Gruppioni – sono prodotti standardizzati che possono essere usati da persone che non hanno un problema di udito per periodi molto brevi per amplificare i suoni in alcune situazioni. Non possono certo essere equiparati agli apparecchi acustici, che sono invece dispositivi medicali altamente tecnologici che vengono programmati dall’audioprotesista per adattarsi alle esigenze della singola persona, così da compensare la perdita d’udito. A rendere ancora più grave l’attività portata avanti da Shoplandia e da V.V. è stato l’utilizzo, per la vendita del prodotto, di persone non formate prive di conoscenze nel campo dell’udito e delle protesi acustiche e quindi non autorizzate a dare consigli per il benessere dell’udito. Tengo a sottolineare che in Italia l’unico soggetto abilitato per legge alla correzione dei problemi dell’udito è il tecnico audioprotesista, che ha effettuato uno specifico percorso universitario di tre anni”.

“Ci auguriamo che la vicenda Ghost sia definitivamente conclusa e che serva da lezione perché non vengano più messi in atto espedienti simili, pensati per aggirare la normativa italiana in materia di apparecchi acustici. La tutela e la salvaguardia dell’udito devono infatti essere affidate a professionisti laureati e costantemente formati come sono gli audioprotesisti e non lasciate nelle mani di persone guidate solo da interesse commerciali”, conclude Gruppioni.

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