Quando in un paese civile il fascismo rialza la testa, è anche perché chi deve governare fenomeni complessi, come la disoccupazione, l’immigrazione, le disuguaglianze economiche e sociali, non è in grado di farlo. Il fascismo italiano ed il nazismo tedesco, sono tragici esempi storici di quanto sopra sostenuto.
Per questo motivo, di fronte ad episodi violenti isolati, oltre alla doverosa reazione democratica e antifascista, possibilmente non strumentalizzata dai partiti che hanno lasciato libero lo spazio politico ora occupato dai rigurgiti fascisti, occorre mettere in campo più capacità di amministrare, meno ipocrisia, meno strumentalizzazione elettorale, meno propensione a sfruttare il fenomeno migratorio per foraggiare clientele e bacini elettorali.
La risposta utile per il paese non è la chiamata in piazza dei cittadini contro il fascismo, e conseguentemente, per reazione, fare la stessa cosa con i sostenitori della destra estrema.
Occorrono piu progetti di cambiamento e sviluppo nell’interesse dei cittadini. Serve più lavoro, soprattutto per i giovani, servono più attenzione e sostegno per chi è privato di una vita dignitosa, per motivi economici o sanitari. Servono provvedimenti a sostegno delle famiglie e della natalità, serve più rigore per combattere l’evasione, il crimine, la corruzione.
Servono progetti innovativi e sostenibili per la mobilità delle persone, soprattutto per chi pendola per lavoro e per la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, soprattutto anziani e svantaggiati. Serve una spesa pubblica più orientata al bene comune, meno sprechi, meno tassazione delle famiglie e dell’impresa che crea lavoro. Servono incentivi per gli investimenti produttivi e sostenibili.
Usare il fascista folle e delinquente come Traini, responsabile del crimine di Macerata, allo scopo di agitare lo spauracchio fascista per fini elettorali e per mettere in ombra i problemi sociali generati dalla inadeguata gestione del fenomeno migratorio, è un grave errore.
La violenza va condannata, il fascismo va messo al bando, ma non si deve utilizzare il gesto di un folle per mettere in secondo piano il disagio vero, le paure vere, che una immigrazione male gestita genera nella popolazione. O peggio agitare lo spauracchio fascista solo per frenare l’avanzata dei partiti di destra.
Una sana integrazione degli immigrati contingentati, sostenibili, è sacrosanta e utile al paese. Il caos immigratorio, al contrario, crea divisione nella popolazione, disagi, guerra tra poveri ed inoltre alimenta il rischio di esplosione di tensioni sociali, di gesti folli e di pulsioni razziste. È l’incapacità di gestire il fenomeno immigratorio e la negazione del disagio sociale conseguente, che danno ossigeno ai partiti di destra e al qualunquismo.
Occorrono capacità, misura, lungimiranza, piani strategici di lungo periodo. Non si risolve tutto solo con il “non lasciamoli morire”. Non possiamo tollerare che chi esce dal sistema dell’accoglienza, poi sparisca e vada ad ingrossare l’esercito degli immigrati irregolari, quasi sempre nulla facenti. Così si potenzia solo la manovalanza del crimine, dello spaccio, della prostituzione, del furto e della rapina.
Invece di strumentalizzare i singoli episodi estremisti, alla conquista di consenso e voti, i partiti tutti dovrebbero mettersi attorno ad un tavolo per concordare un piano condiviso per far uscire il paese dal tunnel, dalla crisi economica, sociale e culturale che lo sta facendo arretrare rispetto agli altri paesi europei. Altro che avanzata del fascismo.
Oltretutto enfatizzare in modo strumentale il rischio di ritorno del fascismo, per carità, da tenere sempre sotto controllo, produce divisione nel paese, evoca antichi rancori, non frena eventuali atti violenti isolati. Ma soprattutto alza un polverone che nasconde i problemi veri.
I neofascisti sono una minaccia, io dico anche il Mo’ Vi Mento lo è, ma non la si combatte negando il disagio economico e sociale di una parte importante della popolazione. Disagio vero ed esistente. Questo dibattito doppato sul fascismo oscura i problemi veri, come ad esempio le scelte che stanno arrivando dall’Europa, frutto dell’alleanza franco tedesca, in materia di regole di bilancio, limiti alla spesa, vincoli ulteriori alle banche. Noi non ne parliamo e quando sul nostro paese si abbatterà la scure, noi saremo ancora alle prese con il dibattito sul paventato ritorno del fascismo in Italia.
Valentino Tavolazzi