A proposito del “patentino antifascista” osservo soltanto che oggi sarebbe rifiutato a Giorgio Perlasca (che salvò parecchi ebrei ma era convintamente fascista), a Luciano Chiappini (che finì a Coltano tra gli “irriducibili”) e pure a Guglielmo Marconi (che si dichiarò “convintamente fascista”. E l’elenco potrebbe continuare.
Chi sostiene simili e strampalatissime idee, si colloca nel solco di chi, nel 1989, rifiutò (Università di Torino) un incarico di insegnamento a Giorgio Albertazzi (“Storia del teatro”) o respinse, in Toscana, la proposta di intitolare una via a Fiorenzo Magni.
Le parole di Pasolini e di Cacciari su fascismo/antifascismo non insegnano nulla a certi soggetti?
E infine : non basterebbe, volendo proprio insistere, una dichiarazione di conformità ai valori della Costituzione?
Giorgio Fabbri