Lettere al Direttore
19 Giugno 2018

Immigrazione, un mondo di ipocriti

di Redazione | 3 min

L’interdizione ai porti italiani disposta dal neoministro Salvini per una nave (l’Acquarius, dedita, insieme ad altre, alla raccolta di migranti in mare per trasportarli in un solo paese: l’Italia), ha scatenato uno tsunami nel profondo mare d’ipocrisia su cui galleggia l’opinione pubblica europea riguardo ai migranti, caratterizzata dall’indifferenza per una strana regola: per diventare meritevoli d’attenzione e di diritti umani i migranti debbano porsi in stato di pericolo sul mare. Solo quando entrano in mare, non prima.

Che il loro percorso precedente sia regolarmente infarcito di patimenti, violenze inaudite, furti, stupri, prelievi di organi, riduzioni in schiavitù da parte di criminali sempre più numerosi per l’abbondanza di bottino, non interessa quasi a nessuno. Neanche all’ONU. Così è ineludibile la trafila infernale finalizzata ad imbarcare “la merce” sopravvissuta, stipata su mezzi volutamente inadeguati (per allestire la sceneggiata del dramma), ma a prezzi stratosferici per il potere d’acquisto medio africano.

Le immagini TV di inverosimili gommoni strapieni, che potrebbero navigare soltanto sull’olio e col bel tempo, dimostrano che si tratta di messinscene allestite ad hoc poco prima dell’arrivo dei soccorsi chiamati e che insieme al vero ci sia anche tanto falso, compresa una quota di criminali che s’imbarcano pure loro.

Ipocrisia anche qui, quindi, con buona pace dei benpensanti. Ma ciò è insignificante: l’esperienza insegna che in ogni caso solo chi naufraga, o rischia il naufragio, è preso in considerazione, e che solo con l’invio di soccorsi navali i benpensanti europei possono compiacersi fino alla libidine della propria “umanità”. È la stessa solidale “umanità” che impedisce agli aspiranti immigrati di imbarcarsi senza pericolo su aerei verso Europa spendendo una frazione di quanto pretendono i trafficanti di carne umana. L’umanità però sparisce senza drammi di coscienza davanti alla burocrazia: se manca il “visto”, non puoi salire sugli aerei. Perciò, candidato immigrato, vai pure a farti un infernale giretto imbarcandoti di nascosto, avvisando qualche Ong che venga a salvarti e portarti in Italia. Sì, perché la nave ong che ti salva, battente bandiera quasi sempre non italiana, pretende che il salvataggio si completi sbarcandoti in Italia, non altrove. Per prassi consolidata. Che piace tanto a Francia, Spagna, Inghilterra, Malta, Grecia, ecc.

E piace anche ai progressisti italiani della sinistra braminica (nessuno dei quali abita in quartieri popolari alle prese quotidiane con spiacevolissime realtà immigrate), gonfi fino a scoppiare di schizofrenica “umanità”. Con gaudio di Satana, gli ipocriti nostrani non vogliono riconoscere che non sono mai stati proibiti i salvataggi in mare e che l’Acquarius può continuare liberamente a salvare tutti i migranti che vuole. È solo la destinazione dei salvati che non è più da ritenersi di default in Italia, il disturbante nuovo dettaglio per la finta Europa delle lobbies.

Sarebbe interessante poter osservare i benefattori che finanziano le crociere delle navi ong nel Mediterraneo per l’attività di salvataggio+consegna in Italia: continueranno a farlo se le navi si recheranno a salvare chiunque chiami ma senza poi riuscire a scaricarli in Italia?

Paolo Giardini

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