Attualità
26 Luglio 2018
"Una battuta? Mi chiedo cosa c'è di umoristico nel dichiararsi nazisti. Non accetterò più di assistere in silenzio all’intolleranza"

Cristiana, il volto pulito dell’antirazzismo

di Ruggero Veronese | 4 min

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“Gli insulti? Non li ho neanche presi in considerazione: so come funziona oggi il mondo dei social network. Piuttosto mi fanno molto piacere i messaggi delle persone che mi hanno detto che la mia segnalazione ha dato anche a loro la voglia di reagire alle situazioni di intolleranza”. Da un giorno intero Cristiana, 25 anni, viso pulito, occhi azzurri, capelli castani, laureata in Architettura all’Università di Ferrara, in queste ore meglio nota su twitter come ‘Polpetta’, è in piena bufera mediatica per via della sua segnalazione a Coop Alleanza sull’episodio di razzismo nel supermercato di via Mazzini, che ha avuto come protagonisti una cassiera e una guardia giurata.

Tra le decine di messaggi che le hanno rivolto era presente di tutto: dai complimenti per aver rotto il silenzio e “averci messo la faccia” ai peggiori insulti e malauguri, come quello di “essere stuprata dai nigeriani in Gad”. Una frase che riportiamo a malincuore, forzando le regole del buon gusto, solo per dare un’idea della durezza degli attacchi.

Il giorno successivo la 25enne ferrarese, contattata privatamente da Estense.com, si mostra ancora battagliera e determinata a dar seguito alla propria denuncia: “Nel clima di tensione che si respira oggi in Italia – afferma la ragazza – mi sono ripromessa di non starmene più zitta quando assisto a questi fatti. Io stessa vivo in un quartiere dove i problemi di microcriminalità si fanno sentire, non dobbiamo raccontarci delle favole, ma non credo che affrontare la vita con la paura di chi è diverso sia una risposta. Mi è capitato di tornare a casa e trovare le camionette dell’esercito: credo che di fronte a certe situazioni sia doveroso intervenire, ma da lì a dichiararsi nazisti e insultare dei ragazzi solo perché hanno comprato delle birre ne passa”.

Ma cosa è accaduto di preciso all’interno del supermercato? Cristiana racconta la propria esperienza: “Ero alla Coop per fare qualche acquisto veloce e di fronte a me, alla cassa, c’erano tre o quattro ragazzi che stavano comprando delle birre. Hanno pagato e sono usciti. Mentre passavo i miei acquisti alla cassiera l’ho sentita mentre faceva commenti in maniera piuttosto pesante verso quei ragazzi, dicendo quelle solite frasi che ormai sono un po’ entrate nei discorsi comuni: ‘Eccole qua le nostre risorse’, ‘purtroppo non possiamo rimandarli a casa loro’, ‘ce li dobbiamo tenere perché ci pagano la pensione’. La cassiera si è voltata verso di me e mi ha chiesto scusa, ma in un modo che mi è sembrato molto falso”.

È stato a quel punto che per ‘Polpetta’ era imperativo reagire: “Ho deciso che non voglio più accettare questi comportamenti e ho fatto notare a entrambi che quel tipo di commenti razzisti possono dare molto fastidio. Mi hanno risposto che avrebbero detto le stesse cose anche se si fosse trattato di clienti bianchi, e io ho replicato che essere pronti a insultare anche altre categorie di clienti non era una giustificazione. Poi, quando ero già uscita dalla porta, la guardia mi ha urlato: ‘Io sono fieramente razzista e nazista’. Quando gli ho detto che non c’era nulla di cui andar fieri, mi ha risposto che lui invece ne era orgoglioso”.

La mattina successiva Cristiana ha incontrato con la vice responsabile del negozio (il direttore è attualmente in ferie), che è riuscita a verificare la veridicità della segnalazione: “Da quanto mi è stato detto, sia la cassiera che la guardia giurata hanno ammesso di aver detto quelle parole, aggiungendo però che si trattava di battute. Sinceramente mi chiedo cosa ci sia di così umoristico nel dichiararsi nazisti, credo che ci sia un limite a tutto. In ogni caso ho apprezzato molto l’interesse della dirigenza e avrò presto modo di parlare con il direttore. Se tornerò a fare la spesa in quel negozio? Certo, il problema aveva a che fare solo con quelle due persone e non voglio che altri siano coinvolti”.

Ma a prescindere dal singolo episodio avvenuto nel supermercato, la preoccupazione di Cristiana sta soprattutto nel vedere una tendenza generale che si sta affermando in Italia, che rende sempre più frequenti, diffuse e condivise dichiarazioni choc come quel “sono nazista” pronunciata dalla guardia giurata.

Una conseguenza del livello del dibattito delle principali forze politiche? Secondo Cristiana non si può negare che ci sia un legame: “Purtroppo oggi molte persone si sentono legittimate a dire certe cose e credo che il clima politico ed elettorale favorisca questo fenomeno. Quando ci sono personaggi politici che usano parole inaccettabili e giustificano certi comportamenti, chi già la pensava allo stesso modo finisce per perdere ogni freno. Oggi sono felice che questo fatto sia arrivato agli onori della cronaca e che se ne possa parlare pubblicamente. Io ho fatto da tempo la mia scelta: non accetterò più di assistere in silenzio all’intolleranza”.

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