Attualità
7 Ottobre 2018
Morniroli: “C’è una visione semplicistica che giudica invece di comprendere e rincorre le percezioni”

Prostituzione e tratta umana: i termini giusti per raccontare il fenomeno

di Redazione | 2 min

Leggi anche

Un percorso storico per raccontare i primi mesi dello squadrismo agrario

La storica Antonella Guarnieri, per il Centro di documentazione del Museo del Risorgimento e della Resistenza del Comune di Ferrara, ha accompagnato numerose persone in un percorso storico che ha ricostruito i primi mesi dello squadrismo agrario, centrando l’attenzione sulle violenze e le uccisioni che il fascismo, in mano ai grandi proprietari terrieri, esercitò non solo in provincia, ma anche in città

Una favola per educare i più piccoli all’empatia

È giusto parlare ai bambini di violenza di genere? Quando si può iniziare ad educare all’empatia e al rispetto per gli altri? Queste le prime domande poste al pubblico durante l’evento di presentazione della favola dal titolo: “Libera come una libellula e coraggiosa come un’ape”

di Lucia Bianchini

Di prostituzione, di tratta umana e di come raccontare nei giusti termini questi fenomeni si è discusso nella sala del consiglio comunale nella mattinata di sabato 6 ottobre, durante il convegno “Prostituzione e tratta umana: l’informazione giornalistica tra ideologie politiche e pregiudizi di genere”.

Di come si rappresenta il fenomeno prostitutivo in Italia ha parlato Andrea Morniroli, della cooperativa sociale Dedalus, sottolineando che ci sono due grandi limiti: gli operatori usano un linguaggio spesso criptico e il dibattito politico sull’argomento si ferma alla rappresentazione del fenomeno, c’è una visione semplicistica, che giudica invece di comprendere e rincorre le percezioni. Morniroli porta un esempio: “A Napoli ogni sera in strada dal 2000 ad oggi non abbiamo mai superato le 100 presenze contemporanee per quanto riguarda la prostituzione. Di queste, 80 stanno in luoghi in cui se non si è poliziotti, operatori o clienti, non le si vede. 5 o 6 di esse disturbano le ‘percezioni’ e su queste si costruisce il problema”. L’obiettivo diventa dare centralità alla realtà, e si può fare questo accettando la complessità del fenomeno, e migliorando il governo dei flussi migratori. Il sistema nazionale anti tratta è messo in crisi, infatti solo nel 2016, mischiate e confuse tra i richiedenti asilo, sono arrivate 11mila donne nigeriane inserite da organizzazioni criminali nella tratta, che sono poi scaricate sul sistema dell’accoglienza straordinaria, per cui non sono state stanziate risorse aggiuntive”.

Molto si è dibattuto anche in merito al linguaggio da utilizzare per parlare di prostituzione: “il linguaggio è un riflesso delle reazioni sociali ad un fenomeno – ha sottolineato Giorgia Serughetti- ricercatrice del dipartimento di sociologia dell’Università di Milano- Bicocca- l’uso stesso del termine ‘prostituta’ può essere molto discusso, ancora utilizzati come sinonimi sono meretrice, passeggiatrice, stradaiola, squillo ed escort. La prostituta è vista come qualcosa di sporco, di fuori posto, come le scarpe sul tavolo, una minaccia perfino quando è vittima. Non si è diffuso in ambito mediatico l’uso del termine ‘sex workers’, usato invece dagli operatori”.

La giornalista Mara Cinquepalmi, segretaria nazionale di Gi.U.Li.A, ha puntualizzato il ruolo dell’informazione per superare pregiudizi: “Il linguaggio è un tema molto complesso, e non è neutro: l’uso di un termine anziché di un altro può creare o superare stereotipi. Lo scorso anno abbiamo lavorato al manifesto di Venezia, un impegno firmato da 800 giornalisti per raccontare la violenza lontano dagli stereotipi”.

All’incontro è intervenuta anche Pia Covre, fondatrice del movimento per i diritti civili delle prostitute.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com