Politica
21 Dicembre 2018
Interpellanza di Fiorentini (Si) in merito alle modifiche introdotte, tra cui il divieto di panni stesi

Il Regolamento di Polizia Urbana criminalizza le prostitute

di Redazione | 2 min

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Dall’ineffabile divieto di stendere i panni in centro storico (art. 9 comma 4), alle “Turbative al decoro, all’igiene e al quieto vivere” legate alla prostituzione (art. 41), fino alla definizione della “fastidiosa percezione” esterna rispetto ai suoni e rumori eventualmente prodotti all’interno dei locali pubblici (art. 48, comma 1, punto b). Sono le modifiche fatte nel corso del 2017 al Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Ferrara che trovarono contrario l’esponente di maggioranza Leonardo Fiorentini.

Oggi una di quelle modifiche, vale a dire l’art- 41, contribuirebbe a criminalizzare le prostitute. Lo sostiene il consigliere comunale indipendente per Sinistra Italiana, alla luce dell’allarme lanciato nei giorni scorsi dalle operatrici del Centro Donna Giustizia che, in occasione della giornata mondiale contro la violenza alle sex workers che ricorre il 17 dicembre, hanno denunciato “l’aumento delle richieste di prestazioni sessuali senza uso del preservativo o addirittura forme di violenza “stealthing”, in cui il cliente si sfila o rompe appositamente il condom durante il rapporto, aumento delle forme di aggressione fisica e verbale in strada e delle vessazioni legate a “puttanofobia” o razzismo”.

Fiorentini sul punto ha presentato una interpellanza, “perché rimango convinto che le modifiche fatte al nostro Regolamento di Polizia Urbana siano parte del problema. La “criminalizzazione, stigmatizzazione e discriminazione” rischia davvero di “impedire l’accesso alla giustizia e ai servizi sociali e sanitari”, come denunciato dalle operatrici che peraltro lavorano per conto del Comune, rendendo le persone sempre più invisibili, ancor più deboli e più difficilmente contattabili dai servizi”.

Fiorentini chiede quindi alla giunta quante siano state le sanzioni comminate sulla base delle modifiche introdotte, per “capire se le misure introdotte localmente nel recente passato siano state applicate e come siano state valutate da chi doveva farlo”.

Nel documento il consigliere chiede anche conto delle sanzioni rispetto all’“allarme panni stesi” (ironico, ndr) che aveva portato al divieto di stendere i panni in centro storico e delle multe ai locali che “pur rispettando le norme del Regolamento del rumore sono stati sanzionati per i suoni “percepiti” in strada la cui valutazione di disturbo è stata fatta molto probabilmente senza alcun sistema di misurazione oggettivo (a differenza delle autorizzazioni ricevute)”.

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