Lettere al Direttore
22 Dicembre 2018

Parlate di donne senza ascoltarle

di Redazione | 4 min

Sono personalmente molto stanca di continuare a sentire e vedere situazioni in cui ci sono persone che sicuramente mosse dalla loro idea sul bene per la comunità, non affrontano i problemi della vita se non a colpi di frusta vicendevoli che vertono sulla politica e che esprimono solo ed esclusivamente un continuo modello di combattimento sociale maschile e predatorio del “ vinca il più forte”.

Da qualche anno, ma direi ,maggiormente in questi mesi ho visto intensificarsi tutti quei meccanismi che portano nella maggior parte uomini, a parlare “sul, del, a proposito di”: donne e delle loro scelte; come se parlare “del, sul a proposito di” non sia fuorviante della realtà… perchè “del, sul a proposito di “…si parla con le donne, sennò è bugia o parzialissima verità che non ci rappresenta!

Il signor Pillon, parla di genitorialità condivisa…e non interpella le donne, da sempre maggiormente coinvolte nella gestione dei figli e figlie nelle separazioni, perché se il 70% delle separazioni viene richiesta dalle donne ci sarà un perché..o vogliamo nasconderci?

Il cari amici della destra che continuano a fioccare mozioni sulla maternità difficile per contrastare l’aborto e dare più soldi alle associazioni pro-vita, come se questo fosse il problema delle donne, come se bastassero 500 euro ad una madre per andare avanti con suo figlio tutta la vita. Chi sostiene questo, allora non ha chiesto davvero niente a nessuno ma procede secondo ideologie personali, che dovrebbero stare fuori dalla politica.

Chi ha chiesto alle donne cosa pensano della maternità e dell’avere figli? Come viene vista la donna quando rimane incinta? per esempio lavorativamente parlando. Chiedete quante donne incinte subiscono ricatti dai datori di lavoro sui licenziamenti, chiedete quante donne sono costrette a stare a casa dal lavoro perchè gli asili costano troppo, chiedete quante si fanno in 8 parti perchè devono ricominciare a lavorare subito dopo il parto, però poi devono tornare a casa per stare giustamente con i figli, faccende domestiche , cene , pranzi, scuola, lavoro, sport…è colpa quindi di nuovo delle donne e del fatto che si sono emancipate? Abbiamo seriamente ruoli e diritti diversi da un uomo? Avete mai chiesto quanti padri collaborano veramente alla crescita dei figli e alla gestione domestica con le madri…o se le donne si sobbarcano ancora la maggior parte della la fatica, quasi al 90%.

Poi di nuovo: Donne e prostituzione con tasse, controlli, case chiuse, multe ai clienti, controlli alle multe , li fanno non li fanno?…e di nuovo chi ne parla? Uomini, sul corpo delle donne.

Sono personalmente molto stanca di continuare a sentire che chi non può decidere sul suo corpo, è sempre la donna!!!

Per gli uomini? Loro non hanno bisogno di formarsi all’umanità, al sostegno, alla salute ( servizi dedicati all’uomo nella salute riproduttiva) all’uso dei condom, ad avere uno sguardo di famiglia nel suo insieme. Politiche, leggi sugli uomini? Ci sono? Rendiamoci conto che politiche e leggi ci sono, ma sono per la maggiorparte sulle donne e non ce lo chiedete, ma le fate!

Sogno ed utopia: La mia lettera a Babbo Natale:

“Caro babbo natale, vorrei tanto far sì che per tanto tempo gruppi di donne decidano sul corpo degli uomini, sulla loro vita, sul modo di fare famiglia, di stare con i figli, ma lo voglio decidere io che sono donna con altre donne e non interpellarli, gli uomini. Sicuramente nasceranno associazioni maschili di tutela, ma quando nasceranno sul territorio e difenderanno gli uomini perchè le donne sono diventate troppo aggressive schiacciandoli in tutti i sensi, allora…noi donne che decideremo sul corpo degli uomini, non consulteremo quelle associazioni perché della loro opinione, dell’opinione di chi sa le storie vere di questi uomini, non ci interesserà niente!!! Quindi anche se ci sono non le contattiamo per saper un parere competente. Perche saremo noi , le donne, competenti sugli uomini, noi e solo noi!!!”

Questo è quello che continuamente sento nella politica nazionale e locale, parlate di noi, decidete di noi e non ci chiamate in causa, nè come universo di donne, né come associazioni di donne competenti e professionali che danno voce a chi perché donna, non ce l’ha!

Siccome invece credo che l’umanità sia unica e sono speranzosa che barlumi di luce si accendano nelle menti e nei cuori, la mia lettera per Babbo Natale non sarà cosi arrabbiata, ma sarà speranzosa:

“Caro Babbo Natale, fa che quando si dovrà parlare ancora di donne o di leggi sulle donne, si parli con le donne e si parli con le associazioni di donne che tutelano altre donne. Perchè cosi ci proveremo e creeremo tutt* un mondo più giusto. Grazie”.

Eleonora Telloli

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