Lettere al Direttore
24 Febbraio 2019

Fate del bene a quelli che vi odiano

di Redazione | 4 min

Ecco il testo integrale dell’omelia pronunciata da mons. Gian Carlo Perego nella S. Messa celebrata il 23 febbraio, nella chiesa di Santa Chiara a Ferrara, in occasione dell’anniversario della nascita della Fraternità di CL e della morte di don Luigi

Cari fratelli e sorelle, desideriamo insieme ricordare l’anniversario della morte di don Luigi Giussani e del riconoscimento della Fraternità di Comunione e Liberazione. Sono due date che ricordano un Fondatore e un’esperienza nuova di vita cristiana nella Chiesa. Sono due date che conservano una contemporaneità, a cui sono legati momenti di vita cristiana e scelte di molti di voi.

Ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio. Al centro della prima lettura c’è la scelta di Davide di ‘non uccidere il re Saul, il nemico in quel momento, mentre al centro del Vangelo c’è un aspetto delle parole di Gesù, che caratterizza in maniera unica e originale l’amore cristiano: “Amate i vostri nemici”, con ulteriori precisazioni: “fate del bene a quelli che vi odiano, benedite quelli che maledicono, pregate per chi vi tratta male”, “se uno ti percuote su una guancia porgi anche l’altra”. I nemici da amare sono i persecutori della fede, ma anche ogni persona che compie il male verso di noi. E’ una forma nuova di carità, che moltiplica i gesti oltre che spogliarsi di ogni pretesa, che cerca di vivere la misericordia, nella preghiera e nell’azione. L’amore ai nemici, la misericordia sono straordinariamente le risorse nuove per costruire fraternità, per edificare la Chiesa. Amore ai nemici e misericordia sono anche le realtà su cui saremo giudicati e per questo sono aspetti del nostro cammino di vita cristiana, di santità. Da qui le esemplificazioni che l’evangelista fa dell’amore, verso chi ruba, ferisce, offende.

In un passaggio di un testo di don Luigi Giussani, dal titolo “La familiarità con Cristo” (Cinisello Balsamo, San Paolo, 2008), c’è una bella esemplificazione dell’amore e della misericordia che noi fatichiamo a vivere. “Noi trattiamo gli altri mutilando normalmente la loro storia…cosa vuol dire mutilare la storia dell’altro o mutilare la persona, ridurre l’altro e la storia dell’altro? Tendiamo a ridurre la storia dell’altro ai nostri criteri e alle nostre misure, al nostro stato d’animo quindi, alla nostra convenienza, alla nostra valutazione delle cose…perché sottolineiamo quello che ci interessa, quello che corrisponde, e quello che non corrisponde e non ci interessa non lo guardiamo, oppure abbiamo una rabbia contro. Questo è il primo colossale e permanente peccato dei nostri rapporti: la strumentalizzazione dell’altro” (p. 65). L’amore non riduce mai, non strumentalizza mai, ma riconosce, serve, ama, anche i nemici. Non solo il Signore ha insegnato l’amore ai nemici, ma lo ha testimoniato sulla Croce. Il Crocifisso è il segno concreto e drammatico di questo amore del Signore. Nel Crocifisso – per usare le parole di Paolo di oggi nella lettera ai Corinzi – cielo e terra, corpo e spirito s’incontrano e generano nel ‘soffio’ di Gesù, nel momento della morte, il dono di un amore che raggiunge anzitutto Maria e Giovanni e attraverso di loro i discepoli di ogni tempo. Se il primo Adamo ci lega alla terra, il nuovo Adamo, Gesù Cristo lega la terra al cielo, è il Salvatore.

L’amore agli altri, nostri fratelli, e che raggiunge anche i nemici, che si traduce in opere di carità e misericordia corporali e spirituali accompagna necessariamente l’annuncio cristiano. Senza amore, senza carità la vita del cristiano diventa una vita che non vince il peccato dell’individualismo e dell’egoismo, che non costruisce solidarietà, che non esprime fraternità, che non costruisce il bene comune. E sempre nella stessa pagina di don Giussani, dedicata alla carità fraterna, il Fondatore di Comunione e liberazione faceva attenti ad altri due rischi e tradimenti della carità, oltre a quello di strumentalizzare l’altro: l’indifferenza all’altro. Scrive don Giussani: “Badate, per favore, di sottolinearlo questo, perché venendo nelle vostre case o guardando il gruppo adulto, lo si nota a vista d’occhio, colpisce l’indifferenza all’altro. Certo a periodi. Poi c’è il momento in cui ti interessa, ma fuori dal momento in cui ti interessa, sei indifferente” (p.65). E infine don Giussani ricordava un terzo aspetto della mancanza di amore, di carità: l’ira nei confronti dell’altro, che diventa lamento, maldicenza, la mormorazione.

Cari fratelli e sorelle chiediamo al Signore di completare la nostra umanità – come ci ricorda l’apostolo Paolo – unendo in noi il vecchio Adamo, la sua umanità, e il nuovo Adamo, la sua umanità e divinità. La nostra fede poggia sul corpo e l’anima, sulla storia e sull’escaton, sul nostro futuro, sul nostro destino. Il nostro presente e il nostro futuro, il già e il non ancora sono illuminati dall’ “amore di Gesù Cristo, che ci spinge”, ci fa correre ricorda Paolo. Imparare ad amare, “educare alla vita buona del Vangelo” diventa allora per il cristiano un impegno concreto, quotidiano, che struttura non solo i nostri sentimenti, ma anche le nostre opere per evitare una fede nominalista, intellettualista. Così sia.

S. E. Mons. Gian Carlo Perego

Arcivescovo di Ferrara-Comacchio

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com