Economia e Lavoro
6 Marzo 2019
Audizione della commissaria europea alla concorrenza: "Sulle obbligazioni rischiose le banche devono essere trasparenti". Sul fondo ristoro "dovrebbero risarcire le banche ma se non è possibile si deve andare avanti"

Vestager al Senato: “Chiesto informazioni al governo, ma avanti col fondo ristoro”

di Redazione | 4 min

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Margrethe Vestager nel corso dell’audizione al Senato / Senato WebTV

di Martin Miraglia

Sono entrate di diritto anche le quattro banche risolte alla fine del 2015 — tra le quali Carife — nei temi dell’audizione al Senato della commissaria europea alla concorrenza Margrethe Vestager, che nel corso delle conclusioni ha riflettuto anche sul mercato e sugli stock di crediti deteriorati in Italia, sul finanziamento delle imprese europee e sugli aiuti di Stato, oltreché sui risarcimenti ai risparmiatori ‘azzerati’.

“Le leggi contro gli aiuti di Stato esistono per assicurare che possano essere dati sostegni alle banche per mantenere la stabilità finanziaria ma anche per assicurare che la concorrenza con altre banche sia equa e i contribuenti non finiscano a pagare un conto troppo salato. Questo l’abbiamo difeso in oltre 500 casi in Europa, tra i quali recentemente anche quello di Carige”, ha esordito la Vestager davanti ai parlamentari delle commissioni affari esteri, finanze, industria e turismo e politiche comunitarie del Senato raggiunti dai colleghi della Camera membri delle commissioni corrispondenti dell’altro ramo del parlamento.

“Abbiamo asssitito l’Italia per quanto riguarda alcune parti vulnerabili del sistema bancario nonché l’impatto che potrebbero avere sui cittadini. Le banche hanno l’obbligo dare informazioni sufficienti agli investitori retail quando vengono proposte delle obbligazioni rischiose. Quando ciò non accade questo può essere fuorviante e spetta alla banca intervenire per ripristinare le condizioni che si sono create per via di queste pratiche improprie. Abbiamo visto che se non c’è questa forma di compensazione o risarcimento allora per motivi sociali è consentito un intervento da parte dello Stato“, ha poi aggiunto la commissaria nel corso dei suoi opening statements svelando infine di “essere in contatto con le autorità italiane su una nuova proprosta che mira proprio a garantire che questo accada”.

In questi tre anni abbiamo visto un processo notevole: le banche italiane hanno ridotto il loro stock di crediti inesigibili per il 43% e la Commissione ha lavorato con le autorità italiane per agevolare quasi i due terzi di questo calo. Questo è importante perché le banche possono di nuovo finanziare i cittadini e le imprese europee che devono poter avere successo nel nostro mercato unico, perché significa dare maggiore possibilità alle industrie e a chi innova. All’inizio del mio mandato il mercato degli npl non esisteva e venivano scambiati con quotazioni bassissime, di 10 o 15 centesimi per euro, e se dobbiamo fare accantomenti per perdite di questo genere c’è il rischio che altre parti della nostra normativa bancaria creino dei problemi, e l’abbiamo visto in diverse banche. Qui in Italia è stato messo in campo il Gacc che ha avuto dei risultati soddisfacenti. Adesso abbiamo un mercato per le sofferenze con quotazioni più alte e sta funzionando“, ha poi ricordato Vestager che oltre ad aggiungere di aver bloccato appena 9 fusioni su diverse centinaia in Europa ha anche fatto un parallelismo sulla differenza di raccolta di capitali tra il vecchio continente e gli Stati Uniti: “In Usa le imprese hanno potuto finanziarsi direttamente sul mercato senza necessariamente ricorrere agli indebitamenti bancari e l’economia si è potuta riprendere in fretta dopo la crisi, mentre qui una debolezza del sistema bancario si è trasformata in una crisi sistemica dell’economia. (…) Per questo i miei colleghi hanno chiesto lo sviluppo di un mercato dei capitali europeo e di prodotti che consentano alle piccole imprese di avere accesso a capitali dal mercato. Le imprese europee hanno bisogno di un accesso diverso ai capitali dalle sole banche”.

Abbiamo dei precedenti per quanto riguarda meccanismi per assicurare il ristoro dei risparmiatori. L’abbiamo fatto per questioni di giustizia sociale: abbiamo a che fare con risparmiatori e piccole imprese nel settore retail che sono stati indotti a credere che sarebbero stati coperti da garanzie sui depositi per poi scoprire che avevano acquistato dei prodotti con rischio di forti perdite. I meccanismi creati fin qui hanno avuto due possibili sistemi, dove o c’erano chiari casi di frode verso i singoli oppure verso il settore in senso lato dei consumatori. Ora è stato creato questo fondo di ristoro sui risparmiatori e abbiamo inviato una lettera per conoscere meglio quali siano le idee del governo italiano in tal senso. Rimaniamo in attesa delle informazioni ma siamo favorevoli a che si possa portare avanti la creazione di un tale fondo. Se fosse possibile sarebbe bene che le banche responsabili fossero le prime a risarcire i risparmiatori ai quali sono stati venduti questi titoli e queste obbligazioni. Se non è possibile dobbiamo andare avanti con questo progetto di fondo ristoro per i risparmiatori”, ha poi concluso la commissaria europea alla concorrenza.

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