Lettere al Direttore
28 Marzo 2019

Dopo l’8 Marzo…

di Redazione | 2 min

L’8 Marzo è passato, fra sentenze di ogni sorta, le più bizzarre: tempeste emotive.

“Non è stupro perchè è brutta, se è bella se l’è cercata, stia attenta a chi frequenta”, ecc….Prima di arrivare alla violenza e stupro sulla donna, c’è uno step antecedente, c’è un terreno fertile che non viene preso in considerazione, ed è questo che mi interessa, dopo è già tardi.

Quando hai cartelloni pubblicitari con corpi in vendita ”a disposizione”… quando hai videogiochi on line o pornografia che ti propinano una donna sul cui corpo tutto puoi, ditemi che senso ha parlare di violenza o di 8 Marzo, che senso ha combattere o prevenire?

In mezzo a tutto questo calderone una cosa è certa: il bisogno di rieducazione del maschile, ma nel contempo mi preoccupa molto l’indecisione di alcune donne “sul cosa fare da grandi”. Spesso mi accorgo di un femminile che trae ancora vantaggi dalla propria condizione, facendo un uso sbagliato della parità (ovvero solo quando fa comodo).

E’ ugualmente diffuso un uso svilente del proprio corpo, per tornaconto. Vedo ancora troppe donne che credono che il loro valore dipenda dallo sguardo e dai giudizi che il maschile indirizza su di esse, ed è questa la mentalità più persistente da disinnescare, la schiavitù più subdola.

Lungi da me giustificare la violenza, ma sarebbe ipocrita e limitativo vedere solo la parte maschile senza considerare quella femminile. Siamo davanti ad una crisi dei sessi molto grave e se non si ristabilisce il rispetto, il crescere insieme, lavorando su entrambi, facendo sì che ognuno si prenda la propria parte, sarà sempre peggio e saremo ancora qui a raccontare l’ennesima violenza o stupro, sì perchè a volte la verità sta nel perfetto “mezzo”.

Barbara Grassilli (Ferrara libera)

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