Politica
31 Marzo 2019
L'ex vicedirettore del Corriere dell Sera ha presentato il suo ultimo libro nella sede di Fratelli d'Italia in via Cassoli

Magdi Allam: “Le persone sono tutte pari, ma idee e religioni sono diverse”

di Redazione | 4 min

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L’Islam e i musulmani vanno presi in considerazione su due piani diversi, perché non sono le religioni a parlarsi, ma le persone, anche se rimane necessario riaffermare il principio che l’Italia è la casa degli italiani — che hanno la priorità sulla redistribuzione delle risorse — e che il calo demografico in corso in Europa sta consentendo un’islamizzazione rapida del continente.

Potrebbe essere riassunto così, in estrema sintesi, l’intervento di Magdi Cristiano Allam nella sede di Fratelli d’Italia in via Cassoli, sabato pomeriggio quando, invitato dal partito meloniano, ha presentato il suo nuovo libro, ‘L’integrazione (im)possibile’ davanti a una cinquantina di persone intervenute per il firmacopie e il dibattito susseguente.

“La politica, se non si sostanzia di cultura e valori, si trasforma in una navigazione a vista alla disperata caccia di voti”, ha esordito Allam, “e ci sono degli aspetti concettuali che oggi vanno affermati perché siamo in un contesto dove la disinformazione ci porta a negare l’ovvio. I fatti sono fatti: se siamo tutti figli di un padre e una madre la famiglia naturale è un fatto che non può essere messo in discussione da nessuno. Siamo in una fase in cui quando il fatto si scontra contro il luogo comune si preferisce non guardare in faccia alla realtà e si derubricano i fatti a opinioni”.

L’ex vicedirettore del Corriere della Sera poi tiene a dividere il piano personale da quello ideologico e religioso: “Dobbiamo distinguere tra la dimensione delle persone e quella delle idee e delle religioni”, spiega, “perché le persone sono tutte pari, siamo tutti depositari di diritti inalienabili alla vita, alla dignità e alla libertà. Ogni persona va rispettata e va valutata in base alle proprie azioni, il nostro Stato di diritto si fonda sulla responsabilità individuale. Ma le idee e le religioni sono intrinsecamente diverse, e attraverso la ragione prendiamo atto di una sostanziale diversità. Le persone vanno rispettate, le idee vanno vagliate, criticate e poi accertate o meno senza che questo comporti la discriminazione o la criminalizzazione delle persone che fanno riferimento a quelle idee. La sovrapposizione delle due dimensioni è sbagliata. Per rispettare i musulmani come persone non è necessario accettare a prescindere tutto quello che dice l’Islam, e l’inverso invece è ascrivibile al razzismo”.

“Quando parliamo di dialogo e convivenza questi vanno riferiti alle persone, non alle idee”, ha proseguito Allam. “Non sono le religioni che parlano, Islam e Cristianesimo non convivono: le persone lo fanno perché sono contestualizzate in un tempo e in uno spazio ben preciso. La convivenza è possibile se tutti quelli che decidono di condividere questo spazio, anche giuridico e valoriale, rispettano le stesse leggi e credono negli stessi valori. Ferrara è la nostra casa comune, non può essere trasformata in terra di nessuno o vista come terra di conquista. Il fatto che oggi sia quasi un reato dire che l’Italia è la casa degli italiani e che loro quindi hanno legittimamente la priorità nell’attribuzione delle risorse frutto del loro lavoro è conseguente al fatto che abbiamo perso la consapevolezza e quasi ci vergogniamo di dire che questa è casa nostra”.

A questo segue poi tutto il tema del calo demografico europeo: “L’Islam come realtà è sostanzialmente diversa e ha una forte componente in Europa perché l’islamizzazione procede a ritmo sostenuto anche a causa del calo demografico. Se in Europa i giovani sotto 30 anni sono 80 milioni e i giovani musulmani tra Nord Africa e Medio Oriente sono in 250 milioni c’è un problema. Le popolazioni europee sono a rischio di estinzione perché non fanno più figli, è la stessa fase che ha vissuto l’Impero Romano d’Occidente sulla via della decadenza, quando ha deciso di aprire i confini e concedere le cittadinanze romane. Questo però accade perché l’abbiamo consentito noi, accordano alle comunità musulmane la prerogativa di autoamministrarsi sulla base delle proprie leggi”.

“Se fossimo in uno Stato di diritto, visto che l’Islam non è una religione riconosciuta in quanto in contrasto con l’impianto giuridico dello Stato, non dovrebbe esserci nemmeno una moschea, nemmeno un Imam”, ha concluso l’autore, “e la radice del male è l’Islam: c’è scritto nel Corano. Perché in Europa possono dire tutti quello che vogliono del cristianesimo legittimandolo con la libertà di espressione ma questo non si può fare con l’Islam?”.

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