Politica
23 Aprile 2019
"In quanto persona omosessuale in questo momento percepisco che il vento sta cambiando"

Simone, il primo attivista lgbt in lista con il Pd di Ferrara

di Marco Zavagli | 5 min

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Correrà nella lista del Partito democratico a sostegno di Aldo Modonesi. Ed è il primo primo attivista lgtb candidato dal Pd a Ferrara. Prima di Simone Buriani si ricordano Manuela Macario, eletta in consiglio comunale nella legislatura 1999-2004 con i Ds (ma l’ex presidente provinciale di Arcigay non era ancora attivista); Flavio Romani, candidato nei Ds nel 2004 e con i Radicali nel 2009; Massimiliano De Giovanni e Chiara Bonora, candidati con Sel nel 2014.
Per i dem estensi si tratta insomma di una prima volta.

Si è fatto avanti lei o è stato avvicinato?

Mi sono fatti avanti io. In quanto persona omosessuale in questo momento percepisco che il vento sta cambiando. Vediamo lo sdoganamento di un certo linguaggio e di tante cose per le quali prima si usava un minimo di cautela. Girando per strada mi accorgo di un clima molto più pesante rispetto a qualche anno fa. È dal 2016 che faccio parte del direttivo di Arcigay Ferrara, di cui ora sono vicepresidente, e sono consigliere nazionale; mi sono quindi sempre occupato nell’associazionsimo di difendere i diritti acquisiti. Va da sé che se c’è occasione di presidiare dall’interno le istituzioni è una occasione da non farsi scappare, ci si deve provare quantomeno.

Perchè il Pd?

Mi sono sempre collocato in un’area di centrosinistra, ho sempre seguito quel tipo di storia. Credo che il Pd sia un grande partito riformista che all’interno ha diverse anime, però è anche l’unico luogo di dibattito in questo momento dove si possono fare certe discussioni e portare avanti certe istanze.

Non è una mia impressione, ma è da anni che il mondo Lgtb insegue il Pd su promesse che non si sono avverate o si sono avverate per metà.

Questo è vero. È lavoro politico che si fa anno dopo anno, istanza dopo istanza. La Cirinnà in prima stesura, con all’interno la step child adoction, era quasi perfetta, assolutamente vicina a tutto quello che noi chiedevamo. Purtroppo il mettersi di traverso dei Cinque Stelle ha obbligato il Pd a mediare con altri partiti. Però abbiamo portato a casa un risultato importante. Se non ci fosse stato il Pd non l’avremmo ottenuto. Intanto abbiamo messo la prima pietra.

Come vive il fatto che all’interno del Pd ci siano anime molto distanti dalle istanze che propugna?

Il Pd vuole essere un contenitore grande, non una forza che rappresenta solo alcune parti.

I diritti civili non dovrebbero essere di parte, ma universali.

Si assolutamente. Non credo all’interno del Pd ci siano persone contrarie, credo ci sia più che altro una differenza del perimetro che gli si vuole dare. Sono convinto che si arriverà a una sintesi sia a livello locale che nazionale.

Che contributo daranno le istanze lgtb a questa campagna elettorale?

A livello della città, punto molto sul contrasto a omotransenegatività, in Regione si sta cercando di portare a casa una legge contro l’omotransfobia. A Ferrara abbiamo il protocollo Pico, che delinea le strategie di intervento su questo tema. L’idea, come Comune, è di continuare a favorire l’esistenza di questo tavolo continuando a mettere in relazione tutte le realtà che ne fanno parte (sindacati, ospedale, università) e quindi mantenerlo vivo. Un’altra questione che mi sta a cuore è quella delle scuole. Penso al recente caso di bullismo antisemita, allo stesso modo le scuole sono piene di bullismo omotransfobico. Parliamo di un’età dove le persone sono completamente malleabili e il bullismo lascia dei segni duri e forti fino a cambiare la personalità e ridurne l’autostima. Eliminare il bullismo è una pretesa ardua, ma credo che l’amministrazione può invitare tutte le scuole a fare formazione verso il personale docente, con corsi che partano da una alfabetizzazione di cosa vuol dire lgbt, di cosa sono l’orientamento sessuale e l’identità di genere e prepararsi ad accogliere figli delle famiglie arcobaleno”.

Ha parlato della legge regionale contro l’omotransfobia. Ma quella legge è ferma in Commissione Parità, perché parte dei consiglieri del Pd fa ostruzionismo. E qui non c’entrano mediazioni con altri partiti.

Eh si, ehm, bisogna lavorarci. È una ferita che fa male, però è stando all’interno e non fuori che le cose si possono sistemare. In passato ho avuto tentennamenti, ma alla fine ho sempre pensato che se rimani le cose le puoi cambiare. Se rovesci il tavolo le cose non si mettono a posto. Magari ci servirà più dialogo, e speriamo venga fuori meglio.

Altri proposte da far conoscere in questo mese?

Voglio parlare dell’accesso al test Hiv in ospedale, che è anonimo e gratuito. Ma il vincolo della minore età rimane. C’è bisogno dell’autorizzazione del genitore. Immagino che un sedicenne sessualmente attivo potrebbe essere disincentivato dal farlo, quindi vorrei dare possibilità di accedere al test anche alle persone minorenni e continuare a investire sulla prevenzione. Vorrei poi che si potesse utilizzare all’interno della Casa della salute delle sale in disuso come sportello di mutuo aiuto con una consulenza alla pari.

Sul lavoro?

Vorrei che questa città fosse capace di attrarre investimenti e supportare la nascita di nuove start-up. Mi piacerebbe predisporre momenti in piazza in cui ci sia incontro tra domanda e offerta. Sulla questione invece del divertimento e della socialità mi piacerebbe continuare a vedere eventi che portano gente in piazza. Mi pare che negli ultimi anni la piazza sia molto attiva e viva. Ci lamentiamo che di giovani non ce ne sono o non si interessano alla politica. Secondo me non è vero, l’abbiamo visto con il recente Future For Friday. Credo che se come città si fosse in grado di riconsegnare dei luoghi ai giovani (penso a Spazio Grisù, a Sonika), per fare arte, per stare assieme, per parlare, si vedrebbe poi germogliare anche l’antirazzismo e l’antidiscriminazione.

Chiudiamo col trasporto.

A Ferrara deficita parecchio il trasporto pubblico. Le linee ci sono però sono faticosamente fruibili. e gli orari andrebbero ampliati. È un peccato che alle 20 non circoli più nulla. I giovani dovrebbero poter venire a casa dalla piazza a mezzanotte con un mezzo pubblico. È un modo anche di investire nella sicurezza.

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