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E’ morto Giuliano Bignasca, il leader della Lega dei Ticinesi

Personaggio politico controverso, da molti definito il “Bossi svizzero”, aveva fatto parlare di sé per le sue posizioni politiche anti-italiane. Nel 2010 aveva trascinato il suo partito a essere il primo del Canton Ticino. Si è spento a 67 anni per un malore.
A cura di Biagio Chiariello
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E' morto nella notte in Svizzera, nella sua abitazione di Canobbio (Lugano), Giuliano Bignasca, 67 anni, fondatore e leader della Lega dei Ticinesi. Il politico sarebbe deceduto in seguito a un malore: inutili i tentativi di rianimarlo. Secondo quanto riferisce Rsi.ch, "ieri sera, dopo aver partecipato a una riunione del suo partito, si è sentito male ed è stato accompagnato in ospedale, dove, dopo un controllo, è stato dimesso. Nella notte però le sue condizioni sono nuovamente peggiorate ed è deceduto".
Consigliere a Lugano per anni, politico e imprenditore, di carattere forte, si era sempre distinto per "le antipatie" nei confronti dei frontalieri e per un'appartenenza politica che, agli inizi degli anni Novanta, si ispirava in parte alla Lega Nord. La stessa Lega Nord, o meglio i "padani", che qualche anno dopo Bignasca avrebbe incluso tra le sue "intolleranze".  A novembre 2011 era balzato agli onori delle cronache per una delle sue singolari proposte “Annettiamo la provincia di Bergamo al Canton Ticino”. Ma le sue "sparate", oltre ad attirargli critiche da ogni parte, avevano portato la Lega ticinese a diventare il primo partito della Svizzera italiana, superando nel 2010 la soglia del 26% dei consensi.

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