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Boss al 41 bis potrebbe uscire per andare dalla madre malata, anche lei ergastolana

È polemica dopo che il giudice di sorveglianza ha concesso a Domenico Gallico il permesso di andare a trovare la madre 91enne malata nell’ex fortino del clan in Calabria: “Negarlo è contrario al senso di umanità”
A cura di Antonio Palma
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Presto potrebbe uscire dal carcere beneficiando di un permesso di qualche ora  per andare a trovare la madre anziana e malata, una misura già concessa ad altri detenuti ma che nel caso di Domenico Gallico sta scatenando molte polemiche. L'uomo infatti non è un detenuto comune ma è sottoposto a regime di 41 bis, il carcere duro per i mafiosi, perché ritenuto un boss di spicco della ‘ndrangheta calabrese protagonista di numerosi omicidi. L'uomo, che si trova nel carcere di Sassari e deve scontare sette ergastoli per reati come associazione mafiosa e omicidi, infatti ha ottenuto il via libera dal magistrato di sorveglianza, senza nessuna una opposizione del procuratore di Sassari che avrebbe potuto negare il visto.

A far scattare l'allarme Direzioni distrettuali calabresi, comandi dei carabinieri e questure che dovranno mobilitare diversi uomini per poter trasportare in sicurezza il 60enne dalla Sardegna a Palmi, nella città metropolitana di Reggio Calabria, dove abita l'anziana madre 91enne, anche lei condannata all'ergastolo per associazione mafiosa e omicidio, ma con differimento dell'esecuzione della pena per gravi motivi di salute. Gli investigatori locali avevano già sconsigliato il  permesso sospettando una fuga "alla luce della caratura criminale del boss, capo dell'omonima ‘ndrina" e ricordando che lo stesso stabile dove dovrebbe avvenire l'incontro è un ex fortino del clan già sottoposto a confisca ma dove vivono ancora anche un altro figlio della donna, pluripregiudicato e sottoposto alla sorveglianza speciale, e un genero che ha l'obbligo di presentazione ai carabinieri.

Non solo, per la  Dda di Reggio Calabria l'eventuale permesso "è assolutamente rischioso trattandosi di detenuto estremamente pericoloso che ha dato prova di avere approfittato di ogni minimo spazio di libertà per commettere atti illeciti". Il riferimento è a un grave fatto avvenuto nel 2012, quando il detenuto, durante un interrogatorio in carcere che lui stesso aveva chiesto, aggredì e ruppe il naso all'allora pm della dda Giovanni Musarò e ferì due agenti penitenziari. Nonostante tutto questo, però, per il giudice, viste le gravi condizioni cliniche della donna, negare a Gallico il permesso renderebbe la carcerazione contraria al senso di umanità.

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