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Di Maio: “Renzi interferì su Etruria, per questo scandalo il Pd dovrebbe mandarlo a casa”

Luigi Di Maio attacca il segretario del Pd Matteo Renzi, colpevole di aver interferito sulla vicenda Banca Etruria: “Visco svela le pressioni di Renzi su Banca Etruria. Per uno scandalo di questa portata un vero partito democratico avrebbe già mandato a casa il suo segretario. Come fa il Pd a subire in silenzio questa violenza istituzionale?”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Sono passate poche ore da quando il candidato alla presidenza del Consiglio del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio aveva promesso che avrebbe ignorato Matteo Renzi, definito un “troll professionista”, durante la campagna elettorale. La promessa di Di Maio sembra però riferirsi solamente ai commenti del segretario del Pd alle sue dichiarazioni e attività e non in generale a Renzi che, anzi, viene subito chiamato in causa da Di Maio dopo le parole del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco su di lui. Secondo quanto scritto su Twitter dal candidato M5s “Visco svela le pressioni di Renzi su Banca Etruria”. Quindi, spiega Di Maio, “per uno scandalo di questa portata un vero partito democratico avrebbe già mandato a casa il suo segretario. Come fa il Pd a subire in silenzio questa violenza istituzionale?”.

Il candidato premier del M5s fa un vero e proprio appello al Pd: “Fino a quando un Partito che si fa chiamare Democratico sopporterà questa vera e propria violenza istituzionale da parte del suo segretario? Il Pd dimostri un minimo di orgoglio, prima che Renzi e i suoi fedelissimi ne distruggano definitivamente la credibilità”.

Di Maio argomenta con un post più lungo su Facebook l’attacco al segretario del Pd sulla vicenda Banca Etruria:

Pochi giorni fa scrivevo che la Boschi è solo la punta dell’iceberg di un sistema politico-bancario molto più profondo. Mi sono rivolto con un appello a tutto il Pd affinché qualcuno di loro parlasse per spiegare a tutti gli italiani gli intrecci di questo scandalo, che non sappiamo ancora oggi a che livello arrivino. Nessuno ha fiatato. Chi sta zitto è complice. Oggi arriva la conferma che anche l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi usò la sua posizione per interferire nella vicenda Banca Etruria. Ignazio Visco ricorda che in un incontro dell’aprile 2014 Renzi gli chiese espressamente perché Banca Popolare di Vicenza volesse prendersi l’Etruria. La stessa domanda che Maria Elena Boschi rivolse a più riprese al presidente di Consob Giuseppe Vegas, terrorizzata dalla possibilità che la banca di famiglia finisse in mani sconosciute. Si fa sempre più chiaro un quadro di indebite pressioni sulla vigilanza bancaria da parte di quel giglio magico che controlla tuttora il Partito Democratico.

In conclusione, secondo Di Maio, "la principale preoccupazione del duo Renzi-Boschi non era risolvere i tanti e gravi problemi del Paese, ma proteggere Arezzo e la banca amministrata da Pier Luigi Boschi. "Fino a quando, dunque, abuserete della nostra pazienza?". E fino a quando un Partito che si fa chiamare Democratico sopporterà questa vera e propria violenza istituzionale da parte del suo segretario?".

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