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Finti concorsi di bellezza per avere foto hard da ragazzine minorenni: arrestato

Il 23enne veneto è stato arrestato per pedopornografia. Minacce e richieste hard, una trentina le vittime, tutte minorenni. Il giovane, studente informatico all’Università di Padova, in un caso avrebbe ordinato alla sua vittima di mandargli delle foto mentre si masturbava.
A cura di Biagio Chiariello
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AGGIORNAMENTO: La prima sezione della Corte penale veneziana ha dimezzato la condanna per Andrea Zuddas inflitta in primo grado dal gup Marta Paccagnella, nel settembre del 2020. La condanna è dunque passata da 17 a 8 anni e 8 mesi.

Avrebbe adescato su Facebook decine di ragazzine da tutta Italia, indotte ad inviare foto hard con la promessa di partecipare a concorsi di bellezza inesistenti o vincere iPhone e poi ricattate. Questa l’accusa che ha portato la polizia di Mestre ad arrestare Andrea Zuddas, un 23enne,studente di informatica dell’Università di Padova. Il giovane, residente in Riviera del Brenta, aveva spinto le giovani aspiranti modelle,  residenti non solo in Veneto, ma anche in altre regioni italiane, a mostrarsi nude via webcam o a spedire immagini sempre più compromettenti in pose a sfondo sessuale.

Il 23enne era già finito sotto inchiesta nel 2014 per detenzione di materiale pedopornografico e perquisito nel 2015, 2016 e 2017. Ciononostante – si legge sul Gazzettino – avrebbe proseguito nella sua attività, pubblicando online le foto delle giovanissime che decidevano di non stare al suo insano gioco, corredate da frasi offensive. Zuddas, in carcere per pornografia minorile, nega però ogni suo coinvolgimento, per quanto il computer dell’Università di Padova dal quale operava è risultato essere il suo. “Al momento la procura ha unicamente gli indirizzi Ip che non sono una prova certa in ordine alla responsabilità dell’indagato – spiega il suo legale, Marco Locas -. Il mio cliente nega tutto e ritiene che ci sia stato un hacker che si è connesso al suo posto “bucando” la rete internet di casa sua”. La pm ha chiuso la prima tranche dell’inchiesta chiedendo il rito immediato. Gli episodi contestati sarebbe sei, ma la polizia postale di Mestre avrebbe raccolto decine di denunce da tutta Italia. Ci sarebbe inoltre un’accusa di tentata violenza sessuale, perché in un caso avrebbe ordinato alla sua vittima di mandargli delle foto mentre si masturbava

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