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Firenze, assistente sociale arrestato per pedopornografia: sul pc video di sesso coi neonati

Un assistente sociale di 44 anni è stato arrestato con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico: l’uomo lavorava coi minori nonostante nel 2014 avesse patteggiato una pena a due anni di reclusione per lo stesso reato.
A cura di Davide Falcioni
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Si occupava di minori e di salute pubblica presso la Società della salute Firenze Nord Ovest di Sesto Fiorentino, ma deteneva un grande quantitativo di materiale pedopornografico. Per questo un assistente sociale di 44 anni è stato arrestato dalla polizia postale. La pubblico ministero Ester Nocera ha chiesto la convalida del fermo con le accuse di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico. L'inchiesta, condotta dalla procura di Torino, è nata dall'analisi da parte della polizia postale di alcune "chat virtuali" in cui i partecipanti si scambiavano informazioni, foto e filmati, e dovevano contribuire con materiale suddiviso per età e per sesso dei minori. Tra il materiale sequestrato ci sono anche video di abusi di neonati. In totale sei persone sono state arrestate in tutta Italia.

In manette è finito anche il 44enne firentino, nella cui abitazione gli investigatori hanno trovato una quantità ingente di materiale pedopornografico. All'assistente sociale è stata sequestrata anche una web cam e gli inquirenti hanno scoperto che il 44enne si collegava spesso su varie chat con alcuni dei bambini e degli adolescenti in condizioni disagiate, molti dei quali stranieri. Di molti di questi bimbi l'uomo si occupava nella sua attività di assistente sociale. Sono in corso accertamenti sul suo smartphone, per capire se contenga materiale pedopornografico con minori identificabili.

A destare ulteriore sconcerto negli inquirenti però è stato scoprire che sei anni fa l'assistente sociale era stato indagato per pedopornografia e che nel 2014 aveva patteggiato due anni di reclusione. Malgrado ciò gli era stata data la possibilità di lavorare ancora a contatto con i bambini. Gli investigatori stanno cercando di capire se la Società della salute avesse richiesto il suo certificato penale e quello dei carichi pendenti, come dovrebbe avvenire per tutti coloro che lavorano in enti e organismi pubblici.

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