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Giuseppe Conte assicura: “Governo terrà anche dopo le europee e non ci sarà una patrimoniale”

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, prova a rassicurare sia sulla tenuta del governo, garantendo che non cambierà nulla neanche dopo le elezioni europee, qualsiasi cosa accada alle urne, ma anche che non ci sarà una manovra correttiva: “È da escludersi l’imposizione di una patrimoniale”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Fonte: LaPresse/Palazzo Chigi/Filippo Attil
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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è certo: le previsioni dell’agenzia di rating Fitch sulla tenuta del governo e sulle probabili elezioni anticipate non vanno ascoltate. “Il governo terrà, anche dopo le europee”, assicura Conte in un colloquio con il Corriere della Sera: “Ho visto che Fitch ci classifica come Paese stabile con prospettive negative legate soprattutto all’instabilità politica. Addirittura ipotizza elezioni anticipate in questo 2019. Sinceramente, questa instabilità non riesco proprio a vederla. Per questo rimango convinto che andremo avanti. La spinta per il cambiamento e le riforme non si è ancora esaurita. Se parliamo di previsioni di natura politica, l’opinione di Fitch vale quanto altre analisi politiche che correntemente si fanno”, è la stoccata del presidente del Consiglio contro l’agenzia di rating.

Conte parla della sua esperienza a Palazzo Chigi spiegando che viaggia molto per l’Italia e descrive ciò che vede: “La voglia di archiviare la vecchia politica e i vecchi partiti non solo rimane intatta ma in questi mesi si è consolidata, nell’opinione pubblica. D’altronde, mi pare che i sondaggi ci diano un consenso alto, inusuale nello stesso contesto europeo. Non può essere un caso o un errore. Forse, e sottolineo forse, perché la campagna elettorale sarà lunga, durerà fino a maggio inoltrato. potrebbe anche accadere che le forze della maggioranza possano ricevere un consenso proporzionalmente diverso rispetto alle politiche del 4 marzo di un anno fa. Ma se anche accadesse, questa esperienza di governo non ne risulterebbe condizionata”.

Il presidente del Consiglio è sicuro di “avere l’appoggio e il sostegno di leader politici avveduti e responsabili, che dunque non compiranno l’errore madornale di interrompere l’esperienza di un governo nato per realizzare un ampio disegno riformatore, con un programma che ambisce a coprire l’intera legislatura. Sarebbe un errore per quello che stiamo facendo, e soprattutto per quanto resta da fare. Ci sono quattordici decreti attuativi in attesa di entrare in vigore. È questa la ragione per la quale non vedo scosse né dopo il voto in Sardegna, né dopo le Comunali in Sicilia; né, ripeto, dopo le Europee”.

Per quanto riguarda la situazione economica dell’Italia, per Conte oggi non ci sono “i presupposti che dovrebbero fare lievitare lo spread. E poi noto un fenomeno strano. Ci sono momenti in cui, con lo spread a un certo livello, se ne parla molto e in maniera allarmata. In altri momenti, con lo stesso livello, se ne parla poco o nulla: come se l’attenzione dipendesse da una bolla mediatica che si gonfia o si sgonfia a seconda degli impulsi esterni”. Il presidente del Consiglio risponde a una domanda sulla possibilità che sottovaluti le difficoltà economiche e lo spread: “Non sottovaluto proprio nulla – replica –. So quanto costa e quanto sia insidioso ignorare gli effetti di uno spread alto: per i nostri conti, per gli investimenti, e per la stessa credibilità internazionale dell’Italia. Ma non può essere un totem che condiziona ogni scelta di politica economica. Sicuramente ha un effetto mediato sullo scenario economico ma non intendo affatto esagerarne gli effetti sullo scenario politico”. In ogni caso, Conte assicura che “è da escludersi l’imposizione di una patrimoniale. Ed escludo una manovra correttiva, anche perché è stato inserito il meccanismo cautelativo che prevede il blocco a luglio della spesa per due miliardi di euro nell’ipotesi che i conti pubblici non siano in linea con le previsioni”.

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